03 giugno 2010
Aggiornamenti e focus
Omega3, oltre la soglia non servono
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È fuor di dubbio che gli acidi grassi omega3 siano indicati nei pazienti affetti da coronaropatie. Ma quando se ne assumono già dosi sufficienti, attraverso la dieta o con i supplementi, non è utile aumentarne. In pratica, oltre una determinata dose di olio di pesce, non si osserva alcun beneficio aggiuntivo. E' questo il risultato di un'indagine condotta su 2412 pazienti affetti da coronaropatie, durante la quale sono state valutate le abitudini alimentari nell'anno precedente al lavoro, con particolare riguardo al consumo di pesce e di eventuali integratori a base di olio di fegato di merluzzo. I soggetti sono stati poi seguiti per un periodo di cinque anni per monitorare complicazioni cardiache, compresi infarti e decessi. Dall'analisi finale è emerso che non c'è un rapporto diretto tra consumo di acidi grassi polinsaturi Omega 3 e riduzione degli eventi cardiaci. «Quello che si può concludere analizzando i risultati di questo studio» sostiene Mari Manger, coordinatrice della ricerca e medico presso l'università di Bergen, in Norvegia, «è che i pazienti cardiopatici ben trattati farmacologicamente e che introducono una quantità sufficiente di acidi grassi polinsaturi Omega 3 non hanno alcun motivo di aumentarne i dosagg». Ma qual è allora il giusto introito di omega 3? «È molto probabile che due porzioni di pesce alla settimana siano più che sufficienti» conclude Manger.
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