21 novembre 2024
Acidità di stomaco: cause, sintomi e cure
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Indice
Definizione
Acidità di stomaco: definizione e generalità
Si tratta di un disturbo dell'apparato digerente legato all'aumento della secrezione di acido cloridrico, una sostanza che favorisce la digestione dei cibi. Quando l'acido cloridrico è prodotto in eccesso riesce a superare lo strato di muco che protegge la parete dello stomaco, provocando un'infiammazione. Questo problema è chiamato anche bruciore di stomaco o pirosi.
Cause
Acidità di stomaco: cause principali
Le cause dell'aumento della produzione di acido cloridrico, detto ipercloridria, non sono del tutto note. È certo, però, che i cibi fortemente speziati, quelli troppo ricchi di acidi (come pomodori, cipolle, fagioli, zuccheri raffinati, carne, uova, latte, formaggi), un pasto abbondante, il consumo di alcool e di tabacco contribuiscono alla comparsa del problema. Sembra che anche una infezione gastrica da helycobacter pilori (un batterio) possa aumentare la secrezione acida gastrica e, in alcuni casi, ritardarne l'eliminazione, determinando una sensazione di pesantezza digestiva e di iperacidità ancora più accentuata. Anche lo stress, i ritmi intensi e le forti emozioni possono stimolare l'ipercloridria. Infine, un ruolo significativo potrebbe essere giocato dall'assunzione di determinati farmaci (come l'acido acetilsalicilico e gli antinfiammatori Fans).
Vedi anche
L'azione dei succhi gastrici
L'azione dei succhi gastrici
Sintomi
Acidità di stomaco: sintomi più comuni
La persona avverte un fastidioso senso di bruciore o dolore allo stomaco, che può essere accompagnato da nausea, crampi, rigurgito.
L'iperacidità gastrica se non curata e, soprattutto, se associata all'infezione da helycobater pilori o all'uso di alcune classi di farmaci antidolorifici ma anche potenzialmente gastrolesivi (come i Fans), nel tempo può causare ulcere gastriche o duodenali.
Diagnosi
Acidità di stomaco: come efftuare la diagnosi
La diagnosi è essenzialmente clinica: il medico visita la persona e la sottopone ad anamnesi, cioè a un colloquio approfondito circa i suoi sintomi e la sua storia clinica e quella della sua famiglia (per verificare se ci sono stati altri casi fra i parenti).
Il medico di famiglia o il gastroenterologo (lo specialista) possono richiedere anche una gastroscopia, così da stabilire con certezza l'entità dei danni che l'eccessiva acidità ha causato alle mucose dello stomaco e del duodeno e l'eventuale presenza dell'helicobacter pylori.
Cure
Acidità di stomaco: cure e rimedi
Per il trattamento dell'acidità di stomaco è consigliato l'uso dei preparati antiacidi, che alleviano i sintomi fastidiosi e che sono disponibili in compresse masticabili, in sospensione (una sorta di pappa gessosa che può anche essere aromatizzata) o in preparazione effervescente (in polvere da sciogliere nell'acqua). Si tratta di medicinali a base di sostanze leggermente alcaline, in grado di neutralizzare l'acido gastrico e ridurre il dolore. Il più conosciuto è il bicarbonato di sodio, che agisce molto rapidamente, ma il cui effetto è poco duraturo. Oggi sono molto usati anche i composti di alluminio e i composti di magnesio, che vantano un'azione più persistente. Tutti questi farmaci aiutano a combattere i fastidi, ma non risolvono il problema. Nei casi più complicati, il medico può consigliare una terapia con medicinali specifici che inibiscono la secrezione acida gastrica, come i farmaci inibitori della pompa protonica. Anche se si è in presenza di una lesione ulcerosa causata da un'infezione da helicobacter pylori, in genere, il medico prescrive un'opportuna terapia basata su farmaci che inibiscono la secrezione acida gastrica e su antibiotici mirati contro l'helicobacter pylori. In tutti i casi, è importante evitare il fai da te e rispettare sempre i consigli del medici a proposito delle modalità e dei tempi di somministrazione.
Vedi anche
Curare l'acidità
Curare l'acidità
Alimentazione
Oltre alla cura farmacologica è bene osservare anche alcuni consigli dietetici. Innanzitutto, è consigliabile eliminare o limitare il consumo di cibi speziati, di alimenti ricchi di acidi, di alcolici e di bevande gassate. Meglio eliminare anche le sigarette. E' utile, poi, mangiare tanta frutta che contiene, tra le altre, delle sostanze chiamate acidi organici che hanno potere alcalinizzante. In pratica, sono in grado di neutralizzare l'azione acidificante di altri alimenti. In particolare, mele, mirtilli, fichi e banane oltre a ridurre l'acidità gastrica, svolgono un'azione gastroprotettiva: aumentano cioè la secrezione del muco gastrico, lo strato mucoso che serve a proteggere lo stomaco. Anche i cavoli hanno lo stesso effetto. Occorre tenere presente, però, che quando si soffre di disturbi gastrointestinali, è meglio consumare la frutta lontano dai pasti (per il rischio di fermentazione intestinale). Infine, per tenere sotto controllo la secrezione acida è importante non consumare pasti troppo abbondanti e cercare di mangiare sempre agli stessi orari, senza fretta e masticando bene ogni boccone.
