17 ottobre 2008
Aggiornamenti e focus
Monitor troppo a vista
Tags:
Finita o quasi l'era della carta, oggi documenti e informazioni passano attraverso i circuiti digitali e vengono visualizzati sui monitor dei computer davanti agli occhi di milioni di operatori. Questo significa per molti lavoratori almeno otto ore seduti su una sedia, davanti a una scrivania servendosi continuamente della vista per fissare il videoterminale. Tuttavia, in un periodo storico in cui si è alzato il livello di attenzione sulla sicurezza sul lavoro, grazie anche alla legge n. 626, approvata nel 1994 e successivamente aggiornata, questo aspetto, secondo gli esperti non è adeguatamente valutato.
Una recente indagine del Vision Council of America, il 90% delle persone che lavorano davanti a un computer sviluppa problemi oculari connessi al suo utilizzo, spesso sbagliato. Anche in Italia si presenta un'analoga situazione: molti videoterminalisti sviluppano patologie visive legate all'utilizzo del computer e spesso non ne sono consapevoli. Patologie che, peraltro, non sono tutte uguali dipendendo dal tipo di attività svolta davanti al monitor. Esiste una distinzione tra due tipi di attività: passiva, quando l'operatore immette tramite tastiera dati che legge su un supporto cartaceo oppure attiva, l'operatore guarda delle immagini sul monitor e non ha necessità di leggere supporti cartacei, quindi sposta lo sguardo solo dalla tastiera al monitor e viceversa. In entrambi i casi l'operatore deve effettuare delle regolazioni per ottimizzare la situazione di lavoro. In ogni caso, se non vengono regolate in modo corrette postura, luci e luminosità, schermo e tipo di seduta si ha la possibilità che insorgano disturbi.
Inoltre, va considerato che ciascun problema visivo, in età diverse, comporta provvedimenti diversi. Un miope sottocorretto, per esempio, modifica la sua postura in avanti sovraccaricando il collo, il tutto causa maggiori bruciori agli occhi per la vicinanza allo schermo e fastidi causati dalla contemporanea necessità di scrivere sulla tastiera e guardare il monitor. L'ipermetrope, manifesto o latente, ha il problema opposto: dopo un po' i caratteri si sdoppiano e tende ad allontanarsi dallo schermo, problema che si accentua con la presbiopia. Infine gli astigmatici tendono ad avere posture lateralizzate per compensare astigmatismi elevati. Tutte queste accomodazioni possono provocare vari disturbi che prendono il nome di astenopia accomodativa: una sindrome clinica, causata da un disagio nella visione, che può manifestarsi con un insieme di sintomi oculari e generali: fotofobia, riduzione dell'acuità visiva, visione sfuocata o doppia, lacrimazione, prurito, irritazione, ma anche cefalea, nausea, vertigine tensione generale.
Correggere da cima a fondo
Se poi si usano già gli occhiali è importante che abbiano filtri antiriflesso poiché gli schermi generano riflessi sia sulla superficie esterna sia su quella interna degli occhiali stessi. Esistono addirittura occhiali da lavoro con lenti occupazionali: si tratta di lenti per una lettura dinamica, che permettono una visione confortevole in tutta la zona da vicino e anche a media distanza. Sono quindi ideali per tutte le persone che necessitano spazi più ampi per vicino: lavori alla scrivania e videoterminali. Anche la scelta di indossare lenti a contatto va ponderata con molta attenzione: attraverso un test di Schirmer si attesta la quantità normale del film lacrimale sia per consigliare lenti corneali migliori sia per stabilire che le ore di porto siano compatibili con le ore di lavoro davanti allo schermo. Infine, va prestata attenzione alla postazione di lavoro: la sedia, per essere conforme, deve essere ben bilanciata, traslabile su rotelle e regolabile in altezza con lo schienale posizionato in modo da sostenere la zona lombare. La scrivania deve avere una superficie poco riflettente e la distanza tra il bordo e la tastiera, deve essere di almeno 15 cm, per poter appoggiare gli avambracci. La luce deve essere presente ma contenuta e il contrasto tra schermo e ambiente appropriato e le fonti luminose devono essere perpendicolari allo schermo. Il monitor, preferibilmente piatto di ultima generazione va regolato in modo idoneo per risoluzione, profondità di colore e frequenza d'aggiornamento. Ultimo accorgimento, che a volte può dipendere da variabili aziendali, è la pausa: una, di 15 minuti ogni 2 ore di attività, non come concessione ma come obbligo previsto dalla legge 626.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Lavoratori a rischio
Una recente indagine del Vision Council of America, il 90% delle persone che lavorano davanti a un computer sviluppa problemi oculari connessi al suo utilizzo, spesso sbagliato. Anche in Italia si presenta un'analoga situazione: molti videoterminalisti sviluppano patologie visive legate all'utilizzo del computer e spesso non ne sono consapevoli. Patologie che, peraltro, non sono tutte uguali dipendendo dal tipo di attività svolta davanti al monitor. Esiste una distinzione tra due tipi di attività: passiva, quando l'operatore immette tramite tastiera dati che legge su un supporto cartaceo oppure attiva, l'operatore guarda delle immagini sul monitor e non ha necessità di leggere supporti cartacei, quindi sposta lo sguardo solo dalla tastiera al monitor e viceversa. In entrambi i casi l'operatore deve effettuare delle regolazioni per ottimizzare la situazione di lavoro. In ogni caso, se non vengono regolate in modo corrette postura, luci e luminosità, schermo e tipo di seduta si ha la possibilità che insorgano disturbi.
