24 novembre 2024
Carbolithium
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Cos'è Carbolithium (litio carbonato)
Carbolithium è un farmaco a base di litio carbonato, appartenente al gruppo terapeutico Antipsicotici litio. E' commercializzato in Italia da LABORATORIO FARMACEUTICO S.I.T. S.r.l. . Specialità Igienico Terapeutiche
Confezioni e formulazioni di Carbolithium disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Carbolithium disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
A cosa serve Carbolithium e perchè si usa
Profilassi e trattamento degli stati di eccitazione nelle forme maniacali e ipomaniacali e degli stati di depressione o psicosi depressive croniche delle psicosi maniaco-depressive. Cefalea a grappolo solo in soggetti che non rispondano ad altra terapia, a causa del basso indice terapeutico del litio carbonato.
Indicazioni: come usare Carbolithium, posologia, dosi e modo d'uso
Il dosaggio deve essere definito su base individuale in relazione alla litiemia, alla tolleranza del paziente e alla risposta clinica individuale.
Posologia
Adulti e adolescenti:
300 mg da 2 a 6 volte al giorno, somministrati ad intervalli regolari. Le dosi massime vanno impiegate nella terapia di attacco delle forme gravi, le minime nella terapia di mantenimento profilattico.
È sempre necessario iniziare la terapia con basse dosi di farmaco e titolare la dose in base alla misurazione della litiemia.
Se la terapia con sali di litio viene utilizzata nel range di età 12 - 18 anni oltre le usuali cautele e raccomandazioni, la durata dovrebbe essere relativamente breve e continuata solo in presenza di inequivocabili segni di risposta clinica al farmaco.
La sicurezza e l'efficacia dei sali di litio nei bambini sotto i 12 anni non sono state ancora completamente stabilite, pertanto l'uso in tali pazienti non è raccomandato.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Carbolithium
I sali di litio sono controindicati in:
- ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
- patologie cardiache;
- danno renale;
- grave stato di debilitazione;
- aumentata deplezione di sodio;
- trattamento concomitante con diuretici;
- gravidanza accertata o presunta e allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Carbolithium può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Il litio può causare danni al feto.
Pertanto, il medicinale è controindicato in caso di gravidanza accertata o presunta (vedere paragrafo 4.3).
Dopo pochi giorni dal parto è consigliabile, sempre sotto stretto controllo medico, riprendere la terapia a basse dosi per l'aumento del rischio di episodi maniacali e di ricadute nel periodo post partum, evitando accuratamente l'allattamento al seno.
Allattamento
Il litio è escreto nel latte materno, pertanto il medicinale è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3).
Fertilità
Le donne in età fertile devono effettuare un test di gravidanza prima di iniziare la terapia con sali di litio.
Le donne in età fertile che siano già in terapia con sali di litio e vogliano iniziare una gravidanza devono interrompere la terapia scalando gradualmente la dose, sotto stretto controllo medico, per evitare la comparsa di ricadute (vedere paragrafo 4.4).
Quali sono gli effetti indesiderati di Carbolithium
L'insorgenza e la severità degli effetti indesiderati sono generalmente correlati ai livelli plasmatici, alla velocità con la quale si raggiunge il picco plasmatico e al diverso grado di sensibilità al litio del singolo paziente. Generalmente sono tanto più gravi quanto più alta è la concentrazione plasmatica del farmaco.
La litiemia deve essere, dunque, monitorata regolarmente durante la terapia per controllare che non si raggiungano livelli plasmatici associati ad un aumento della tossicità.
Tuttavia alcuni pazienti possono avere livelli di litiemia considerati tossici e non presentare alcun segno di tossicità; altri, al contrario, possono sviluppare tossicità alle concentrazioni terapeutiche.
Generalmente, effetti indesiderati si manifestano con maggiore frequenza quando si raggiungono livelli plasmatici superiori a 1,5 mEq/litro, ma possono verificarsi anche per concentrazioni di 1 mEq/litro, in particolare negli anziani. Per questi motivi, sebbene le concentrazioni plasmatiche ritenute ragionevolmente sicure rientrino nell'intervallo: 0,4 - 1,25 mEq/litro, è preferibile mantenere la litiemia all'interno dell'intervallo 0,4 – 1 mEq/litro.
Leggeri tremori alle mani, poliuria e una sete moderata possono presentarsi all'inizio della terapia della fase maniacale acuta e un malessere generale può manifestarsi durante i primi giorni di somministrazione. Tali effetti indesiderati generalmente scompaiono con la prosecuzione del trattamento o con una temporanea riduzione della dose del farmaco. Se persistono è necessario interrompere il trattamento.
