18 luglio 2007
Aggiornamenti e focus
Se la vista accorcia la vita
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Il passaggio all'età avanzata si lega a un aumento di rischio di difetti visivi, in particolare la cataratta e la degenerazione maculare senile (age-related macular disease, AMD): condizioni alle quali potrebbe essere attribuita anche la maggiore mortalità associata al danneggiamento visivo nell'anziano. Il meccanismo di quest'associazione non è chiaro, le alterazioni potrebbero costituire marker d'invecchiamento, come per la cataratta e l'AMD, oppure potrebbero condividere processi patologici con altre malattie associate a un incremento di mortalità. A loro volta le evidenze non sono univoche, ci sono ricerche che non hanno mostrato tale legame, inoltre varia la durata dei periodi d'osservazione. Una conferma viene ora da un nuovo studio, con un follow-up abbastanza lungo, undici anni, e una valutazione accurata del danno visivo, che indica come la cataratta sia predittiva di un maggior rischio di morte dai 49 anni in poi e la AMD dai 49 ai 74.
L'esistenza di tale relazione e le sue possibili spiegazioni sono state analizzate dal Blue Mountains Eye Study, relativo a una coorte suburbana australiana di 3.654 soggetti inizialmente di almeno 49 anni, nei quali è stata misurata l'acuità visiva e individuata la presenza di cataratta o di AMD con un sistema di classificazione fotografica standardizzata. Si sono poi monitorati parametri quali pressione arteriosa, indice di massa corporea, lipidemia, diabete, cardiopatia o ictus, oltre a fumo, alcol, livello d'istruzione e socio-economico; la valutazione ha riguardato la mortalità per tutte le cause e quella cardio-cerebrovascolare. L'osservazione generale è stata che i 1.051 partecipanti deceduti per ogni causa e i 483 per quelle vascolari erano più probabilmente maschi, fumatori abituali, sottopeso, nonché affetti da diabete, ipertensione e storia di angina, infarto miocardico, ictus. La mortalità cumulativa era maggiore nelle persone con danneggiamento visivo, con AMD e con cataratta rispetto a quelle senza, dopo aggiustamento per i fattori predittivi di mortalità per i primi due la differenza non era significativa a tutte le età. Nei più giovani di 75 anni, tuttavia, l'AMD è rimasta significativamente predittiva di più elevata mortalità per tutte le cause e per quella vascolare; in quelli sopra i 49 la cataratta (di ogni tipo, corticale, nucleare, subcapsulare posteriore) è apparsa significativamente predittiva di mortalità vascolare e associata a maggiore mortalità per tutte le cause (risultata invece minore per quella tumorale).
L'associazione tra mortalità e danno visivo potrebbe indicare che questi o le alterazioni età-correlate o entrambe, siano marker d'invecchiamento, oppure lo accelerino anticipando il decesso; potrebbero anche essere in causa altri fattori confondenti. Diverse le spiegazioni ipotizzabili, dato che il danno visivo è connesso a disabilità funzionale, perdita di autonomia, depressione (legata a maggiore mortalità cardiovascolare), cadute e fratture (causa risultata improbabile nello studio). In particolare, nella ricerca l'associazione tra mortalità vascolare e AMD è apparsa attenuata dopo la correzione per i fattori predisponenti cardiovascolari e per quelli socioeconomici: questo sostiene la possibilità che l'AMD condivida processi precoci con le cardiovasculopatie, come l'infiammazione sistemica, significativamente legata sia allo sviluppo della degenerazione maculare sia alla mortalità cardiovascolare nell'anziano.
Quanto all'associazione tra mortalità vascolare e cataratta, osservata anche nei vasti studi Framingham e Nurses Health, si sono ipotizzati uno stress ossidativo delle lipoproteine che favorirebbe l'alterazione, o un fattore di rischio aterosclerotico responsabile della patogenesi coronarica e relativa mortalità. I meccanismi di queste associazioni con la probabilità di decesso restano da approfondire: una volta accertati effetti causali diretti o indiretti delle alterazioni visive rispetto alla mortalità più precoce, un regolare monitoraggio oculistico nell'anziano permetterebbe di individuarle precocemente e migliorare le possibilità di trattamento.
Elettra Vecchia
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Più colpiti maschi, fumatori, ipertesi, diabetici
L'esistenza di tale relazione e le sue possibili spiegazioni sono state analizzate dal Blue Mountains Eye Study, relativo a una coorte suburbana australiana di 3.654 soggetti inizialmente di almeno 49 anni, nei quali è stata misurata l'acuità visiva e individuata la presenza di cataratta o di AMD con un sistema di classificazione fotografica standardizzata. Si sono poi monitorati parametri quali pressione arteriosa, indice di massa corporea, lipidemia, diabete, cardiopatia o ictus, oltre a fumo, alcol, livello d'istruzione e socio-economico; la valutazione ha riguardato la mortalità per tutte le cause e quella cardio-cerebrovascolare. L'osservazione generale è stata che i 1.051 partecipanti deceduti per ogni causa e i 483 per quelle vascolari erano più probabilmente maschi, fumatori abituali, sottopeso, nonché affetti da diabete, ipertensione e storia di angina, infarto miocardico, ictus. La mortalità cumulativa era maggiore nelle persone con danneggiamento visivo, con AMD e con cataratta rispetto a quelle senza, dopo aggiustamento per i fattori predittivi di mortalità per i primi due la differenza non era significativa a tutte le età. Nei più giovani di 75 anni, tuttavia, l'AMD è rimasta significativamente predittiva di più elevata mortalità per tutte le cause e per quella vascolare; in quelli sopra i 49 la cataratta (di ogni tipo, corticale, nucleare, subcapsulare posteriore) è apparsa significativamente predittiva di mortalità vascolare e associata a maggiore mortalità per tutte le cause (risultata invece minore per quella tumorale).
Condivisione di processi patologici
L'associazione tra mortalità e danno visivo potrebbe indicare che questi o le alterazioni età-correlate o entrambe, siano marker d'invecchiamento, oppure lo accelerino anticipando il decesso; potrebbero anche essere in causa altri fattori confondenti. Diverse le spiegazioni ipotizzabili, dato che il danno visivo è connesso a disabilità funzionale, perdita di autonomia, depressione (legata a maggiore mortalità cardiovascolare), cadute e fratture (causa risultata improbabile nello studio). In particolare, nella ricerca l'associazione tra mortalità vascolare e AMD è apparsa attenuata dopo la correzione per i fattori predisponenti cardiovascolari e per quelli socioeconomici: questo sostiene la possibilità che l'AMD condivida processi precoci con le cardiovasculopatie, come l'infiammazione sistemica, significativamente legata sia allo sviluppo della degenerazione maculare sia alla mortalità cardiovascolare nell'anziano.
Quanto all'associazione tra mortalità vascolare e cataratta, osservata anche nei vasti studi Framingham e Nurses Health, si sono ipotizzati uno stress ossidativo delle lipoproteine che favorirebbe l'alterazione, o un fattore di rischio aterosclerotico responsabile della patogenesi coronarica e relativa mortalità. I meccanismi di queste associazioni con la probabilità di decesso restano da approfondire: una volta accertati effetti causali diretti o indiretti delle alterazioni visive rispetto alla mortalità più precoce, un regolare monitoraggio oculistico nell'anziano permetterebbe di individuarle precocemente e migliorare le possibilità di trattamento.
Elettra Vecchia
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