Cuore a rischio in gravidanza

07 settembre 2011
Interviste

Cuore a rischio in gravidanza



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La Società europea di cardiologia (Esc) ha appositamente attivato un registro, che ha iniziato a raccogliere dati nel 2008 e ha coinvolto 60 centri in 28 Paesi per un totale di oltre 1.300 donne arruolate, di cui 869 con problemi congeniti. I risultati preliminari, presentati a Parigi a fine agosto, sono allarmanti: rilevano tassi di decesso 100 volte più alti del normale nelle madri e 10 volte più elevati nei feti. Abbiamo chiesto chiarimenti a Nicola Surico, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo)

Perché una mortalità così elevata?
I 9 mesi della gravidanza sono uno sforzo spesso fatale per un cuore malato, però questo aumento di mortalità ha anche altre cause, ben precise. In primo luogo l'età della madre sempre più avanzata, inoltre il fatto che le donne, come la popolazione generale, sono sempre più obese, ipertese e diabetiche; tutte condizioni che pesano sul cuore.

Allora, meglio evitare una gravidanza in presenza di una cardiopatia materna?
Le patologie cardiovascolari non rappresentano una controindicazione assoluta alla gravidanza, tranne in pochi casi, come quando vi siano scompenso cardiaco o ipertensione polmonare severa. È però importante che la donna malata venga seguita secondo protocolli personalizzati, con una stretta collaborazione fra ginecologo e cardiologo.

Quali sono i momenti più critici per una futura mamma malata di cuore?
Periodi particolarmente delicati sono quelli tra la 28a e la 34a settimana, durante il travaglio e immediatamente dopo il parto, quando il cuore è sottoposto al massimo sovraccarico fisiologico.

Si deve prevedere un parto cesareo in queste donne, per maggior sicurezza?
Non è detto che si debba necessariamente ricorrere al cesareo, la via naturale quando possibile è sempre preferibile. È molto utile però ricorrere ad un'analgesia epidurale che allevi lo stress materno.

Una volta a casa la mamma è fuori pericolo?
Non ancora, bisogna fare attenzione anche al post partum: le pazienti cardiopatiche vanno tenute sotto controllo da un cardiologo per diverse settimane.

Come si può ottenere una corretta gestione clinica di queste gravidanze da parte degli specialisti di riferimento?
La Società europea di cardiologia ha presentato a Parigi anche le nuove linee guida su gravidanza e rischio cardiovascolare, indicazioni indispensabili alla luce delle evidenze e del continuo aumento di questi problemi nel nostro continente. La Sigo recepirà e diffonderà al massimo fra i suoi soci questo importante documento. Ci adopereremo perché divengano lo standard nei nostri reparti. Sperando di essere d'esempio per una sempre maggior collaborazione tra ginecologi e cardiologi.

Elisabetta Lucchesini



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