Piercing per caso

19 marzo 2004
Aggiornamenti e focus

Piercing per caso



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Potrebbe sembrare una moda recente ma in realtà pare che già il pittore olandese Rembrandt nel 1600 abbia fatto ricorso al piercing all'orecchio. E lo stesso Rembrandt è anche il primo esempio di infezioni provocate da un orecchino, visto che l'esame dei molti autoritratti dipinti dal pittore olandese ha fatto ipotizzare a un chirurgo inglese che la deformazione del lobo dell'orecchio sinistro fosse il segnale delle ripetute infezioni provocate dall'orecchino. Già perché i piercing possono essere pericolosi. I patiti di queste mode rischiano di contrarre malattie che vanno dalle infezioni virali alle infezioni batteriche fino alle allergie e ai melanomi. Non è un caso che di recente l'Unione Europea abbia lanciato l'allarme con una ricerca che invitava le autorità competenti in Europa a prendere le contromisure sanitarie appropriate. Sulla stessa lunghezza d'onda è un articolo apparso sulla rivista JAMA, nel quale gli autori si soffermano sui rischi infettivi per il piercing nella porzione superiore dell'orecchio. Il tutto è nato dalla denuncia di molti casi di infezione da Pseudomonas aeruginosa tra i clienti di un chiosco di bigiotteria nell'Oregon. Sette casi di infezioni accertate e 18 sospettate. Dei casi confermati 4 hanno richiesto l'intervento chirurgico con serie conseguenze.

Se non c'è l'igiene


La dinamica è semplice. I casi riportati dipendono dal mancato ricorso alle pratiche igieniche necessarie nell'effettuare il piercing. E non è da trascurare che siano state fatte in un chiosco e quindi in modo piuttosto occasionale. Normalmente si usano pistole che sparano delle capsuline d'argento e oro, in modo da evitare allergie ai metalli, per preparare la strada, cioè il foro attraverso il quale dovrà essere inserito il piercing di varia foggia e dimensione. Il piercer, colui che effettua l'operazione cioè, dovrebbe utilizzare solo capsule e aghi individuali. Non così è successo negli episodi citati da JAMA, dove, probabilmente, si è fatto ricorso allo stesso dispositivo per centinaia di operazioni. Il problema riguarda in particolare il piercing nella parte superiore dell'orecchio, la cartilagine perciò, perché si tratta di una zona non irrorata. Così se si sviluppa l'infezione batterica dopo l'innesto dell'orecchino gli antibiotici di uso comune potrebbero non essere efficaci, dal momento che non c'è il sangue necessario per trasportare il farmaco a destinazione. Un problema che non si pone, per esempio, per i fori praticati sui lobi.

Bambini col piercing


Non è il primo studio a sollevare questa preoccupazione. Già un altro, condotto su 454 studenti americani, aveva registrato un 17% di complicanze mediche da piercing, decisamente più che non per i tatuaggi. Si trattava di infezioni batteriche, ma anche di emorragie, lesioni, cicatrici; mentre la parte del corpo più esposta è risultato l'ombelico tra le femmine, e proprio l'orecchio per i maschi. Non solo. Un altro studio del British Medical Journal si è soffermato sui pericoli connessi al piercing del padiglione auricolare lungo il margine esterno, che, molto spesso, causa pericondrite, l'infezione della cartilagine. Si inizia con gonfiore e dolori e, se non curato adeguatamente, provoca un vero ascesso fino ad arrivare alla distruzione della cartilagine. Nel caso ovviamente più estremo, quando antibiotici sistemici e locali risultano inefficaci. Lo studio di JAMA conferma come il ricorso ad antibiotici di uso comune come l'amoxicillina possa risultare vano. Meglio sarebbe il ricorso ad antibiotici più potenti come la ciprofloxacina, peraltro non approvati per l'uso nei minori di 18 anni. Eh sì perché lo studio riguarda pazienti tra i 10 e i 19 anni, quindi non proprio adulti.

Occhio al piercer

Ma l'infezione da Pseudomonas, che in genere si manifesta settimane o mesi dopo il piercing, si può evitare. Se anche non si tratta di un'infezione mortale, infatti, l'esito estetico può essere devastante, visto che può essere necessaria l'asportazione chirurgica. Determinante è l'ambiente igienico in cui si opera dagli strumenti usati alle mani stesse dell'operatore. In Italia, nel 1998, sono state emanate linee guida dedicate ai controlli sanitari sui laboratori che, per i piercer, prevedevano corsi di formazione obbligatori organizzati dalle Regioni (sebbene quasi nessuna li abbia realizzati....). I piercing, infatti, possono essere praticati solo da professionisti in possesso dei requisiti necessari. Meglio perciò non affidarsi a piercer improvvisati anche se spiccatamente artistici. In questo caso, l'arte può nuocere gravemente alla salute.

Marco Malagutti



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