12 dicembre 2008
Aggiornamenti e focus
Ridurre gli infortuni dei piccoli
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"Un intervento governativo che attui un sistema di leggi volte a prevenire le morti per infortunio dei bambini". E' quanto ha chiesto Vincenzo Spadafora, presidente dell'UNICEF Italia, aprendo lo scorso mercoledì 10 dicembre la conferenza stampa sulle morti dei bambini per infortuni, che si è tenuta a Roma presso la sede dell'UNICEF. Secondi i dati presentati dall'OMS e dalla stessa UNICEF, in Italia ogni anno muoiono circa 1.000 bambini e giovanissimi fino a 19 anni per cause accidentali e nell'90 per cento dei casi si tratta di incidenti stradali.
L'ultimo rapporto ACI-Istat del novembre 2008, riporta una diminuzione del 27,3% nel numero totale di morti da incidenti stradali (da 7.061 a 5.131) per il periodo 2000-2007, con un posizionamento dell'Italia al decimo posto nella classifica dell'Unione Europea (UE), di poco sopra la media europea (-24,8%). La stessa tendenza in calo si osserva nei decessi dei giovani da 0 a 20 anni, che nel 2007 sono stati 592.
Nonostante nel solo 2007 l'Italia abbia registrato una riduzione del 9,5% del numero totale di decessi da incidenti stradali rispetto all'anno precedente (la maggiore riduzione percentuale fra i paesi della UE), con -27,3% dal 2000 al 2007 l'Italia ha raggiunto poco più della metà dell'obiettivo fissato dalla UE che prevede la riduzione della mortalità del 50% tra il 2000 e il 2010. "Questo obiettivo - si legge nel rapporto ACI-ISTAT - appare di incerta realizzazione, ma è comunque la prima volta che si ottiene una riduzione così sostenuta in termini di mortalità (-9,5%) e ciò deve incoraggiare ad andare avanti guardando oltre il 2010". Il rapporto OMS stima che se l'Italia avesse lo stesso tasso di mortalità dei paesi con la migliore performance, queste morti potrebbero essere dimezzate. Gli efficaci programmi di prevenzione che hanno determinato i risultati positivi dell'Italia rispetto alle altre cause di morte per infortunio (annegamenti, avvelenamenti ed ustioni) dovrebbero essere messi a punto anche nel campo degli incidenti stradali. Secondo le stime dell'ISTAT, gli altissimi costi sociali associati alle morti, infermità e danni materiali causati dagli incidenti stradali equivalgono al 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL).
"Il Governo - ha affermato Spadafora - ha un ruolo centrale in materia di infortuni. In Italia manca un piano nazionale dell'infanzia dal 2003". A fronte dei risultati emersi, il presidente dell'UNICEF Italia ha chiesto all'Esecutivo di "mettere insieme un sistema di leggi capace di tutelare i bambini da incidenti di qualsiasi tipo", nonché "una serie di attività rivolte a tutti coloro che sono a contatto con i piccoli, come le famiglie e le scuole, per promuovere una cultura di attenzione". Sulla prevenzione, del resto, tanto si può fare: nel nuovo Rapporto europeo l'Oms ha identificato una serie di strategie per ridurre gli infortuni killer di cui sono vittime i bambini. "Investire in prevenzione consentirebbe di evitare moltissime morti. Se aumentassimo la sicurezza mettendo in opera interventi - spiega Francesca Racioppi responsabile del Centro europeo ambientale e salute OMS Europa - che rendessero sicuri gli ambienti di tutti i giorni potremmo evitare moltissimi infortuni arrivando a salvare ben tre vite di quattro. Inoltre - ha aggiunto Racioppi - si finirebbe anche col risparmiare dal momento che è dimostrato che investire un euro, per esempio adeguando i sistemi antincendio, si arriverebbe a risparmiarne 69. Ecco perché - ha concluso - con la collaborazione di tutti e con il ferreo rispetto delle leggi molte vite potrebbero essere salvate".
Gianluca Casponi
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Si deve migliorare
L'ultimo rapporto ACI-Istat del novembre 2008, riporta una diminuzione del 27,3% nel numero totale di morti da incidenti stradali (da 7.061 a 5.131) per il periodo 2000-2007, con un posizionamento dell'Italia al decimo posto nella classifica dell'Unione Europea (UE), di poco sopra la media europea (-24,8%). La stessa tendenza in calo si osserva nei decessi dei giovani da 0 a 20 anni, che nel 2007 sono stati 592.
Nonostante nel solo 2007 l'Italia abbia registrato una riduzione del 9,5% del numero totale di decessi da incidenti stradali rispetto all'anno precedente (la maggiore riduzione percentuale fra i paesi della UE), con -27,3% dal 2000 al 2007 l'Italia ha raggiunto poco più della metà dell'obiettivo fissato dalla UE che prevede la riduzione della mortalità del 50% tra il 2000 e il 2010. "Questo obiettivo - si legge nel rapporto ACI-ISTAT - appare di incerta realizzazione, ma è comunque la prima volta che si ottiene una riduzione così sostenuta in termini di mortalità (-9,5%) e ciò deve incoraggiare ad andare avanti guardando oltre il 2010". Il rapporto OMS stima che se l'Italia avesse lo stesso tasso di mortalità dei paesi con la migliore performance, queste morti potrebbero essere dimezzate. Gli efficaci programmi di prevenzione che hanno determinato i risultati positivi dell'Italia rispetto alle altre cause di morte per infortunio (annegamenti, avvelenamenti ed ustioni) dovrebbero essere messi a punto anche nel campo degli incidenti stradali. Secondo le stime dell'ISTAT, gli altissimi costi sociali associati alle morti, infermità e danni materiali causati dagli incidenti stradali equivalgono al 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL).
Intervenga il Governo
"Il Governo - ha affermato Spadafora - ha un ruolo centrale in materia di infortuni. In Italia manca un piano nazionale dell'infanzia dal 2003". A fronte dei risultati emersi, il presidente dell'UNICEF Italia ha chiesto all'Esecutivo di "mettere insieme un sistema di leggi capace di tutelare i bambini da incidenti di qualsiasi tipo", nonché "una serie di attività rivolte a tutti coloro che sono a contatto con i piccoli, come le famiglie e le scuole, per promuovere una cultura di attenzione". Sulla prevenzione, del resto, tanto si può fare: nel nuovo Rapporto europeo l'Oms ha identificato una serie di strategie per ridurre gli infortuni killer di cui sono vittime i bambini. "Investire in prevenzione consentirebbe di evitare moltissime morti. Se aumentassimo la sicurezza mettendo in opera interventi - spiega Francesca Racioppi responsabile del Centro europeo ambientale e salute OMS Europa - che rendessero sicuri gli ambienti di tutti i giorni potremmo evitare moltissimi infortuni arrivando a salvare ben tre vite di quattro. Inoltre - ha aggiunto Racioppi - si finirebbe anche col risparmiare dal momento che è dimostrato che investire un euro, per esempio adeguando i sistemi antincendio, si arriverebbe a risparmiarne 69. Ecco perché - ha concluso - con la collaborazione di tutti e con il ferreo rispetto delle leggi molte vite potrebbero essere salvate".
Gianluca Casponi
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