17 novembre 2004
Aggiornamenti e focus
Assolto il caffè, processato il sale
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Il reflusso gastroesofageo, malattia caratterizzata dalla presenza di troppo acido nel posto sbagliato, ossia l'esofago, causa una serie di sintomi e di lesioni dell'esofago, fortemente condizionanti per la qualità di vita di almeno due milioni di italiani. Le cause? Possono essere diverse anche se quella fondamentale è rappresentata dall'anomalo funzionamento di una piccola valvola, posta tra esofago e stomaco, lo sfintere esofageo inferiore. In condizioni di normalità si tratta di una valvola a senso unico, che impedisce al contenuto dello stomaco di tornare nell'esofago. Se però non funziona bene il contenuto gastrico refluisce nell'esofago. Questo può succedere, o almeno così si è sempre pensato, per cattive abitudini di vita, come fumo o consumo eccessivo di caffè, o anche a causa di alcuni farmaci, come i calcio-antagonisti. Un nuovo studio, condotto presso l'Ospedale Karolinska di Stoccolma, conferma il ruolo del fumo e aggiunge quello del sale mentre scagiona altri sospetti, tra cui il tè e l'alcol.
Lo studio, il primo di questo tipo con un vasto campione di individui, ha considerato 3153 persone con i sintomi del reflusso e 40210 persone sane. Il dato più eclatante riguarda i fumatori. Il rischio di tale disturbo, infatti, è del 20% più alto in chi ha il vizio da uno a cinque anni, con una relazione dose-dipendente. Ecco perché si passa al 70% nei fumatori da oltre 20 anni. L'associazione dose-dipendente vale anche per il numero totale di sigarette fumate, con un rischio maggiore del 60% per chi ha fumato oltre 50000 sigarette contro quelli che ne hanno fumate meno di 100. Ma non è finita qui. Un altro comportamento rischioso per lo stomaco riguarda l'abitudine di salare in abbondanza le pietanze. Esiste, infatti, una relazione dose-dipendente anche tra l'aumentata frequenza di pasti a base di carne e pesce salati in eccesso e sintomi da reflusso. Un consumo regolare di piatti salati comporta un rischio maggiore del 70%.
La grande novità è però rappresentata dall'assoluzione del caffè. Le cose, per la verità, cambiano se si considera il caffè da solo o insieme ad altre variabili. Se considerato da solo c'è un piccolo aumento del rischio di sintomatologia da reflusso, ma se si analizzano anche altre variabili, come il fumo, l'effetto del consumo di caffè diventa addirittura protettivo. Analogamente sembrano aver un effetto protettivo sia il consumo di pane integrale sia l'attività fisica. Nel caso del pane ricco di fibre il rischio scende del 50%, la stessa diminuzione del rischio che si riscontra in individui che fanno esercizi fisici per almeno 30 minuti al giorno. Infine anche altri sospetti come tè e alcol sembrerebbero scagionati. Un limite dello studio - dichiarano gli stessi autori - potrebbe risiedere nella valutazione della patologia solo dal punto di vista dei sintomi, ma si tratta comunque di uno studio significativo circa gli stili di vita da evitare, prima solo sospettati, a cui si aggiunge il sale come fattore causale a lungo termine del reflusso gastroesofageo.
Marco Malagutti
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I nemici dell'esofago
Lo studio, il primo di questo tipo con un vasto campione di individui, ha considerato 3153 persone con i sintomi del reflusso e 40210 persone sane. Il dato più eclatante riguarda i fumatori. Il rischio di tale disturbo, infatti, è del 20% più alto in chi ha il vizio da uno a cinque anni, con una relazione dose-dipendente. Ecco perché si passa al 70% nei fumatori da oltre 20 anni. L'associazione dose-dipendente vale anche per il numero totale di sigarette fumate, con un rischio maggiore del 60% per chi ha fumato oltre 50000 sigarette contro quelli che ne hanno fumate meno di 100. Ma non è finita qui. Un altro comportamento rischioso per lo stomaco riguarda l'abitudine di salare in abbondanza le pietanze. Esiste, infatti, una relazione dose-dipendente anche tra l'aumentata frequenza di pasti a base di carne e pesce salati in eccesso e sintomi da reflusso. Un consumo regolare di piatti salati comporta un rischio maggiore del 70%.
Vizi perdonati
La grande novità è però rappresentata dall'assoluzione del caffè. Le cose, per la verità, cambiano se si considera il caffè da solo o insieme ad altre variabili. Se considerato da solo c'è un piccolo aumento del rischio di sintomatologia da reflusso, ma se si analizzano anche altre variabili, come il fumo, l'effetto del consumo di caffè diventa addirittura protettivo. Analogamente sembrano aver un effetto protettivo sia il consumo di pane integrale sia l'attività fisica. Nel caso del pane ricco di fibre il rischio scende del 50%, la stessa diminuzione del rischio che si riscontra in individui che fanno esercizi fisici per almeno 30 minuti al giorno. Infine anche altri sospetti come tè e alcol sembrerebbero scagionati. Un limite dello studio - dichiarano gli stessi autori - potrebbe risiedere nella valutazione della patologia solo dal punto di vista dei sintomi, ma si tratta comunque di uno studio significativo circa gli stili di vita da evitare, prima solo sospettati, a cui si aggiunge il sale come fattore causale a lungo termine del reflusso gastroesofageo.
Marco Malagutti
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