22 giugno 2009
Aggiornamenti e focus
Al sole con prudenza
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Le ripetute campagne di informazione e una coscienza sanitaria più diffusa hanno migliorato negli ultimi anni la conoscenza del melanoma e di come esso sia particolarmente aggressivo se non riconosciuto in tempo. In effetti, a fronte di un aumento dei casi, dagli anni '60 a oggi in tutto il mondo, si registra anche un notevole incremento dei casi di guarigione completa: la diagnosi tempestiva, con strumenti sempre più efficienti, come è ovvio alimenta i dati epidemiologici, ma consente anche di intervenire precocemente migliorando esiti e prognosi. L'arrivo dell'estate è sempre l'occasione per ricordare come evitare rischi per la pelle, e i dermatologi dell'Associazione dermatologi ospedalieri (ADOI) la colgono per lanciare il progetto Myskincheck.
L'iniziativa che toccherà durante l'estate alcune località turistiche ha come obiettivo principale dare informazioni sui comportamenti corretti da adottare per esporsi al sole, che tra i fattori di rischio ambientale resta il più citato, ma anche il più discusso. Recenti dati epidemiologici hanno evidenziato come il fattore di rischio sia rappresentato non dalla fotoesposizione cronica ai raggi ultravioletti ma dalle ustioni solari avvenute in età giovanile, specie in soggetti con pelle chiara che si scotta facilmente e si abbronza con molta difficoltà. Perciò non esiste una proibizione assoluta alla fotoesposizione, ma è consigliabile prendere il sole fin dall'età infantile in maniera moderata, evitando gli eccessi e le ustioni a essi conseguenti. La probabilità di sviluppare la patologia interessa tutti, ma esiste una predisposizione conferita dalla familiarità: il melanoma familiare costituisce oggi circa il 10% di tutti i casi. È stato individuato un gene cellulare chiamato p16 mutato nei soggetti con melanoma, ma anche con numerosi nevi melanocitici piani acquisiti e in malati con melanomi primitivi multipli. Si tratta di un gene oncosoppressore, vale a dire che, in condizioni normali, regola la proliferazione cellulare, una sua mutazione lo rende inattivo, rimuovendo così il controllo sulla proliferazione. A livello individuale va anche considerata la presenza di un elevato numero di nevi, superiore a 50, e di nevi congeniti (presenti cioè alla nascita). La percentuale d'insorgenza di un melanoma su un nevo preesistente varia dal 20% all'80%. Anche un fenotipo a pelle chiara, con occhi e capelli chiari è un elemento di rischio da non trascurare.
A fronte di una maggiore consapevolezza sulla patologia permangono alcuni comportamenti sbagliati, segnalati dai dermatologi ADOI: secondo gli esperti almeno otto italiani su 10 commette errori frequenti nell'esporsi al sole. Soprattutto uomini, donne molto giovani e sopra i 50 anni, mentre sono più attente e preparate nella fascia 35-40 anni. Tra gli sbagli più comuni quello di mettersi al sole nelle ore più calde del giorno, superficialità nell'impiego degli schermi solari e nell'uso dei reidratanti dopo l'esposizione. Inoltre, le regole non vengono rispettate al mare, né in montagna e nemmeno in città. "Spesso si dimentica che anche il sole di città ha i suoi rischi, oltre che i suoi benefici - spiega Patrizio Mulas, presidente ADOI - Ormai si raccomanda di applicare le creme solari anche in città dove è sempre più diffusa l'abitudine di prendere il sole in pausa pranzo nei parchi cittadini". La campagna Myskincheck oltre a dare messaggi sulla prevenzione al sole, invita anche a tenere sotto controllo i nevi: "E' molto importante - ricorda Mulas - sottoporsi alla visita dermatologica di controllo dei nevi, ma allo stesso tempo è bene anche effettuare periodicamente l'autoesame per verificare la crescita o modifica dei nevi stessi utilizzando il metodo ABCDE o metodo del brutto anatroccolo". Quest'ultimo consiste semplicemente nel valutare se uno dei nevi presenti sulla pelle inizia ad assumere forme o colore diverso dagli altri, e quindi per questo da considerare sospetto.
