10 ottobre 2008
Aggiornamenti e focus
Un mondo che non vede bene
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L'edizione annuale della Giornata mondiale della vista, che si celebra all'inizio dell'autunno, vuole riportare l'attenzione sulla salute degli occhi nel mondo e torna a sottolineare che il mondo non ci vede bene. E i numeri continuano a mostrare un problema emergente: ci sono 314 milioni di persone che convivono con capacità visive deteriorate, di cui 269 milioni sono ipovedenti, circa metà per difetti refrattivi non corretti, e 45 milioni sono ciechi, di cui 8 milioni sempre per difetti refrattivi non corretti.
Le cause della perdita della vista non sono, però, omogenee nella distribuzione geografica, in Europa si diventa ciechi per motivi diversi da quelli che si riscontrano in paesi poveri e in via di sviluppo, anche se patologie e fattori di rischio possono essere comuni. Cataratta, difetti refrattivi non corretti, glaucoma, degenerazione maculare senile e età avanzata (oltre l'80% dei 45 milioni di ciechi nel mondo ha più di 50 anni) sono le principali responsabili della perdita della vista. Tuttavia, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nei paesi industrializzati, le cause principali sono la degenerazione maculare senile, il glaucoma, la retinopatia diabetica e la cecità infantile, patologie che richiedono una diagnosi precoce e una riabilitazione tempestiva per recuperare o conservare la funzionalità d'organo residua. Nei paesi in via di sviluppo, invece, la causa principale, nella metà dei casi di cecità, è la cataratta non operata, un processo di invecchiamento del cristallino che a latitudini industrializzate viene risolto con un intervento ambulatoriale. Seguono i difetti della vista non corretti in modo adeguato, il glaucoma e la retinopatia diabetica; nel complesso, fattori di rischio su cui è possibile intervenire evitando la perdita della vista nell'80% dei casi.
Nel mondo industrializzato i mezzi di prevenzione ci sono e sono facilmente accessibili anche se le campagne informative ed educative non saranno mai abbastanza per far sapere al cittadino che molti problemi dell'occhio, in particolare il glaucoma, malattia subdola perchè asintomatica, si possono diagnosticare con largo anticipo evitando il peggio. La disponibilità di strumenti, idonei per prevenire e intervenire, in paesi in cui le risorse economiche sono limitate, è decisamente inferiore e non priva problemi logistici. Lo testimoniano le attività avviate nella periferia di Città del Messico e in Madagascar grazie al sostegno di Vision+Onlus, un'organizzazione costituita dai Rotary Club Milano Est e Milano San Babila, dal Distretto 2040 del Rotary International e da un gruppo di Soci Rotariani. In Messico, il centro attivato dalla Fundacion Agape IAP, presieduta da Padre Domenico Cavallanti, sarà ampliato da un ambulatorio ottico-oculistico. In Madagascar, insieme a Change Onlus, l'organizzazione italiana creerà un Centro di Oftalmologia comprensivo di ambulatorio, sala operatoria, laboratorio e attività educative. "Uno dei maggiori punti di forza da perseguire in questi progetti - sottolinea Simona Minchiotti dell'OMS - è la possibilità di formare personale locale, anche infermieristico, che abbia la possibilità, restando sul territorio, di muoversi con maggior facilità raggiungendo pazienti e portando cure laddove gli spostamenti sono più problematici".
Simona Zazzetta
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Cause evitabili
Le cause della perdita della vista non sono, però, omogenee nella distribuzione geografica, in Europa si diventa ciechi per motivi diversi da quelli che si riscontrano in paesi poveri e in via di sviluppo, anche se patologie e fattori di rischio possono essere comuni. Cataratta, difetti refrattivi non corretti, glaucoma, degenerazione maculare senile e età avanzata (oltre l'80% dei 45 milioni di ciechi nel mondo ha più di 50 anni) sono le principali responsabili della perdita della vista. Tuttavia, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nei paesi industrializzati, le cause principali sono la degenerazione maculare senile, il glaucoma, la retinopatia diabetica e la cecità infantile, patologie che richiedono una diagnosi precoce e una riabilitazione tempestiva per recuperare o conservare la funzionalità d'organo residua. Nei paesi in via di sviluppo, invece, la causa principale, nella metà dei casi di cecità, è la cataratta non operata, un processo di invecchiamento del cristallino che a latitudini industrializzate viene risolto con un intervento ambulatoriale. Seguono i difetti della vista non corretti in modo adeguato, il glaucoma e la retinopatia diabetica; nel complesso, fattori di rischio su cui è possibile intervenire evitando la perdita della vista nell'80% dei casi.
Interventi nel Terzo Mondo
Nel mondo industrializzato i mezzi di prevenzione ci sono e sono facilmente accessibili anche se le campagne informative ed educative non saranno mai abbastanza per far sapere al cittadino che molti problemi dell'occhio, in particolare il glaucoma, malattia subdola perchè asintomatica, si possono diagnosticare con largo anticipo evitando il peggio. La disponibilità di strumenti, idonei per prevenire e intervenire, in paesi in cui le risorse economiche sono limitate, è decisamente inferiore e non priva problemi logistici. Lo testimoniano le attività avviate nella periferia di Città del Messico e in Madagascar grazie al sostegno di Vision+Onlus, un'organizzazione costituita dai Rotary Club Milano Est e Milano San Babila, dal Distretto 2040 del Rotary International e da un gruppo di Soci Rotariani. In Messico, il centro attivato dalla Fundacion Agape IAP, presieduta da Padre Domenico Cavallanti, sarà ampliato da un ambulatorio ottico-oculistico. In Madagascar, insieme a Change Onlus, l'organizzazione italiana creerà un Centro di Oftalmologia comprensivo di ambulatorio, sala operatoria, laboratorio e attività educative. "Uno dei maggiori punti di forza da perseguire in questi progetti - sottolinea Simona Minchiotti dell'OMS - è la possibilità di formare personale locale, anche infermieristico, che abbia la possibilità, restando sul territorio, di muoversi con maggior facilità raggiungendo pazienti e portando cure laddove gli spostamenti sono più problematici".
Simona Zazzetta
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