Durante le ventiquattro ore successive alla prima somministrazione di litio, si può avere un aumento dell'escrezione urinaria di sodio, potassio e di mineralcorticoidi. Successivamente, l'escrezione di potassio si normalizza e si può aver ritenzione di sodio, per aumentata secrezione di aldosterone, con la comparsa di edema periferico. Anche questi effetti indesiderati scompaiono normalmente in pochi giorni. Tuttavia, la terapia con litio può determinare una progressiva diminuzione della capacità del rene di concentrare l'urina con possibile insorgenza di diabete insipido di origine nefrogena.
Diarrea, nausea, vomito, dolore addominale, sonnolenza, debolezza muscolare, coordinazione anormale, sedazione, bocca secca, sensazione di freddo, rallentamento della parola e nistagmo sono i primi segni di intossicazione da litio e possono verificarsi a livelli plasmatici inferiori a 2 mEq/litro. A più alti livelli di litiemia, i sintomi possono progredire rapidamente. Si possono manifestare iperreflessia, atassia, vertigini, tinnito, visione offuscata ed intensa poliuria. Livelli plasmatici di litio superiori a 3 mEq/litro possono produrre un complesso quadro clinico, coinvolgendo vari organi e apparati fino ad esitare in crisi convulsiva, collasso circolatorio, stupore, coma e morte.
In corso di terapia sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati:
Le frequenze degli eventi avversi sono classificate come segue: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1 000, <1/100), raro (≥1/10 000, <1/1 000), molto raro (<1/10 000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema nervoso: epilessia da piccolo male, crisi convulsiva, disturbo dell'eloquio, disturbo extrapiramidale, capogiro, sonnolenza, letargia, stupore, coma, tremore, ipereccitabilità muscolare (contrazioni muscolari involontarie, movimenti tonico-clonici delle gambe), atassia, coreoatetosi, iperreflessia.
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: disfunzione sessuale (frequenza non nota).
Patologie dell'orecchio e del labirinto: vertigine.
Disturbi psichiatrici: ritardo psicomotorio, stato confusionale, irrequietezza.
Patologie cardiache: aritmia, scompenso cardiaco (raramente). Sono stati osservati aritmia ventricolare (come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco). Sindrome di Brugada (slatentizzazione/aggravamento, frequenza non nota).
Patologie vascolari: ipotensione, insufficienza circolatoria periferica.
Patologie renali e urinarie: incontinenza urinaria. Albuminuria, oliguria, poliuria, glicosuria. Cambiamenti morfologici con fibrosi glomerulare ed interstiziale renale e atrofia dei nefroni, sono stati riscontrati in corso di terapia prolungata di litio. Tuttavia uguali manifestazioni si sono verificate anche in pazienti maniaco- depressivi mai trattati con sali di litio. Sono stati riscontrati con una frequenza non nota i seguenti effetti indesiderati: tumore benigno del rene/cancro renale (microcisti, oncocitoma o carcinoma a cellule renali (nella terapia a lungo termine) (vedere paragrafo 4.4).
Patologie endocrine: ipercalcemia (frequenza molto comune), anormalità tiroidee: gozzo e/o ipotiroidismo (incluso mixedema), diabete insipido. Frequenza non nota: Iperparatiroidismo, adenoma paratiroideo, iperplasia paratiroidea. Sono stati riscontrati rari casi di ipertiroidismo.
Patologie gastrointestinali: incontinenza anale, nausea, vomito, diarrea, dolore addominale e bocca secca.
Patologie del sistema emolinfopoietico: in letteratura è stato riscontrato un caso di marcata leucopenia (senza apprezzabili modificazioni dei valori di eritrociti e piastrine) associato con un aumento acuto della litiemia. Inoltre in caso di terapie a lungo termine con litio sono state descritte alterazioni ematologiche.
Patologie dell'occhio: difetto del campo visivo, compromissione della visione.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: inaridimento ed assottigliamento dei capelli, alopecia, anestesia cutanea, esacerbazione della psoriasi, eruzione da farmaci. Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (frequenza non nota).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: disidratazione, appetito ridotto, ipercalcemia.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: debolezza muscolare.
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione: stanchezza. Può verificarsi morte improvvisa per tossicità da litio.
Esami diagnostici: elettrocardiogramma anormale, elettroencefalogramma anormale. Sono stati osservati casi di QT dell'elettrocardiogramma prolungato. Peso diminuito.
Infezioni ed infestazioni: follicolite cronica.
Tumori benigni, maligni e non specificati (incl. cisti e polipi): tumore benigno della paratiroide.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Patologie correlate:
- Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare (DB) è una patologia nella quale i normali stati dell'umore, tristezza e felicità, si presentano ciclicamente amplificati e alternati a periodi di normalità. A soffrine il 12% della popolazione - Schizofrenia
Disturbo mentale grave caratterizzato dalla perdita di contatto con la realtà, allucinazioni, deliri e alterazioni della forma del pensiero.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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