Vitamine, ma con la buccia

02 aprile 2004
Aggiornamenti e focus

Vitamine, ma con la buccia



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Frutta e verdura fanno bene, come no. E per molti motivi: hanno meno calorie, contengono fibre alimentari, non sono certo portatrici di grassi saturi. Tuttavia c'è un aspetto particolare ed è quello del contenuto di antiossidanti: vitamine, certo, ma anche altre sostanze con lo stesso effetto. Da tempo ormai si riconosce alle reazioni di ossidazione connaturate al metabolismo, e quindi alla formazione di radicali liberi, una serie di effetti patologici sia per quanto riguarda genesi e sviluppo dei tumori sia per quanto riguarda le patologie cardiovascolari.

Popolazioni protette, popolazioni esposte


La correlazione tra il consumo di vegetali e la minore incidenza di queste malattie viene innanzitutto dagli studi epidemiologici, e da queste osservazioni era nata l'ipotesi di poter avviare veri e propri interventi preventivi somministrando giornalmente le vitamine più rappresentate in questi alimenti. Tuttavia i risultati non sono stati quelli attesi, almeno nel caso della vitamina E e del beta-carotene, che è un precursore della vitamina A. Infatti, una metanalisi di tutti gli studi condotti in modo controllato ha rivelato che l'impiego di vitamina E non ha modificato la mortalità per tutte le cause: c'era semmai un leggero svantaggio per i pazienti trattati (11,3% contro 11,1%) che però non raggiunge la significatività statistica. Non va meglio per la mortalità per tutte le cause cardiovascolari, visto che non c'era differenza tra chi assumeva la vitamina e chi no. La sostanziale parità si proponeva anche esaminando gli infarti non fatali o gli ictus. Ancora peggiori i risultati degli studi o dei bracci di studio in cui si testava l'efficacia del beta-carotene. In questo caso, la mortalità per tutte le cause risultava addirittura peggiore con l'antiossidante; infatti raggiungeva il 7,4% nel gruppo del betacarotene contro il 7% del gruppo che non lo assumeva.

Meglio le fonti naturali


Secondo gli autori di questa revisione, il fatto è che nella frutta e nella verdura c'è più delle sole vitamine, per esempio altri antiossidanti come i flavonoidi e il licopene e questo fa la differenza. Lo prova un altro studio, dedicato alla prevenzione dell'ictus e degli accidenti cerebrovascolari: le persone che assumevano con la dieta la maggiore quantità di flavonoidi aveva un rischio ridotto del 73% di ictus rispetto a chi assumeva le quantità più ridotte. Inoltre, non va dimenticato che probabilmente gli antiossidanti prevengono l'aterosclerosi quando il processo è agli inizi: una volta instaurato il danno è più difficile agire con questi mezzi. Una ragione di più per cominciare fin da giovanissimi a seguire abitudini alimentari corrette, che da sole sembrano essere sufficienti a ridurre notevolmente le malattie di cuore e vasi.
Per quanto riguarda la prevenzione dei tumori in diverse sedi, risale alla seconda metà degli anni novanta una serie di studi, anche italiani, che hanno dimostrato l'effetto protettivo di frutta e verdura. Il forte consumo di frutta, per cominciare, si associa a una sensibile riduzione dei cosiddetti tumori epiteliali di bocca, faringe, esofago, stomaco e anche delle vie urinarie. Vi sono anche dei "campioni" in prevenzione, come il pomodoro, il cui consumo si associa a una diminuzione del 30-60% dei principali tumori. Qualche effetto si è visto anche per i tumori ormonosensibili, come quello della mammella, anche se meno evidenti. Di fatto, comunque, non mangiare frutta e verdura a sufficienza aumenta le possibilità di contrarre anche altri tumori, per esempio quelli polmonari, in quanto questa dieta povera di antiossidanti va a sommarsi agli altri fattori di rischio.

Maurizio Imperiali



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