18 novembre 2008
Neoplasia
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15 novembre 2008
Neoplasia
gentilissimo dottore vorrei sottoporre alla sua cortese attenzione il risultato della tac fatta a mia zia dell'età di 77 anni, chiedendo cortesemente il suo parere.L'esame è stato eseguito con acquisizione multistrsce prima e dopo somministrazione ev di mdc con tecnica trifasica.
Addome superiore:
si documenta neoformazione solida della regione peri-ilare inferiore del V segmento epatico di cm3, 5 di DM, che deforma il profilo epatico mediale, è ipodensa all'esame diretto e nella fase arteriosa dopo mdc ev, presenta impregnazione disomogenea periferica nelle fasi portale e venosa, che si accentua in fase tardiva. La lesione, che ingloba una colecisti molto ridotta di volume sino a cm. 1, 3 di DM max, sembra interessare il dotto cistico che appare dilatato in cui è sufficientemente differenziabile una piccola area di accentuata impregnazione da rami arteriosi inferiori ilari epatici, è riferibile in prima ipotesi a processo discariocinetico a partenza delle vie biliari, peraltro dilatate in sede intraepatica bilaterale con evidente dilatazione del dotto epatico comune e del coledoco sinoa cm. 1, 6 di calibro max.
Si segnalano due linfonodi periepatici inferiori, uno laterale di cm. 1 di DM e uno mediale di cm. 1, 5 di DM che presentano impregnazione di tipo cercinato dopo mdc ev, di significato secondario.
Coesiste dilatazione del dotto di Wirsung sia a livello della testa che a livello del corpo sino a cm. 0, 5 di calibro max.
Necessita controllo con ERCP ed eventuale colangio-RM.
Vena porta di calibro regolare.
Non alterazioni tomodenitometriche a carico del parenchima splenico.
Pancreas apparentemente privo di lesioni focali anche se la testa presenta aspetto lievemente globoso. Surreni nella norma.
Reni a buona funzionalità esecretoria, indenni da alterazioni tomodensitometriche.
Non segni diurostasi.
Non linfoadenomegalie retroperitoneali
Risposta del 18 novembre 2008
Risposta a cura di:
Prof. PIETRO FRANCHINI
Mi sembra che la descrizione dell'esame TC lasci pochi dubbi: si tratta di una neoplasia delle vie biliari che infiltra il fegato nella parte che è in rapporto con le vie biliari stesse, con probabile interessamento linfonodale. La diagnosi merita una conferma mediante gli accertamenti suggeriti dal Collega radiologo; queste nuove indagini potrebbero suggerire anche un atteggiamento terapeutico, molto proabilmente palliativo.
Prof. Pietro Franchini
Medico Ospedaliero
Specialista in Medicina del lavoro
Specialista in Oncologia
Specialista in Radiodiagnostica
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