Cresce il peso dei ticket per i cittadini
Più di 850 milioni di euro. Tra ticket e compartecipazioni, è quanto hanno dovuto sborsare nel 2009 gli italiani per l'assistenza farmaceutica pubblica. Rapportato alla spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale, che a fine dicembre si è fermata poco sotto i 13 miliardi di euro, fa il 6,6%. I dati arrivano da Federfarma, il sindacato nazionale dei titolari di farmacia, e dipingono un quadro in parte già noto ma non per questo meno amaro. Continua, infatti, a crescere il contributo che i cittadini sono chiamati a pagare per i farmaci prescritti con ricetta rossa: nel 2008 ticket e compartecipazioni rappresentavano il 5,1% della spesa farmaceutica pubblica, nel 2007 il 4,2%. Le medie tra l'altro nascondono realtà locali estremamente eterogenee. Le Regioni in cui sono in vigore ticket sulle prescrizioni - magari per effetto di piani di rientro o per alleviare l'esborso a carico delle casse pubbliche - mostrano le percentuali più elevate: in Sicilia il peso del contributo arriva al 10,2%, in Lombardia al 9,5%, nel Veneto al 9,4%. Poi ci sono le Regioni nelle quali non si paga ticket: anche qui la compartecipazione a carico dei cittadini risulta in crescita (circa un punto percentuale in più, sempre in base ai dati di Federfarma) ma in questo caso la colpa potrebbe essere degli stessi assistiti: «Le polemiche strumentali che hanno investito i farmaci generici» è la tesi del sindacato dei farmacisti «hanno accresciuto la diffidenza della gente nei confronti di questi farmaci, spingendola a preferire più spesso il prodotto marca pur dovendo pagare la differenza di prezzo».
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