Vista in difficoltà
Inoltre, va considerato che ciascun problema visivo, in età diverse, comporta provvedimenti diversi. Un miope sottocorretto, per esempio, modifica la sua postura in avanti sovraccaricando il collo, il tutto causa maggiori bruciori agli occhi per la vicinanza allo schermo e fastidi causati dalla contemporanea necessità di scrivere sulla tastiera e guardare il monitor. L'ipermetrope, manifesto o latente, ha il problema opposto: dopo un po' i caratteri si sdoppiano e tende ad allontanarsi dallo schermo, problema che si accentua con la presbiopia. Infine gli astigmatici tendono ad avere posture lateralizzate per compensare astigmatismi elevati. Tutte queste accomodazioni possono provocare vari disturbi che prendono il nome di astenopia accomodativa: una sindrome clinica, causata da un disagio nella visione, che può manifestarsi con un insieme di sintomi oculari e generali: fotofobia, riduzione dell'acuità visiva, visione sfuocata o doppia, lacrimazione, prurito, irritazione, ma anche cefalea, nausea, vertigine tensione generale.
Correggere da cima a fondo
Se poi si usano già gli occhiali è importante che abbiano filtri antiriflesso poiché gli schermi generano riflessi sia sulla superficie esterna sia su quella interna degli occhiali stessi. Esistono addirittura occhiali da lavoro con lenti occupazionali: si tratta di lenti per una lettura dinamica, che permettono una visione confortevole in tutta la zona da vicino e anche a media distanza. Sono quindi ideali per tutte le persone che necessitano spazi più ampi per vicino: lavori alla scrivania e videoterminali. Anche la scelta di indossare lenti a contatto va ponderata con molta attenzione: attraverso un test di Schirmer si attesta la quantità normale del film lacrimale sia per consigliare lenti corneali migliori sia per stabilire che le ore di porto siano compatibili con le ore di lavoro davanti allo schermo. Infine, va prestata attenzione alla postazione di lavoro: la sedia, per essere conforme, deve essere ben bilanciata, traslabile su rotelle e regolabile in altezza con lo schienale posizionato in modo da sostenere la zona lombare. La scrivania deve avere una superficie poco riflettente e la distanza tra il bordo e la tastiera, deve essere di almeno 15 cm, per poter appoggiare gli avambracci. La luce deve essere presente ma contenuta e il contrasto tra schermo e ambiente appropriato e le fonti luminose devono essere perpendicolari allo schermo. Il monitor, preferibilmente piatto di ultima generazione va regolato in modo idoneo per risoluzione, profondità di colore e frequenza d'aggiornamento. Ultimo accorgimento, che a volte può dipendere da variabili aziendali, è la pausa: una, di 15 minuti ogni 2 ore di attività, non come concessione ma come obbligo previsto dalla legge 626.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
- Notizie e aggiornamenti
- Libri e pubblicazioni
- Dalle aziende
- Appunti di salute
- Nutrire la salute
- Aperi-libri
- Allenati con noi
...e inoltre su Dica33: