02 novembre 2024
Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali
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Cos'è Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali (casirivimab + imdevimab)
Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali è un farmaco a base di casirivimab + imdevimab, appartenente al gruppo terapeutico Anticovid, anticorpi monoclonali. E' commercializzato in Italia da Roche S.p.A.
Confezioni e formulazioni di Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
A cosa serve Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali e perchè si usa
Casirivimab e imdevimab sono indicati per il trattamento della malattia da coronavirus 2019 (COVID− 19) da lieve a moderata in pazienti adulti e pediatrici (di età pari o superiore a 12 anni) con infezione confermata in laboratorio da SARS−CoV−2 e che sono ad alto rischio di COVID−19 severa.
Tra i possibili fattori di rischio si includono i seguenti:
- indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI) ≥30, oppure >95° percentile per età e per genere
- insufficienza renale cronica, incluse dialisi peritoneale o emodialisi
- diabete mellito non controllato (HbA1c>9,0% 75 mmol/mol) o con complicanze croniche
- immunodeficienza primitiva o secondaria
- età >65 anni
- malattia cardio−cerebrovascolare (inclusa ipertensione con concomitante danno d'organo)
- broncopneumopatia cronica ostruttiva e/o altra malattia respiratoria cronica (ad es. soggetti affetti da asma, fibrosi polmonare o che necessitano di ossigenoterapia per ragioni differenti da SARS−CoV−2)
- epatopatia cronica [Con seguente box di warning: “gli anticorpi monoclonali non sono stati studiati in pazienti con compromissione epatica moderata o severa“.]
- emoglobinopatie
- patologie del neurosviluppo e patologie neurodegenerative
COVID−19 deve essere di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e confermata da positività di esame virologico diretto per SARS−CoV−2. Il trattamento è possibile oltre i 10 giorni dall'esordio solo in soggetti con immunodeficienza che presentino: sierologia per SARS−COV−2 negativa e prolungata positività al tampone molecolare.
Casirivimab e imdevimab sono indicati per il trattamento di pazienti adulti e pediatrici di età superiore a 12 anni ospedalizzati per COVID−19, anche in ossigenoterapia convenzionale (non ad alti flussi e non in ventilazione meccanica), ma con sierologia negativa per gli anticorpi IgG anti−Spike di SARS−CoV−2.
Casirivimab e imdevimab non devono essere usati nei pazienti in ossigenoterapia ad alti flussi e/o in ventilazione meccanica.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali
Ipersensibilità a casirivimab o imdevimab o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Casirivimab + Imdevimab Anticorpi Monoclonali può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
I dati relativi all'uso di casirivimab e imdevimab in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Non sono disponibili dati da studi di tossicità riproduttiva sugli animali, tuttavia in uno studio di reattività crociata tissutale condotto con casirivimab e imdevimab utilizzando tessuto fetale umano non sono emersi segni di interesse clinico (vedere paragrafo 5.3). È noto che gli anticorpi IgG1 umani attraversano la barriera placentare, pertanto casirivimab e imdevimab hanno il potenziale di essere trasferiti dalla madre al feto in via di sviluppo. Non è noto se il trasferimento potenziale di casirivimab e imdevimab rappresenti un beneficio di trattamento o un rischio per il feto in via di sviluppo. Casirivimab e imdevimab devono essere utilizzati durante la gravidanza solo se il beneficio potenziale giustifica il rischio potenziale per la madre e per il feto, considerando tutti i fattori sanitari associati.
Allattamento
Non sono disponibili dati sulla presenza di casirivimab e/o imdevimab nel latte umano o nel latte animale, sugli effetti per il lattante allattato al seno o sugli effetti del medicinale sulla produzione di latte. È noto che le IgG materne sono escrete nel latte materno nei giorni immediatamente successivi al parto, per poi passare a concentrazioni ridotte subito dopo. I benefici dell'allattamento al seno per lo sviluppo e per la salute devono essere soppesati con la necessità clinica di casirivimab e imdevimab per la madre e con i potenziali effetti avversi sul neonato allattato al seno dovuti a casirivimab e imdevimab o alla condizione pre−esistente della madre. Le donne con COVID−19 che allattano al seno devono attenersi alle pratiche descritte nelle linee guida cliniche per evitare di esporre il lattante a COVID−19.
Fertilità
Non sono stati effettuati studi di fertilità.
Patologie correlate:
Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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