20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Un naso nuovo spuntato dal polso
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Ha vissuto per tre mesi con il suo nuovo naso, non ancora in funzione, sull'avambraccio, poco più su del polso. Si chiama Giuseppe Sollima 51 anni, disoccupato e colpito per tre volte da un carcinoma spino - cellulare al naso, recidivo. E il 15 gennaio il suo organo dell'olfatto, nuovo di zecca, è stato installato sul viso. Dopo un mese il primario chirurgo plastico Guido Borsetti autore dell'intervento con la sua èquipe ne ha dato notizia, quando cioè si è constatato che l'intervento era perfettamente riuscito, per la prima volta in Italia. Il lembo di pelle prelevato dall'avambraccio stesso, lungo il lato aderente al corpo era vivo, e la cucitura o sutura ai capillari del viso ha tenuto. "E' sicuramente una tappa importante per la microchirurgia italiana e internazionale, - sottolinea il dottor Guido Borsetti, Direttore U.O.A. di Chirurgia Plastica dell'Ospedale Maria Vittoria di Torino e presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica - e sono fiero che sia stata raggiunta a Torino. La letteratura internazionale non riporta nessun caso di interventi del genere. Si hanno infatti soltanto notizie di alcuni casi in Francia e negli Stati Uniti di ricostruzione di naso sull'avambraccio."
La ricostruzione del naso veniva praticata in India già nel 1300 a. C., con la pelle della fronte, e frammenti di costola. I beneficiari di questi antichi miracoli di chirurgia erano i ladri e gli adulteri, puniti con l'amputazione. Bisogna fare un salto in avanti di 1800 anni per trovare, nel '500, in Italia, il chirurgo Tagliacozzi (vedi link) che mise a punto una tecnica con la quale si utilizzava un lembo di pelle del bicipite, tagliato su tre lati e legato al viso per venti giorni circa.Nel secolo scorso, è datato 1969, il metodo di Washio, per il quale la differenza consiste nell'applicazione di un lembo di pelle prelevato da dietro le orecchie. Quindici anni fa, poi, si cominciò a utilizzare un tratto di cute dell'avambraccio, cosiddetto "lembo cinese". Fu possibile grazie alle nuove tecniche di microchirurgia, che consentono di congiungere dei vasi sanguigni anche più piccoli di un millimetro. Ma solo sei anni fa si iniziò a supporre di ricostruire il naso in un'altra sede, diversa dal viso, per consentire medicazioni e ritocchi senza che il paziente abbia un forte fastidio o debba respirare con dei tamponi.
"Ricostruire un naso è abbastanza semplice - commenta il primario Borsetti - con frammenti di costola si ricostruisce la parte ossea, e sopra, come una tenda canadese, si appoggia il lembo di pelle. La difficoltà sta nel far sopravvivere la pelle, trovando una sufficiente irrorazione sanguigna. Il punto individuato in questo caso è stato evidentemente quello giusto.
Fausta Orlando
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...e inoltre su Dica33:
La ricostruzione del naso veniva praticata in India già nel 1300 a. C., con la pelle della fronte, e frammenti di costola. I beneficiari di questi antichi miracoli di chirurgia erano i ladri e gli adulteri, puniti con l'amputazione. Bisogna fare un salto in avanti di 1800 anni per trovare, nel '500, in Italia, il chirurgo Tagliacozzi (vedi link) che mise a punto una tecnica con la quale si utilizzava un lembo di pelle del bicipite, tagliato su tre lati e legato al viso per venti giorni circa.Nel secolo scorso, è datato 1969, il metodo di Washio, per il quale la differenza consiste nell'applicazione di un lembo di pelle prelevato da dietro le orecchie. Quindici anni fa, poi, si cominciò a utilizzare un tratto di cute dell'avambraccio, cosiddetto "lembo cinese". Fu possibile grazie alle nuove tecniche di microchirurgia, che consentono di congiungere dei vasi sanguigni anche più piccoli di un millimetro. Ma solo sei anni fa si iniziò a supporre di ricostruire il naso in un'altra sede, diversa dal viso, per consentire medicazioni e ritocchi senza che il paziente abbia un forte fastidio o debba respirare con dei tamponi.
"Ricostruire un naso è abbastanza semplice - commenta il primario Borsetti - con frammenti di costola si ricostruisce la parte ossea, e sopra, come una tenda canadese, si appoggia il lembo di pelle. La difficoltà sta nel far sopravvivere la pelle, trovando una sufficiente irrorazione sanguigna. Il punto individuato in questo caso è stato evidentemente quello giusto.
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