17 settembre 2004
Aggiornamenti e focus
Tonsillectomia a ragion veduta
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Il motivo principale del ricorso all'operazione di tonsillectomia è la prevenzione delle infezioni ricorrenti. Per quanto spesso posto in discussione, l'intervento continua a essere eseguito, più spesso in associazione all'asportazione delle adenoidi. Di qui l'interesse di un gruppo di ricercatori britannici, che ha pensato di condurre uno studio in cui si è verificato che cosa succede nel tempo facendo l'operazione oppure limitandosi a seguire il bambino. Protagonisti della ricerca, 300 bambini di età compresa tra 2 e 8 anni che sono stati sottoposti tra il 2000 e il 2003 a visita specialistica in 21 ospedali, proprio a seguito di infezioni della gola o delle alte vie respiratorie. Dal campione, però, sono stati esclusi i bambini che erano soggetti a numerosi episodi infettivi nel corso dell'anno, cioè da sei o sette in su, e quelli che avevano apnea notturna ostruttiva, cioè dovuta all'ipertrofia delle tonsille. In altre parole, quello che si voleva valutare era l'efficaci dell'intervento nei casi lievi.
Successivamente all'intervento, o alla decisione di non procedere, il campione è stato seguito per poco meno di due anni, valutando il numero di indisposizioni caratterizzate da febbre, il numero delle infezioni specifiche della gola e quello delle infezioni delle alte vie respiratorie più in generale. I medici, attraverso questionari fatti compilare ai genitori, hanno anche valutato la qualità della vita dei due gruppi di bambini, tenendo presenti aspetti come il dolore alla deglutizione, il russamento durante il sonno e altri ancora. Il dato fondamentale comunque restava il numero di episodi con rialzo della temperatura al di sopra dei 38°. I risultati indicano una sostanziale equivalenza tra la tonsillectomia e l'atteggiamento "conservativo". Infatti nei bambini operati gli episodi febbrili si sono ridotti in una misura limitatissima: ne hanno avuti 2,97 per anno contro i 3,18 di quelli non operati. Inoltre, la riduzione di verificava tutta nei primi sei mesi dopo l'intervento: da quel momento in poi spariva. Le infezioni della gola erano 0,56 l'anno per gli operati e 0,77 per gli altri e analogo il dato per le i9nfezioni delle alte vie respiratorie: 5,47 rispetto a 6, sempre ogni anno.
L'intervento è inutile, allora? Secondo lo studio, nei bambini che hanno al massimo la gola arrossata e gonfia due volte l'anno è molto probabile. I benefici maggiori li hanno infatti registrati quelli che avevano più di tre episodi l'anno. Perché allora si continua a largheggiare con il rinvio in sala operatopria? Almeno due i possibili motivi. L'intervento è piuttosto sicuro: sui 194 bambini operati solo 12 (il 6%) hanno avuto delle complicanze e peraltro abbastanza lievi, anche le emorragie che si sono presentate hanno richiesto una sutura in soli due casi. Inoltre i benefici, per quanto limitati possano essere, si presentano subito, quindi sia i genitori sia il chirurgo restano logicamente soddisfatti della scelta. Il giudizio, però cambia con l'aumentare delle ricadute che di solito il bambino presenta e anche della loro lunghezza e della graviotà dei sintomi che sperimenta. Insomma, c'è tonsilla e tonsilla...
Maurizio Imperiali
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Conta la febbre sopra i 38°
Successivamente all'intervento, o alla decisione di non procedere, il campione è stato seguito per poco meno di due anni, valutando il numero di indisposizioni caratterizzate da febbre, il numero delle infezioni specifiche della gola e quello delle infezioni delle alte vie respiratorie più in generale. I medici, attraverso questionari fatti compilare ai genitori, hanno anche valutato la qualità della vita dei due gruppi di bambini, tenendo presenti aspetti come il dolore alla deglutizione, il russamento durante il sonno e altri ancora. Il dato fondamentale comunque restava il numero di episodi con rialzo della temperatura al di sopra dei 38°. I risultati indicano una sostanziale equivalenza tra la tonsillectomia e l'atteggiamento "conservativo". Infatti nei bambini operati gli episodi febbrili si sono ridotti in una misura limitatissima: ne hanno avuti 2,97 per anno contro i 3,18 di quelli non operati. Inoltre, la riduzione di verificava tutta nei primi sei mesi dopo l'intervento: da quel momento in poi spariva. Le infezioni della gola erano 0,56 l'anno per gli operati e 0,77 per gli altri e analogo il dato per le i9nfezioni delle alte vie respiratorie: 5,47 rispetto a 6, sempre ogni anno.
Selezionare caso per caso
L'intervento è inutile, allora? Secondo lo studio, nei bambini che hanno al massimo la gola arrossata e gonfia due volte l'anno è molto probabile. I benefici maggiori li hanno infatti registrati quelli che avevano più di tre episodi l'anno. Perché allora si continua a largheggiare con il rinvio in sala operatopria? Almeno due i possibili motivi. L'intervento è piuttosto sicuro: sui 194 bambini operati solo 12 (il 6%) hanno avuto delle complicanze e peraltro abbastanza lievi, anche le emorragie che si sono presentate hanno richiesto una sutura in soli due casi. Inoltre i benefici, per quanto limitati possano essere, si presentano subito, quindi sia i genitori sia il chirurgo restano logicamente soddisfatti della scelta. Il giudizio, però cambia con l'aumentare delle ricadute che di solito il bambino presenta e anche della loro lunghezza e della graviotà dei sintomi che sperimenta. Insomma, c'è tonsilla e tonsilla...
Maurizio Imperiali
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