23 marzo 2007
Aggiornamenti e focus
I sospetti sull'ambiente
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I tumori sono forse le malattie per le quali c'è una maggiore mole di ricerca sui fattori predisponenti e scatenanti. Perché si profila sempre più chiaramente che se in forme e misure diverse aumentano nel mondo, questo dipende da modi e luoghi di vita, quindi comportamenti ed elementi ambientali che sono in gran parte modificabili. Il ruolo effettivo dell'inquinamento, soprattutto atmosferico, nello sviluppo del cancro resta controverso, ma alcune evidenze che emergono sono tutt'altro che rassicuranti. Per esempio quelle che riguardano un possibile legame con i tumori nei soggetti nei quali sono meno accettabili, i bambini.
Nel nostro paese i tumori infantili sono aumentati dell'1,2% negli ultimi dieci anni, con punte del 10% in quindici aree con insediamenti industriali a forte impatto, come si è affermato nel presentare a Roma un documento congiunto Isde Italia (Associazione medici per l'ambiente) e Fnomceo (Federazione ordine dei medici). La maggiore presenza in zone industriali fa cadere i sospetti sull'inquinamento ambientale, d'altra parte già coinvolto in altre patologie pediatriche come quelle respiratorie, che sono aumentate del 20-30% nelle aree urbane. Il dato inoltre sarebbe sovrapponibile a quello di un incremento medio in Europa degli ultimi trent'anni pari dell'1,1-1,2% annuo per i tumori in bambini tra 0 e 14 anni e dell'1,4% per i ragazzi tra 14 e 19 anni, valori per i quali si è posto l'accento sul possibile ruolo di fattori ambientali. Una relazione tra inquinamento atmosferico, principalmente da traffico, e cancro del polmone sarebbe emersa da una nota ricerca dell'Oms che ha stimato, in base ai valori registrati tra il 2002 e il 2004 in tredici città italiane intorno ai 200 abitanti, 8220 morti/anno di cui 742 per tumore polmonare attribuibili a presenza del particolato PM10 oltre i 20mcg/m3 di aria. Secondo alcuni studi condotti in Europa e negli Stati Uniti esisterebbe una correlazione tra inquinamento atmosferico e cancro del polmone valutato in un incremento tra l'8 e il 14% addirittura per le più piccole PM2,5. Non tutti gli esperti concordano però sul legame inquinamento-neoplasie, che in effetti è controverso e deve essere chiarito
Un inquinante sul quale non c'è alcun dubbio è invece il fumo, tanto che alla sigaretta viene imputato l'80% dei tumori del polmone, oltre a numerose altre forme cancerose nelle quali è imputato, dall'oro-faringe alla vescica. Un ruolo probabile e in alcuni casi accertato l'hanno poi contaminanti presenti negli alimenti, così come determinate radiazioni, compresa quella naturale del gas radon presente nel terreno e causa di cancro del polmone. Fare l'elenco dei fattori oncogeni legati ad ambiente e abitudini di vita è probabilmente impossibile. Più utile mettere a fuoco i principali fattori di rischio modificabili causa di mortalità per tumore, come ha fatto per esempio uno studio pubblicato un anno e mezzo fa sul Lancet. In un'amplissimo report relativo a sette aree mondiali è risultato che su sette milioni di morti per cancro (nel 2001) il 35% era attribuibile a nove fattori correggibili: fumo, alcol, alto indice di massa corporea, scarsità di frutta e verdura, inattività fisica, sesso non protetto, inquinamento urbano, combustibili solidi, epatite B o C da pratiche sanitarie; i tumori ricollegabili per più del 60% a qualcuno di tali fattori erano quello del polmone, della cervice uterina e dell'esofago. Come si può notare, sono in gran parte gli elementi-cardine sui quali focalizzare la prevenzione, non solo per i tumori, ma anche per altre diffuse patologie.
Viviana Zanardi
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L'aumento in età evolutiva
Nel nostro paese i tumori infantili sono aumentati dell'1,2% negli ultimi dieci anni, con punte del 10% in quindici aree con insediamenti industriali a forte impatto, come si è affermato nel presentare a Roma un documento congiunto Isde Italia (Associazione medici per l'ambiente) e Fnomceo (Federazione ordine dei medici). La maggiore presenza in zone industriali fa cadere i sospetti sull'inquinamento ambientale, d'altra parte già coinvolto in altre patologie pediatriche come quelle respiratorie, che sono aumentate del 20-30% nelle aree urbane. Il dato inoltre sarebbe sovrapponibile a quello di un incremento medio in Europa degli ultimi trent'anni pari dell'1,1-1,2% annuo per i tumori in bambini tra 0 e 14 anni e dell'1,4% per i ragazzi tra 14 e 19 anni, valori per i quali si è posto l'accento sul possibile ruolo di fattori ambientali. Una relazione tra inquinamento atmosferico, principalmente da traffico, e cancro del polmone sarebbe emersa da una nota ricerca dell'Oms che ha stimato, in base ai valori registrati tra il 2002 e il 2004 in tredici città italiane intorno ai 200 abitanti, 8220 morti/anno di cui 742 per tumore polmonare attribuibili a presenza del particolato PM10 oltre i 20mcg/m3 di aria. Secondo alcuni studi condotti in Europa e negli Stati Uniti esisterebbe una correlazione tra inquinamento atmosferico e cancro del polmone valutato in un incremento tra l'8 e il 14% addirittura per le più piccole PM2,5. Non tutti gli esperti concordano però sul legame inquinamento-neoplasie, che in effetti è controverso e deve essere chiarito
Cause modificabili di mortalità
Un inquinante sul quale non c'è alcun dubbio è invece il fumo, tanto che alla sigaretta viene imputato l'80% dei tumori del polmone, oltre a numerose altre forme cancerose nelle quali è imputato, dall'oro-faringe alla vescica. Un ruolo probabile e in alcuni casi accertato l'hanno poi contaminanti presenti negli alimenti, così come determinate radiazioni, compresa quella naturale del gas radon presente nel terreno e causa di cancro del polmone. Fare l'elenco dei fattori oncogeni legati ad ambiente e abitudini di vita è probabilmente impossibile. Più utile mettere a fuoco i principali fattori di rischio modificabili causa di mortalità per tumore, come ha fatto per esempio uno studio pubblicato un anno e mezzo fa sul Lancet. In un'amplissimo report relativo a sette aree mondiali è risultato che su sette milioni di morti per cancro (nel 2001) il 35% era attribuibile a nove fattori correggibili: fumo, alcol, alto indice di massa corporea, scarsità di frutta e verdura, inattività fisica, sesso non protetto, inquinamento urbano, combustibili solidi, epatite B o C da pratiche sanitarie; i tumori ricollegabili per più del 60% a qualcuno di tali fattori erano quello del polmone, della cervice uterina e dell'esofago. Come si può notare, sono in gran parte gli elementi-cardine sui quali focalizzare la prevenzione, non solo per i tumori, ma anche per altre diffuse patologie.
Viviana Zanardi
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