19 marzo 2004
Aggiornamenti e focus
Quando è in crisi il desiderio di lei
Tags:
Se nell'uomo il calo della libido e le disfunzioni sessuali sono piuttosto "visibili" nelle donne questi disturbi non sono altrettanto evidenti, ma ciò non significa che non ci siano, anzi. Un crescente numero di donne accusa questo problema, riconosciuto a livello medico come disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (hypoactive sexual desire disorder, HSDD); uno studio recente ha dimostrato che quasi un terzo delle donne tra i 18 e i 59 anni ha perso interesse rispetto alla vita sessuale.
Ancora una volta, a differenza della disfunzione erettile degli uomini, la soluzione non è semplice: i più grossi disturbi sessuali femminili derivano dalla combinazione di fattori fisici e mentali e non ci sono pillole o farmaci risolutivi.
La sessualità femminile è molto complessa e presenta molte sfaccettature, per esempio, non è semplice dare una definizione e una misura del disturbo da desiderio sessuale ipoattivo. Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM IV, consiste nella mancanza di fantasie sessuali e di desiderio di attività sessuale persistente o ricorrente, nell'evitare volontariamente il contatto genitale con un partner. Durante i rapporti sessuali le donne incontrano anche un disturbo dell'eccitazione con incapacità di raggiungere o di mantenere un'adeguata risposta agli stimoli attraverso la lubrificazione e la tumescenza durante il rapporto. Misurare l'entità del disturbo però è tutt'altro che semplice, in quanto, dicono gli esperti, non esiste un frequenza standard dei rapporti sessuali o comportamenti che si possono definire nella norma.
E' importante riconoscere che le cose cambiano nel tempo, e che molto spesso le donne pagano il prezzo degli sbalzi ormonali, dello stress da lavoro e delle relazioni difficili. Il calo del desiderio sessuale coinvolge fattori psicologici e rapporti interpersonali: la nascita di un figlio, l'insoddisfazione emotiva per la relazione in corso o per le prestazioni del partner, sono elementi che si intromettono in modo negativo nella sfera sessuale femminile.
Anche la fisiologia dà il suo contributo, il picco di testosterone, che influisce sulla spinta sessuale, è massimo quando si hanno 20 anni, ma è destinato a diminuire fino a un crollo drammatico con la menopausa. Inoltre, alcune condizioni patologiche, come depressione, endometriosi, fibromi, disfunzioni tiroidee, hanno un impatto negativo sulla sessualità femminile sia nel decorso sia nel trattamento, ma anche l'assunzione di contraccettivi orali o di antipertensivi condiziona il desiderio sessuale.
Tanti strumenti a disposizione
L'approccio terapeutico al disturbo da desiderio sessuale ipoattivo deve quindi prendere in considerazione tutti gli aspetti possibili, con il presupposto che il problema non è solo individuale. La terapia sessuale viene infatti proposta non solo a livello individuale ma anche alla coppia. Bisogna quindi individuare le eventuali condizioni mediche, per esempio rimuovere un fibroma che provoca dolore durante il rapporto sessuale, e in caso di terapie farmacologiche, valutare se rivedere il dosaggio o addirittura cambiare la prescrizione. Se si assumono contraccettivi orali si può optare per formulazioni diverse oppure pensare a un altro metodo per il controllo delle nascite. Per le donne in post menopausa esistono creme agli estrogeni che risolvono la secchezza vaginale tipica; infine, per quanto la Food and Drug Administration non li abbia ancora approvati, alcuni ginecologi prescrivono la terapia orale o transdermica con il testosterone.
Nonostante la ricerca negli ultimi anni sia comunque orientata in questa direzione, visti anche i successi ottenuti con le pillole azzurre, gialle e arancione, è stato riconosciuto un importante effetto placebo. Ciò spiegherebbe la presenza sul mercato di molti integratori proposti come soluzioni efficaci al calo del desiderio sessuale, ma forse nell'era del Viagra la famosa pozione numero 9 è appena dietro l'angolo.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Ancora una volta, a differenza della disfunzione erettile degli uomini, la soluzione non è semplice: i più grossi disturbi sessuali femminili derivano dalla combinazione di fattori fisici e mentali e non ci sono pillole o farmaci risolutivi.
Libido in calo
La sessualità femminile è molto complessa e presenta molte sfaccettature, per esempio, non è semplice dare una definizione e una misura del disturbo da desiderio sessuale ipoattivo. Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM IV, consiste nella mancanza di fantasie sessuali e di desiderio di attività sessuale persistente o ricorrente, nell'evitare volontariamente il contatto genitale con un partner. Durante i rapporti sessuali le donne incontrano anche un disturbo dell'eccitazione con incapacità di raggiungere o di mantenere un'adeguata risposta agli stimoli attraverso la lubrificazione e la tumescenza durante il rapporto. Misurare l'entità del disturbo però è tutt'altro che semplice, in quanto, dicono gli esperti, non esiste un frequenza standard dei rapporti sessuali o comportamenti che si possono definire nella norma.
Il mondo in una stanza
E' importante riconoscere che le cose cambiano nel tempo, e che molto spesso le donne pagano il prezzo degli sbalzi ormonali, dello stress da lavoro e delle relazioni difficili. Il calo del desiderio sessuale coinvolge fattori psicologici e rapporti interpersonali: la nascita di un figlio, l'insoddisfazione emotiva per la relazione in corso o per le prestazioni del partner, sono elementi che si intromettono in modo negativo nella sfera sessuale femminile.
Anche la fisiologia dà il suo contributo, il picco di testosterone, che influisce sulla spinta sessuale, è massimo quando si hanno 20 anni, ma è destinato a diminuire fino a un crollo drammatico con la menopausa. Inoltre, alcune condizioni patologiche, come depressione, endometriosi, fibromi, disfunzioni tiroidee, hanno un impatto negativo sulla sessualità femminile sia nel decorso sia nel trattamento, ma anche l'assunzione di contraccettivi orali o di antipertensivi condiziona il desiderio sessuale.
Tanti strumenti a disposizione
L'approccio terapeutico al disturbo da desiderio sessuale ipoattivo deve quindi prendere in considerazione tutti gli aspetti possibili, con il presupposto che il problema non è solo individuale. La terapia sessuale viene infatti proposta non solo a livello individuale ma anche alla coppia. Bisogna quindi individuare le eventuali condizioni mediche, per esempio rimuovere un fibroma che provoca dolore durante il rapporto sessuale, e in caso di terapie farmacologiche, valutare se rivedere il dosaggio o addirittura cambiare la prescrizione. Se si assumono contraccettivi orali si può optare per formulazioni diverse oppure pensare a un altro metodo per il controllo delle nascite. Per le donne in post menopausa esistono creme agli estrogeni che risolvono la secchezza vaginale tipica; infine, per quanto la Food and Drug Administration non li abbia ancora approvati, alcuni ginecologi prescrivono la terapia orale o transdermica con il testosterone.
Nonostante la ricerca negli ultimi anni sia comunque orientata in questa direzione, visti anche i successi ottenuti con le pillole azzurre, gialle e arancione, è stato riconosciuto un importante effetto placebo. Ciò spiegherebbe la presenza sul mercato di molti integratori proposti come soluzioni efficaci al calo del desiderio sessuale, ma forse nell'era del Viagra la famosa pozione numero 9 è appena dietro l'angolo.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
- Notizie e aggiornamenti
- Libri e pubblicazioni
- Dalle aziende
- Appunti di salute
- Nutrire la salute
- Aperi-libri
- Allenati con noi
...e inoltre su Dica33: