07 luglio 2006
Aggiornamenti e focus
La dieta non basta
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“Conoscete un novantenne obeso? Non credo proprio, perché, sfortunatamente, l’obesità impedisce quasi sempre di arrivare così in là con gli anni” il messaggio del professor Michele Carruba, presidente della Società Italiana dell’Obesità ha il pregio di sintesi e chiarezza. D’altra parte, anche il dato statistico mostra che mentre attorno ai 65 anni il numero di italiani obesi è piuttosto elevato, se si passa alla decade estrema, 80 e più, il dato cala in misura rilevante.
“E’ ormai incontestabile” ha detto Carruba “che l’obesità sia un potente fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e il diabete, malattie che riducono fortemente l’aspettativa di vita”. Altre conferme vengono dall’indagine Sinottica condotta da GFK Eurisko da molti anni, non uno dei tanti sondaggi estemporanei, ma uno studio dell’evoluzione della società italiana condotto interrogando nel tempo un campione di 10.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana. E a proposito di sovrappeso, si nota che mentre nella popolazione generale le persone con peso normale sono 57%, dopo i 64 anni sono soltanto il 40%. Gli over 64 che in sovrappeso sono il 44%, nella popolazione generale, il 32%, gli anziani francamente obesi il 16%, nella popolazione generale, il 11%. Si sa che lo sviluppo dell’obesità si gioca su due fattori: l’introito calori e il dispendio calorico e se prevale il primo, si ingrassa. Come ha spiegato Isabella Cecchini, direttore
del Dipartimento ricerche per la salute di GFK-Eurisko, grazie al mutamento delle caratteristiche della popolazione anziana, che oggi è più colta, informata, più attenta alla salute in termini di progetto, quindi di impegno per la prevenzione, e non soltanto di preoccupazione per malattie in atto, alcuni concetti si sono diffusi: per esempio, per i comportamenti alimentari, tra gli anziani è significativamente più diffuso l’orientamento alla leggerezza (40% contro il 26% della popolazione generale) e al controllo di ciò che si mangia (20% contro 8%), mentre la trasgressione a tavola è un fenomeno limitato (5% contro 14%). E allora, per spiegare la prevalenza del sovrappeso molto probabilmente ci si deve rivolgere alla scarsissima propensione all’attività fisica degli anziani italiani, che secondo l’indagine Sinottica è praticata soltanto dal 13% degli ultrasessantaquattrenni, mentre nella popolazione generale la percentuale sale al 29%. Peraltro, se si valuta quanti fanno attività fisica più di una volta la settimana, il dato generale e quello della terza età scendono ulteriormente: 17% e 9% rispettivamente.
Difatti, Carruba ha avuto buon gioco a ricordare che “nel corso dell’evoluzione non è poi cambiato moltissimo l’introito calorico, quello che si è drammaticamente modificato è il dispendio energetico, ormai ridotto a una frazione di quello di soli 50 anni fa”. Carruba ha riportato anche un dato molto chiaro: posto ch3e in media un adulto dovrebbe assumere 2500 calorie al giorno in media, è sufficiente un errore dell’1% in più ogni giorno, cioè 25 calorie, per determinare nell’arco di un anno un aumento di peso pari a 2,5 chilogrammi. Siccome errori di questo genere sono se non inevitabili, facilissimi a prodursi, è chiaro che soltanto un adeguato livello di attività, e di dispendio energetico, possono far passare senza conseguenze questi scostamenti. “E non si pensi che serva chissà quale impegno per ridurre drasticamente non soltanto l’obesità, ma la mortalità per tutte le cause. Si è calcolato che una persona sedentaria compie in un giorno 5000 passi: facendo 10000, che significa una passeggiata di buon passo di mezz’ora, il rischio si riduce a un terzo”. Una mezzora di camminata che può anche essere frazionata: tre camminate da 10 minuti non sono impossibili per nessuno. Soprattutto per gli anziani che, teoricamente, non hanno impegni lavorativi. E’ una questione di cultura, così come è stato per l’alimentazione. Non a caso, nel corso del convegno è stata presentata anche l’iniziativa “Nonni in movimento”, resa possibile da Polident, che si spera sia soltanto un “pilota” destinato a essere replicato. Il 10 settembre, ai Giardini pubblici di Milano (corso di Porta Venezia), è prevista una giornata di orientamento all’attività fisica con l’ausilio di istruttori ISEF.
Maurizio Imperiali
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Negli anta si cura l’alimentazione ma…
“E’ ormai incontestabile” ha detto Carruba “che l’obesità sia un potente fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e il diabete, malattie che riducono fortemente l’aspettativa di vita”. Altre conferme vengono dall’indagine Sinottica condotta da GFK Eurisko da molti anni, non uno dei tanti sondaggi estemporanei, ma uno studio dell’evoluzione della società italiana condotto interrogando nel tempo un campione di 10.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana. E a proposito di sovrappeso, si nota che mentre nella popolazione generale le persone con peso normale sono 57%, dopo i 64 anni sono soltanto il 40%. Gli over 64 che in sovrappeso sono il 44%, nella popolazione generale, il 32%, gli anziani francamente obesi il 16%, nella popolazione generale, il 11%. Si sa che lo sviluppo dell’obesità si gioca su due fattori: l’introito calori e il dispendio calorico e se prevale il primo, si ingrassa. Come ha spiegato Isabella Cecchini, direttore
del Dipartimento ricerche per la salute di GFK-Eurisko, grazie al mutamento delle caratteristiche della popolazione anziana, che oggi è più colta, informata, più attenta alla salute in termini di progetto, quindi di impegno per la prevenzione, e non soltanto di preoccupazione per malattie in atto, alcuni concetti si sono diffusi: per esempio, per i comportamenti alimentari, tra gli anziani è significativamente più diffuso l’orientamento alla leggerezza (40% contro il 26% della popolazione generale) e al controllo di ciò che si mangia (20% contro 8%), mentre la trasgressione a tavola è un fenomeno limitato (5% contro 14%). E allora, per spiegare la prevalenza del sovrappeso molto probabilmente ci si deve rivolgere alla scarsissima propensione all’attività fisica degli anziani italiani, che secondo l’indagine Sinottica è praticata soltanto dal 13% degli ultrasessantaquattrenni, mentre nella popolazione generale la percentuale sale al 29%. Peraltro, se si valuta quanti fanno attività fisica più di una volta la settimana, il dato generale e quello della terza età scendono ulteriormente: 17% e 9% rispettivamente.
...si trascura l’attività motoria
Difatti, Carruba ha avuto buon gioco a ricordare che “nel corso dell’evoluzione non è poi cambiato moltissimo l’introito calorico, quello che si è drammaticamente modificato è il dispendio energetico, ormai ridotto a una frazione di quello di soli 50 anni fa”. Carruba ha riportato anche un dato molto chiaro: posto ch3e in media un adulto dovrebbe assumere 2500 calorie al giorno in media, è sufficiente un errore dell’1% in più ogni giorno, cioè 25 calorie, per determinare nell’arco di un anno un aumento di peso pari a 2,5 chilogrammi. Siccome errori di questo genere sono se non inevitabili, facilissimi a prodursi, è chiaro che soltanto un adeguato livello di attività, e di dispendio energetico, possono far passare senza conseguenze questi scostamenti. “E non si pensi che serva chissà quale impegno per ridurre drasticamente non soltanto l’obesità, ma la mortalità per tutte le cause. Si è calcolato che una persona sedentaria compie in un giorno 5000 passi: facendo 10000, che significa una passeggiata di buon passo di mezz’ora, il rischio si riduce a un terzo”. Una mezzora di camminata che può anche essere frazionata: tre camminate da 10 minuti non sono impossibili per nessuno. Soprattutto per gli anziani che, teoricamente, non hanno impegni lavorativi. E’ una questione di cultura, così come è stato per l’alimentazione. Non a caso, nel corso del convegno è stata presentata anche l’iniziativa “Nonni in movimento”, resa possibile da Polident, che si spera sia soltanto un “pilota” destinato a essere replicato. Il 10 settembre, ai Giardini pubblici di Milano (corso di Porta Venezia), è prevista una giornata di orientamento all’attività fisica con l’ausilio di istruttori ISEF.
Maurizio Imperiali
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