11 febbraio 2011
Interviste
Obesità infantile: consigli per prevenirla
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di Simona Zazzetta
Se è nell'infanzia che si pongono le basi per una buona salute, l'obesità infantile è di certo una condizione che la compromette. Un progetto ministeriale, condiviso con i pediatri, individua 10 regole per fare prevenzioni, e in cui la dieta e stili di vita, ma anche i medici e i genitori, hanno un ruolo chiave come spiega a Dica33, Claudio Maffeis, pediatra e nutrizionista del Dipartimento di scienze della vita e della riproduzione dell'Università di Verona.
Come capire se il bambino è sovrappeso o a rischio di sviluppare obesità?
Nel bambino, il peso e la statura variano in funzione dell'età e, a differenza degli adulti, per i quali l'indice di massa corporea esprime bene i limiti di normopeso, sovrappeso e obesità, i valori variano con l'età. Esistono, infatti, le tabelle dei percentili di crescita che dicono quanto l'indice di massa corporea sia superiore a un limite in una determinata età. Ma un modo ancora più semplice è misurare la circonferenza della vita del bimbo, dividerla per la sua altezza. Un rapporto superiore a 0,5 è indice di un eccesso di adipe addominale, una condizione da monitorare perché significa un rischio maggiore di sviluppare obesità. Sono fattori di rischio anche un peso alla nascita troppo alto o troppo basso e un'elevata velocità di crescita nei primi mesi di vita. Infine, esiste anche una componente di familiarità, per cui se uno o entrambi i genitori sono obesi, aumenta il rischio che lo diventi anche il bambino.
L'obesità infantile mette a rischio la salute del bambino?
Si tratta di un problema che tende a persistere nel tempo, quindi un bambino obeso sarà un adulto obeso con una probabilità che varia dal 40 all'80%, in base all'età in cui il disturbo compare. Ciò accade perché un adolescente obeso, rispetto a un bimbo di sei anni obeso, avrà meno tempo per smaltire il peso prima di arrivare all'età adulta. In questi soggetti, per altro, aumenta il rischio di sviluppare patologie metaboliche, alterazione del metabolismo degli zuccheri, aumento della pressione e dei livelli di trigliceridi. Inoltre, si è soggetti a stigmatizzazione da parte dei coetanei, diventando oggetto di presa in giro, con tendenza a isolamento, depressione, disturbo dell'immagine corporea e disturbi del comportamento alimentare come bulimia e binge-eating. Nel complesso, quindi, l'obesità peggiora le condizioni di vita del bambino, e in generale riduce l'aspettativa di vita, rispetto ai normopeso.
Quanto è diffuso il fenomeno in Italia?
Nella popolazione italiana un bambino su 10 è obeso e due su 10 sono in sovrappeso, una media nazionale che varia da regione a regione: più bassa in Trentino, Friuli, Sardegna e Val d'Aosta e più alta in Campania, Sicilia e nel Sud in generale. Il fenomeno resta nella media anche nella scuola materna e nella fascia tra i sei e gli 11 anni riguarda un bambino su tre.
Come intervenire in caso di sovrappeso?
In primo luogo, è fondamentale accorgersi che il peso del bambino sta aumentando. Essere informati costantemente sull'accrescimento, grazie a controlli dal pediatra, permette di intervenire in modo opportuno e adeguato, vale a dire sull'alimentazione ma anche sugli stili di vita del bambino e di tutta la famiglia, che deve essere coinvolta.
È possibile prevenire?
La prevenzione inizia già dall'allattamento, consigliato per almeno i primi sei mesi di vita del neonato, e dallo svezzamento che non va iniziato troppo presto e, secondo indicazioni di letteratura, senza eccedere con le proteine. Vanno anche limitate le bevande diverse dall'acqua e, in quanto contenenti zuccheri, devono essere conteggiate nell'apporto calorico giornaliero. Un punto fondamentale per la prevenzione sono le porzioni, oggi troppo esuberanti nell'alimentazione dei bambini ma anche nella ristorazione. E, poiché dipendono da una percezione molto personale, è importante intervenire precocemente per definire porzioni adeguate al fabbisogno, oggi molto più basso rispetto a 50 anni fa, per esempio. Infatti, i bambini di oggi sono molto più sedentari, giocano poco all'aperto e passano tre ore al giorno al video, nove ore a scuola e si spostano prevalentemente con mezzi di trasporto. È invece importante che ci sia un'attività fisica costante che consuma calorie e ottimizza il metabolismo energetico.
Qual è quindi una dieta corretta per un bambino?
Vanno limitati cibi ad alta densità calorica, vale a dire che apportano tante calorie concentrate in poco peso, mentre vanno incrementate frutta e verdura, alimenti a bassa densità calorica che abituano fin da piccoli al consumo di alimenti sani. Inoltre vanno inseriti alimenti integrali, come i cereali e sfruttate le proteine dei legumi per limitare il consumo di carni. Ma è anche importante l'alimentazione e lo stile di vita di tutta la famiglia perché i bambini imitano i grandi, quindi va posta attenzione alla spesa e alla presenza di certi cibi in casa. Infine, è importante che il cibo venga percepito dal bambini come fonte di nutrizione e sostentamento e non di gratificazione.
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