Pericoli in verde
Alcune specie di piante di appartamento come pure erbe selvatiche possono diventare causa di incidenti domestici se ingerite, deliberatamente o per errore. Eventi non proprio rarissimi, come testimoniano i dati diffusi dal Centro antiveleni dell'IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia: in media 200 ogni anno di cui il 30% concentrato nei mesi invernali poiché riguarda le classiche piante natalizie. La stella di Natale, il vischio e le bacche rosse di agrifoglio e pungitopo sono dotate di tossicità differente e possono provocare da semplici effetti irritativi (eritema, prurito e bruciore in caso di contatto), fino a sintomi gastroenterici anche importanti in caso di ingestione. Nel 72% dei casi i motivi sono accidentali, nel 4% le intossicazioni avvengono per il consumo di piante tossiche ingerite come alimento. Nei soggetti adulti derivano da un consumo di piante ritenute erroneamente commestibili: bacche di ribes (eduli) simili alle bacche di Daphne mezereum (tossiche); borragine confusa con la Digitalis Purpurea o con la mandragola; cicuta confusa con il finocchietto selvatico. Un dato interessante riguarda l'elevata incidenza in età pediatrica: circa il 40% dei casi riguarda bambini di età inferiore ai 10 anni e il 26% di età inferiore a 1 anno. Nella maggior parte di questi casi, l'esposizione non ha conseguenze gravi, anche in relazione alla piccola quantità di fiori, foglie o frutti ingerita, ma alcune piante dotate di tossicità rilevante, come il ciclamino o l'oleandro sono molto comuni e spesso presenti in terrazzi e giardini. (S.Z.)
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