28 giugno 2006
Aggiornamenti e focus
L'auto grossa incoraggia l'azzardo
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Guidare è pericoloso, non c'è dubbio; e ci sono elementi che, pensati per ridurre la pericolosità, in realtà potrebbero aumentarla. Uno di questi è riassunto da una teoria, che si deve a Peltzman, secondo la quale il guidatore attua una "compensazione del rischio" vale a dire che ogni volta che ci si mette al volante, si fa un bilancio tra le possibilità di un incidente e i vantaggi di una guida rischiosa: viaggio più rapido, più divertimento (eccetera). E' evidente, a questo punto, che qualsiasi elemento che renda mano probabile farsi male, per esempio l'arrivo delle cinture di sicurezza o dell'air bag, l'avere installato l'ABS o il guidare una specie di carro armato allontana (a torto o a ragione) la prospettiva di farsi male e, quindi, si preme sull'acceleratore. La teoria di Peltzman è stata contestata ma, come si riporta nell'introduzione di uno studio del British Medical Journal, ci sono elementi a supporto. Per esempio, Oltremanica l'arrivo dell'obbligo delle cinture per guidatore e passeggero a fianco ha coinciso con l'aumento delle morti da traffico tra pedoni, 8% in più, ciclisti, 13%, e occupanti dei sedili posteriori (senza cinture, evidentemente) tra i quali la mortalità è salita del 28%.
I ricercatori hanno cercato di capire se l'uso delle SUV, o comunque di grossi fuoristrada a quattro ruote motrici, ha un effetto analogo. Anche perché c'è un precedente: nel 1993, il Ministero dei Trasporti britannico aveva distribuito mezzo milione di opuscoli in cui si sosteneva la maggiore sicurezza delle vetture grandi rispetto alle piccole, riportando anche dati statunitensi che mostravano che i guidatori delle Suv, in caso di incidente, avevano minori probabilità di riportare danni, il che, nel paese che ha dato i natali alla Mini (quella originale) suona un po' come un tradimento. Lo studio ha pertanto cercato di stabilire se l'uso di uno di questi veicoli si associa a comportamenti pericolosi, come non indossare le cinture o parlare al telefono senza auricolare. Per farlo, sono stati piazzati strategicamente degli osservatori in tre punti della zona occidentale di Londra con caratteristiche di viabilità differenti. Inoltre, i rilievi sono stati fatti sia nella fase di introduzione della legge che proibiva l'uso del telefonino a mano durante la guida, in base alla quale i tutori dell'ordine si limitavano a un richiamo, sia nella fase successiva in cui fioccavano le multe.
Che cosa si è visto, dunque? Intanto che un guidatore su sei non usa le cinture, e uno su 40 telefona tranquillamente. Distinguendo per tipo di vettura, i guidatori di SUV e simili hanno una frequenza di telefonate fuori legge quattro volte superiore agli altri, mentre in fatto di cinture dimenticate, la frequenza è superiore soltanto (si fa per dire) del 26%. Altro dato generale, chi infrange una delle due leggi più facilmente infrange anche l'altra, infatti tra coloro che usavano il telefono quelli senza cinture erano il 22%, mentre tra coloro che non usavano il telefono la percentuale era pari al 15%. In pratica, anche questo studio confermerebbe l'ipotesi di Peltzman: se ci si sente più protetti, si ignorano alcune misure prudenziali, tanto la peggio ce l'ha il ciclista. Nella stessa occasione, il BMJ ha pubblicato anche un altro studio, dedicato a un fattore di rischio per gli incidenti: guidare quando ci si sente insonnoliti. Si tratta di un'indagine francese che ha coinvolto poco meno di 13000 persone, tutte dipendenti o ex dipendenti di un grande ente energetico francese. Si è visto che il rischio di incidenti gravi aumentava con il numero di episodi in cui la persona aveva guidato pur capendo di essere sull'orlo del sonno. Chi aveva dichiarato che negli ultimi 12 mesi lo aveva fatto "poche volte" aveva un rischio pari al 50% in più, ma per chi diceva di aver guidato malgrado la sonnolenza almeno una volta al mese, il rischio praticamente triplicava. A qualcuno potrà sembrare una scoperta dell'acqua calda, ma il dato veramente importante, non è l'aumento del rischio, scontato, ma il fatto che capire di non essere sufficientemente svegli non impedisca a molti di continuare a guidare. Se si ha sonno, ci si ferma, semplicemente.
Maurizio Imperiali
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...e inoltre su Dica33:
Basta guardare chi passa...
I ricercatori hanno cercato di capire se l'uso delle SUV, o comunque di grossi fuoristrada a quattro ruote motrici, ha un effetto analogo. Anche perché c'è un precedente: nel 1993, il Ministero dei Trasporti britannico aveva distribuito mezzo milione di opuscoli in cui si sosteneva la maggiore sicurezza delle vetture grandi rispetto alle piccole, riportando anche dati statunitensi che mostravano che i guidatori delle Suv, in caso di incidente, avevano minori probabilità di riportare danni, il che, nel paese che ha dato i natali alla Mini (quella originale) suona un po' come un tradimento. Lo studio ha pertanto cercato di stabilire se l'uso di uno di questi veicoli si associa a comportamenti pericolosi, come non indossare le cinture o parlare al telefono senza auricolare. Per farlo, sono stati piazzati strategicamente degli osservatori in tre punti della zona occidentale di Londra con caratteristiche di viabilità differenti. Inoltre, i rilievi sono stati fatti sia nella fase di introduzione della legge che proibiva l'uso del telefonino a mano durante la guida, in base alla quale i tutori dell'ordine si limitavano a un richiamo, sia nella fase successiva in cui fioccavano le multe.
Senza cintura si sente meglio?
Che cosa si è visto, dunque? Intanto che un guidatore su sei non usa le cinture, e uno su 40 telefona tranquillamente. Distinguendo per tipo di vettura, i guidatori di SUV e simili hanno una frequenza di telefonate fuori legge quattro volte superiore agli altri, mentre in fatto di cinture dimenticate, la frequenza è superiore soltanto (si fa per dire) del 26%. Altro dato generale, chi infrange una delle due leggi più facilmente infrange anche l'altra, infatti tra coloro che usavano il telefono quelli senza cinture erano il 22%, mentre tra coloro che non usavano il telefono la percentuale era pari al 15%. In pratica, anche questo studio confermerebbe l'ipotesi di Peltzman: se ci si sente più protetti, si ignorano alcune misure prudenziali, tanto la peggio ce l'ha il ciclista. Nella stessa occasione, il BMJ ha pubblicato anche un altro studio, dedicato a un fattore di rischio per gli incidenti: guidare quando ci si sente insonnoliti. Si tratta di un'indagine francese che ha coinvolto poco meno di 13000 persone, tutte dipendenti o ex dipendenti di un grande ente energetico francese. Si è visto che il rischio di incidenti gravi aumentava con il numero di episodi in cui la persona aveva guidato pur capendo di essere sull'orlo del sonno. Chi aveva dichiarato che negli ultimi 12 mesi lo aveva fatto "poche volte" aveva un rischio pari al 50% in più, ma per chi diceva di aver guidato malgrado la sonnolenza almeno una volta al mese, il rischio praticamente triplicava. A qualcuno potrà sembrare una scoperta dell'acqua calda, ma il dato veramente importante, non è l'aumento del rischio, scontato, ma il fatto che capire di non essere sufficientemente svegli non impedisca a molti di continuare a guidare. Se si ha sonno, ci si ferma, semplicemente.
Maurizio Imperiali
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