22 aprile 2005
Aggiornamenti e focus
Meningo-vaccino con pochi ingredienti
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Il vaccino streptococcico coniugato eptavalente (con sette ceppi batterici diversi di Streptococcus pneumoniae) è stato un successo. Entro i due anni dalla sua introduzione si è registrata una riduzione del 69% delle malattie pneumococciche invasive nei bambini al di sotto dei due anni di età. I dati, però, riguardano fondamentalmente la popolazione nordamericana, al di fuori di questa e in particolare nei paesi in via di sviluppo dove le vittime delle malattie pneumococciche sono le più numerose, il vaccino eptavalente glicoconiugato non dà copertura su tutti i serotipi prevalenti. In particolare il serotipo 1, considerato critico per raggiungere la copertura ottimale a livello internazionale.
E' emersa quindi la necessità di "completare" la vaccinazione con una combinazione nonovalente che unisse ai ceppi già presenti anche quelli del meningococco del gruppo C. Il vaccino risultante ha un nome piuttosto complicato riassumibile nella sigla Pnc9-MenC; la sua sperimentazione si trova ora in fase 2 e ha superato uno studio condotto tra il 2000 e il 2002 dimostrandosi sicuro e in grado di immunizzare per tutti i serotipi contenuti.La preparazione nonovalente è stata però confrontata con quella monovalente allestita con il meningococco del gruppo C (MenC), su bambini sani di età compresa tra sette e 11 settimane; 120 sono stati immunizzati con un tipo altri 120 con l'altro. I controlli sono stati effettuati all'età di 2, 3, 4 e 5 mesi.
L'immunità indotta è stata misurata in base alla concentrazione di anticorpi nel sangue. E ciò che ne è emerso è la non prevedibilità dell'immungenicità nel momento in cui si combinano vaccini multivalenti. Infatti, l'immunità verso il meningococco del gruppo C indotta dal Pnc9-MenC era inferiore a quella indotta dal vaccino monovalente. In altre parole, mettemndo tanti ceppi batterici insieme, non per tutti si ottiene lo stesso risultato.Contemporaneamente erano stati somministrati anche i vaccini contro il virus dell'influenza di tipo b, quello trivalente contro pertosse, difterite e tetano e quello anti-polio. Ebbene, anche i primi due preparati si sono visti ridurre l'efficacia.Tali risultati non depongono a favore del vaccino nonovalente e possono rappresentare un limite al suo sviluppo per quanto, d'altro canto, si sia dimostrato sicuro e in grado di immunizzare contro tutti i serotipi contenuti nel preparato. Quindi, per ora non si considera di sostituirlo al MenC. Ciò non esclude che sul nonovalente le ricerche proseguano quanto meno per tentare di semplificare un'operazione, la vaccinazione, che in certi paesi rappresenta l'unica chance per proteggersi da malattie difficili da curare in quelle condizioni.
Simona Zazzetta
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Nove contro uno
E' emersa quindi la necessità di "completare" la vaccinazione con una combinazione nonovalente che unisse ai ceppi già presenti anche quelli del meningococco del gruppo C. Il vaccino risultante ha un nome piuttosto complicato riassumibile nella sigla Pnc9-MenC; la sua sperimentazione si trova ora in fase 2 e ha superato uno studio condotto tra il 2000 e il 2002 dimostrandosi sicuro e in grado di immunizzare per tutti i serotipi contenuti.La preparazione nonovalente è stata però confrontata con quella monovalente allestita con il meningococco del gruppo C (MenC), su bambini sani di età compresa tra sette e 11 settimane; 120 sono stati immunizzati con un tipo altri 120 con l'altro. I controlli sono stati effettuati all'età di 2, 3, 4 e 5 mesi.
Il monovalente vale di più
L'immunità indotta è stata misurata in base alla concentrazione di anticorpi nel sangue. E ciò che ne è emerso è la non prevedibilità dell'immungenicità nel momento in cui si combinano vaccini multivalenti. Infatti, l'immunità verso il meningococco del gruppo C indotta dal Pnc9-MenC era inferiore a quella indotta dal vaccino monovalente. In altre parole, mettemndo tanti ceppi batterici insieme, non per tutti si ottiene lo stesso risultato.Contemporaneamente erano stati somministrati anche i vaccini contro il virus dell'influenza di tipo b, quello trivalente contro pertosse, difterite e tetano e quello anti-polio. Ebbene, anche i primi due preparati si sono visti ridurre l'efficacia.Tali risultati non depongono a favore del vaccino nonovalente e possono rappresentare un limite al suo sviluppo per quanto, d'altro canto, si sia dimostrato sicuro e in grado di immunizzare contro tutti i serotipi contenuti nel preparato. Quindi, per ora non si considera di sostituirlo al MenC. Ciò non esclude che sul nonovalente le ricerche proseguano quanto meno per tentare di semplificare un'operazione, la vaccinazione, che in certi paesi rappresenta l'unica chance per proteggersi da malattie difficili da curare in quelle condizioni.
Simona Zazzetta
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