L'ausilio per disabilità si fa Hi-tech

27 ottobre 2010
Interviste

L'ausilio per disabilità si fa Hi-tech



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Aumentare l'autonomia e l'integrazione sociale delle persone che si trovano in condizione di handicap è tra i principali obiettivi di clinici e operatori sanitari. Una risposta concreta a queste esigenze viene dall'ingegneria biomedica e dalla robotica, come ha spiegato Andrea Zanela, responsabile della linea di ricerca "Sensoristica e automazione per assistenza fisico-emotiva alla persona" del Laboratorio di Robotica dell'Enea.

Quali sono i passaggi fondamentali che portano alla realizzazione di sistemi e ausili per persone con disabilità?
A una prima analisi delle abilità residue dell'individuo, segue una fase in cui si progetta il sistema di ausilio vero e proprio, il migliore dispositivo d'interfaccia uomo-macchina. Nel caso di disabilità di tipo fisico, i modelli di riferimento sono essenzialmente quelli biologici legati alle sensorialità. Per disabilità di tipo cognitivo, l'analisi delle abilità residue può risultare più complessa, e il sistema di ausilio deve prevedere che l'individuo possa non comunicare direttamente le proprie esigenze speciali. Si adottano, in questo caso, paradigmi caratteristici dell'intelligenza artificiale.

Quali sono i principali ostacoli?
Le attività svolte in questi anni nel campo dell'innovazione di prodotto e di servizio per la qualità della vita delle persone con esigenze speciali, hanno dimostrato che le nuove tecnologie possono contribuire in modo sostanziale all'integrazione sociale dei pazienti e a risolvere molti dei problemi degli anziani, le cui esigenze si fanno crescenti in relazione all'avanzare dell'età. Tuttavia, lo strumento tecnico in sé può risolvere solo il problema funzionale, ma non elimina le difficoltà d'inserimento sociale; sarebbe necessario che lo sviluppo innovativo avvenisse in una logica d'integrazione di sistema affinché possano venire coinvolti tutti gli ambiti in cui la persona agisce: spazi comuni, case, luoghi di lavoro. Inoltre, la diffusione dei sistemi tecnologici è ancora frenata da un mercato che rende i costi degli apparati spesso proibitivi.

Quanto è importante il contributo dei pazienti alla ricerca?
E' insostituibile, tanto in fase di progettazione, quanto nella validazione dei risultati della ricerca. Per questo abbiamo da sempre condotto le attività di sviluppo e di trasferimento tecnologico in questo campo a stretto contatto con le principali associazioni dei pazienti.

Quali ricerche state sperimentando in questo momento?
L'Enea ha progettato e sta ora sperimentando un innovativo sistema di localizzazione e guida per i non vedenti. Recentemente abbiamo firmato un protocollo d'intesa con altri organismi europei per la ricerca congiunta sugli ausili tecnologici e sulla domotica. Nel campo dei sistemi informativi, stiamo realizzando progetti che hanno l'obiettivo di fornire al viaggiatore portatore di handicap informazioni qualificate, in modo automatico, in tempo reale sul proprio smartphone, in modo che egli possa assolvere alle sue esigenze speciali, come trovare una spiaggia, un bagno accessibile, oppure un ristorante che serva cibi senza glutine.



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