20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Impazzire di dolore
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Praticamente da sempre si sostiene che la perdita di un congiunto sia una delle cause scatenanti di malattie mentali (è vero, psichiatriche suona meglio, ma mentali è più immediato e, poi, non c'è nulla di vergognoso, è come dire malattie del cuore). Spesso l'associazione era limitata alla depressione, o ad altri disturbi affettivi, e sempre veniva anche posto un rapporto tra l'intimità con lo scomparso e la probabilità delle conseguenze. Tipico è il caso delle vedove, per le quali è stato provato un aumento delle malattie mentali nel primo anno dalla scomparsa del coniuge. Meno si sa, invece, di quanto accada ai genitori che hanno perso un figlio. Questo l'oggetto di una ricerca danese, che ha valutato la situazione in un campione di oltre un milione di persone con almeno un figlio di età inferiore a 18 anni nel periodo dal 1970 al 1999. E' chiaro che la perdita di un figlio non passa in ogni caso senza conseguenze, quindi ciò su cui si è concentrato lo studio non sono gli episodi di disturbo mentale, ma le situazioni così serie da richiedere un ricovero.
Nel campione così individuato, si sono verificate poco meno di 12000 morti di figli meno che diciottenni, per un totale di oltre 17000 genitori "deprivati", come li definisce lo studio. I dati di tutto il campione sono poi stati incrociati con quelli del registro nazionale dei ricoveri psichiatrici, questi ultimi sono stati suddivisi in tre grandi gruppi di cause: disordini affettivi (crisi di panico, depressione eccetera), schizofrenia e abuso di sostanze (alcol o droghe). Il dato generale ha confermato le aspettative: il rischio di un ricovero psichiatrico aumenta complessivamente del 67% nei genitori deprivati, ma con una differenza: più alto nelle madri (78% in più) che nei padri (38%). Questa differenza si manteneva anche quando i figli persi erano due: nelle mamme era più che tripla la frequenza dei ricoveri, mentre nei padri era pari a 2,3 volte circa. L'età del figlio scomparso non influiva sul rischio di ricovero. Nelle madri le malattie gravi erano più frequenti nel primo anno dopo la perdita, ma rimaneva comunque più elevato anche a cinque e più anni di distanza dal lutto. Nei padri si osservava invece una diminuzione con il tempo, ma solo per i disturbi affettivi e solo il rischio di ricovero per abuso di sostanze rimaneva più elevato dopo i cinque anni. Sempre nelle madri si è osservato che la situazione è meno grave quanto maggiore è il numero dei figli. I risultati quindi depongono per una maggiore vulnerabilità della donna, perché effettivamente, nella popolazione generale, la frequenza di ricoveri per malattie mentali non differisce tra i sessi.
Lo studio è importante perché è il primo che prova il rapporto tra lutto per un famigliare e malattia grave: gli studi precedenti erano infatti in qualche misura discordanti. Inoltre, prova che l'associazione non funziona soltanto per la depressione, ma anche per gli altri disturbi. Le ipotesi possibili sono molte, compresa quella della "causazione inversa" cioè che sia la malattia della madre a favorire la perdita del figlio: alcuni studi, infatti, provano che i figli di madri schizofreniche sono più esposti alla cosiddetta morte in culla. Tuttavia non sembra questo il caso, visto che i ricoveri non venivano influenzati dal fatto che il figlio morto fosse di età inferiore a un anno oppure più grande. Un altro aspetto, infine, introduce ai possibili rimedi. Si è visto che il numero dei figli conta, e se questo può voler dire che la presenza di altri può mitigare lo sconforto della perdita, potrebbe anche significare che una famiglia numerosa alza la soglia del ricovero. Vale a dire che è possibile trovare un supporto nella propria famiglia. E il supporto sembra essere la sola indicazione pratica: di fronte a un lutto di questa portata sarebbe fondamentale poter accedere a un'assistenza qualificata. E purtroppo l'assistenza psichiatrica sembra molto spesso la Cenerentola del Servizio sanitario, qui ma non solo.
Maurizio Imperiali
Fonte
Li J et al. Hospitalization for mental illness among parents after the death of a child. N Engl J Med. 2005 Mar 24;352(12):1190-6.
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Più colpite le mamme
Nel campione così individuato, si sono verificate poco meno di 12000 morti di figli meno che diciottenni, per un totale di oltre 17000 genitori "deprivati", come li definisce lo studio. I dati di tutto il campione sono poi stati incrociati con quelli del registro nazionale dei ricoveri psichiatrici, questi ultimi sono stati suddivisi in tre grandi gruppi di cause: disordini affettivi (crisi di panico, depressione eccetera), schizofrenia e abuso di sostanze (alcol o droghe). Il dato generale ha confermato le aspettative: il rischio di un ricovero psichiatrico aumenta complessivamente del 67% nei genitori deprivati, ma con una differenza: più alto nelle madri (78% in più) che nei padri (38%). Questa differenza si manteneva anche quando i figli persi erano due: nelle mamme era più che tripla la frequenza dei ricoveri, mentre nei padri era pari a 2,3 volte circa. L'età del figlio scomparso non influiva sul rischio di ricovero. Nelle madri le malattie gravi erano più frequenti nel primo anno dopo la perdita, ma rimaneva comunque più elevato anche a cinque e più anni di distanza dal lutto. Nei padri si osservava invece una diminuzione con il tempo, ma solo per i disturbi affettivi e solo il rischio di ricovero per abuso di sostanze rimaneva più elevato dopo i cinque anni. Sempre nelle madri si è osservato che la situazione è meno grave quanto maggiore è il numero dei figli. I risultati quindi depongono per una maggiore vulnerabilità della donna, perché effettivamente, nella popolazione generale, la frequenza di ricoveri per malattie mentali non differisce tra i sessi.
Non di sola depressione
Lo studio è importante perché è il primo che prova il rapporto tra lutto per un famigliare e malattia grave: gli studi precedenti erano infatti in qualche misura discordanti. Inoltre, prova che l'associazione non funziona soltanto per la depressione, ma anche per gli altri disturbi. Le ipotesi possibili sono molte, compresa quella della "causazione inversa" cioè che sia la malattia della madre a favorire la perdita del figlio: alcuni studi, infatti, provano che i figli di madri schizofreniche sono più esposti alla cosiddetta morte in culla. Tuttavia non sembra questo il caso, visto che i ricoveri non venivano influenzati dal fatto che il figlio morto fosse di età inferiore a un anno oppure più grande. Un altro aspetto, infine, introduce ai possibili rimedi. Si è visto che il numero dei figli conta, e se questo può voler dire che la presenza di altri può mitigare lo sconforto della perdita, potrebbe anche significare che una famiglia numerosa alza la soglia del ricovero. Vale a dire che è possibile trovare un supporto nella propria famiglia. E il supporto sembra essere la sola indicazione pratica: di fronte a un lutto di questa portata sarebbe fondamentale poter accedere a un'assistenza qualificata. E purtroppo l'assistenza psichiatrica sembra molto spesso la Cenerentola del Servizio sanitario, qui ma non solo.
Maurizio Imperiali
Fonte
Li J et al. Hospitalization for mental illness among parents after the death of a child. N Engl J Med. 2005 Mar 24;352(12):1190-6.
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