Simona Zazzetta
Conferenza stampa. Presentazione progetto myskincheck La Roche-Posay e ADOI. Milano, 21 maggio 2009
In evidenza:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
L'iniziativa che toccherà durante l'estate alcune località turistiche ha come obiettivo principale dare informazioni sui comportamenti corretti da adottare per esporsi al sole, che tra i fattori di rischio ambientale resta il più citato, ma anche il più discusso. Recenti dati epidemiologici hanno evidenziato come il fattore di rischio sia rappresentato non dalla fotoesposizione cronica ai raggi ultravioletti ma dalle ustioni solari avvenute in età giovanile, specie in soggetti con pelle chiara che si scotta facilmente e si abbronza con molta difficoltà. Perciò non esiste una proibizione assoluta alla fotoesposizione, ma è consigliabile prendere il sole fin dall'età infantile in maniera moderata, evitando gli eccessi e le ustioni a essi conseguenti. La probabilità di sviluppare la patologia interessa tutti, ma esiste una predisposizione conferita dalla familiarità: il melanoma familiare costituisce oggi circa il 10% di tutti i casi. È stato individuato un gene cellulare chiamato p16 mutato nei soggetti con melanoma, ma anche con numerosi nevi melanocitici piani acquisiti e in malati con melanomi primitivi multipli. Si tratta di un gene oncosoppressore, vale a dire che, in condizioni normali, regola la proliferazione cellulare, una sua mutazione lo rende inattivo, rimuovendo così il controllo sulla proliferazione. A livello individuale va anche considerata la presenza di un elevato numero di nevi, superiore a 50, e di nevi congeniti (presenti cioè alla nascita). La percentuale d'insorgenza di un melanoma su un nevo preesistente varia dal 20% all'80%. Anche un fenotipo a pelle chiara, con occhi e capelli chiari è un elemento di rischio da non trascurare.
A fronte di una maggiore consapevolezza sulla patologia permangono alcuni comportamenti sbagliati, segnalati dai dermatologi ADOI: secondo gli esperti almeno otto italiani su 10 commette errori frequenti nell'esporsi al sole. Soprattutto uomini, donne molto giovani e sopra i 50 anni, mentre sono più attente e preparate nella fascia 35-40 anni. Tra gli sbagli più comuni quello di mettersi al sole nelle ore più calde del giorno, superficialità nell'impiego degli schermi solari e nell'uso dei reidratanti dopo l'esposizione. Inoltre, le regole non vengono rispettate al mare, né in montagna e nemmeno in città. "Spesso si dimentica che anche il sole di città ha i suoi rischi, oltre che i suoi benefici - spiega Patrizio Mulas, presidente ADOI - Ormai si raccomanda di applicare le creme solari anche in città dove è sempre più diffusa l'abitudine di prendere il sole in pausa pranzo nei parchi cittadini". La campagna Myskincheck oltre a dare messaggi sulla prevenzione al sole, invita anche a tenere sotto controllo i nevi: "E' molto importante - ricorda Mulas - sottoporsi alla visita dermatologica di controllo dei nevi, ma allo stesso tempo è bene anche effettuare periodicamente l'autoesame per verificare la crescita o modifica dei nevi stessi utilizzando il metodo ABCDE o metodo del brutto anatroccolo". Quest'ultimo consiste semplicemente nel valutare se uno dei nevi presenti sulla pelle inizia ad assumere forme o colore diverso dagli altri, e quindi per questo da considerare sospetto.
Simona Zazzetta
Conferenza stampa. Presentazione progetto myskincheck La Roche-Posay e ADOI. Milano, 21 maggio 2009
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