Approfondimento
Come avviene il processo digestivo e qual è il ruolo dell'acido cloridrico?
La digestione inizia in bocca, dove gli enzimi contenuti nella saliva attaccano il cibo e iniziano una prima trasformazione dei principi in esso contenuti. Il cibo masticato passa poi nell'esofago e, quindi, nello stomaco. Il cervello, già alla vista e all'odore dei cibi, invia degli impulsi allo stomaco che inizia così a produrre i succhi gastrici. Si tratta di liquidi che contengono particolari sostanze acide, come la pepsina e l'acido cloridrico, in grado di trasformare le molecole dei cibi in particelle più semplici ed esercitare una azione antibatterica sugli alimenti. Ogni 20 secondi circa, lo stomaco rimescola gli alimenti e i succhi gastrici effettuando dei movimenti concentrici (la cosiddetta peristalsi), che facilitano la digestione. Gli alimenti, trasformati in particelle molto semplici, passano poi nell'intestino, dove vengono assimilati e distribuiti in tutto il corpo attraverso i vasi sanguigni e linfatici. A questo processo collaborano anche il pancreas e il fegato, che inviano nell'intestino delle sostanze che sono in grado di completare la digestione dei cibi.
L'acidità può essere il sintomo di altri disturbi?
L'acidità può essere un disturbo a sé, ma anche il sintomo di altri problemi. Per esempio, può essere il campanello d'allarme della gastrite, l'infiammazione della mucosa gastrica. Anche il reflusso gatsroesofageo, ossia la risalita nell'esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco, può causare bruciore di stomaco. Lo stesso vale per l'ulcera, la lesione che interessa la mucosa dello stomaco (ulcera gastrica), o del duodeno, il primo tratto dell'intestino (ulcera duodenale). Per questa ragione, quando l'acidità è persistente e non passa nemmeno correggendo le abitudini alimentari e dopo una cura con farmaci specifici, è meglio rivolgersi nuovamente al medico per un controllo. In questo modo, è possibile accertare l'eventuale presenza di altri disturbi.
Vedi anche
Per trattare il bruciore di stomaco è possibile usare rimedi non farmacologici?
Ci sono alcuni rimedi non farmacologici che possono ridurre i bruciori di stomaco. Innanzitutto, può essere utile mangiare la liquirizia, che aiuta a neutralizzare l'iperacidità gastrica, anche se può innalzare la pressione. In farmacia, sono disponibili anche dei prodotti, in forma di compresse masticabili, a base di liquirizia e colostro (una sostanza che ha azione cicatrizzante sulle mucose dell'apparato digerente), dosati in modo opportuno, che rappresentano un valido antiacido, privo di alluminio (normalmente contenuto nei comuni antiacidi di tipo chimico). Sembra che anche gli integratori a base di fucus, sostanza ottenuta dalle alghe marine, aiutino a proteggere la mucosa dello stomaco e ne riducano la secrezione acida. Per i bruciori occasionali può essere utile, infine, un classico rimedio della nonna: mezzo cucchiaino di bicarbonato disciolto nell'acqua non fredda. Ha un effetto antinausea e digestivo.
Perché l'ansia e lo stress possono aumentare la secrezione acida e causare bruciore di stomaco?
L'apparato digerente è uno dei primi bersagli dell'ansia e dello stress, disturbi che dalla sfera psichica, spesso, si trasferiscono a quella corporea (per questa ragione sono detti disturbi psicosomatici). Le ragioni non sono completamente note, ma si è visto che le persone che soffrono d'ansia e sono stressate sono soggette a una maggior produzione di succhi gastrici, che però, a causa della tensione muscolare che interessa il corpo non vengono utilizzati nel modo corretto. Occorre ricordare, infatti, che in presenza di ansia e stress l'organismo aumenta anche la produzione di adrenalina, un ormone che ha un effetto inibitore sulla muscolatura di stomaco e intestino. In pratica, le pareti muscolari dello stomaco rimangono immobili e così non riescono a rimescolare i cibi con i succhi gastrici. Quindi, da un lato ansia e stress aumentano la produzione di acidi gastrici, dall'altro quella di adrenalina, che impedisce allo stomaco di utilizzare questi acidi. Il risultato è che la persona avverte una continua tensione nella zona dello stomaco, accompagnata da senso di pesantezza e di bruciore.
Anche i condimenti possono causare bruciore di stomaco?
Molte persone, per insaporire e rendere più golose le pietanze, esagerano con i soffritti e l'uso di aceto, burro e spezie: un eccesso che causa problemi all'apparato digerente. Si tratta, infatti, di procedimenti che rendono gli alimenti più pesanti e, quindi, più difficili da digerire e assimilare. Non solo: stimolano anche la produzione di succhi gastrici, causando acidità. Lo stesso vale per gli alimenti grassi, fritti e unti. Si tratta, infatti, di cibi composti da molecole complesse che lo stomaco impiega molto tempo a elaborare: ecco perché, anche a distanza di molte ore da un pasto a base di questi cibi, si può avvertire un senso di pesantezza allo stomaco. Inoltre, per facilitare la digestione di questi alimenti, lo stomaco produce una maggiore quantità di succhi gastrici che, oltre ai cibi, attaccano le pareti dello stomaco, creando una spiacevole sensazione di bruciore all'organo stesso.
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