Piccoli cuori ipertesi

28 maggio 2004
Aggiornamenti e focus

Piccoli cuori ipertesi



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Prevenire l'ipertensione è una priorità già nei bambini e negli adolescenti. Si sa, infatti, che i bambini con una pressione del sangue più alta hanno una maggiore probabilità di diventare adulti ipertesi. Ecco perché quanto più precoci sono gli interventi in questa direzione, maggiori sono le possibilità di ridurre la mortalità cardiovascolare tra gli adulti. L'ultimo numero del New England Journal of Medicine segnala un'iniziativa del governo americano, la campagna Healthy People 2010, che va proprio in questa direzione. E la prevenzione delle malattie cardiovascolari insieme alla salute dei bambini sono due degli obiettivi dichiarati.

Prevenire sin da bambini


È ormai universalmente accettato che la salute cardiovascolare va tutelata sin da bambini. Ma come? Una domanda che resta ancora senza risposta precisa. Negli anni '80, quando è sta promossa la prima Healthy People, la misurazione della pressione non era effettuata con regolarità sui bambini. Oggi la situazione è decisamente cambiata anche in virtù di molti studi, tra cui uno recente pubblicato sull'American Journal of Hypertension, da cui è emerso come il 36% dei ragazzi era in soprappeso e di questi il 9,5% soffriva di ipertensione. La pressione dei bambini viene così misurata con più regolarità. Un evidente progresso, anche se ancora molti medici sono dubbiosi su come affrontare questi controlli. Un report sull'argomento è stato presentato all'American Society of Hypertension, il punto chiave è sempre lo stesso: il numero sempre maggiore di bambini e ragazzi obesi nei paesi industrializzati fa temere, per i prossimi 15-20 anni, una vera e propria epidemia di malattie cardiovascolari. Oggi comunque gli strumenti a disposizione del medico per identificare i bambini a rischio sono sempre di più. Perciò esistono dei valori di riferimento (chiamati percentili), che variano in relazione all'età pediatrica considerata, per interpretare correttamente i valori ottenuti durante la misurazione della pressione arteriosa.
Le nuove linee guida statunitensi hanno ridefinito anche i parametri per i più piccoli e sulla base delle ricerche epidemiologiche sugli adulti hanno indicato che, partendo da 115/75 mmHg come parametro di riferimento, ogni aumento di 20 mmHg della pressione sistolica (quella massima) e di 10 mmHg di quella diastolica, comporta un rischio doppio di malattia cardiovascolare. Le nuove linee guida, inoltre, introducono un nuovo concetto, quello di preipertensione, una condizione cui corrisponde una serie di modifiche da apportare al proprio stile di vita. Ma - si chiedono i ricercatori - è corretto definire un bambino o un adolescente come preiperteso? La risposta è affermativa, nel momento in cui lo si considera come un monito per apportare le giuste modifiche allo stile di vita e scongiurare così futuri rischi cardiovascolari. Oggi è così possibile, se si è in presenza di ipertensione conclamata, focalizzare le terapie sui bambini e si dispone di guide per l'uso pediatrico di molti farmaci antiipertensivi. Non solo. Gli ultimi aggiornamenti puntano anche sul ruolo del sonno e dei suoi disturbi che sembrano fortemente connessi all'ipertensione.

Dopo i tre anni, misurazione per tutti


La raccomandazione di fondo del gruppo di ricerca, comunque, resta quella di misurare la pressione in tutti i bambini sopra i tre anni che si presentino in un ambulatorio. Mentre la stessa valutazione va effettuata nei bambini sotto i tre anni, solo se neonati pretermine o con basso peso alla nascita o nel caso di malattie cardiache o renali congenite o, infine, se assumono farmaci che possano alzare la pressione. Ma al di là delle terapie farmacologiche sono oltremodo importanti alcune regole di vita quali la riduzione del peso corporeo, la riduzione dell'assunzione di sale, la pratica attiva dello sport.

Marco Malagutti



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