23 novembre 2011
Aggiornamenti e focus
Fitoterapia interferisce con farmaci cardiovascolari
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Tra le possibili interazioni indesiderate, tra i farmaci tradizionali e i prodotti di origine vegetale, quelle a scapito delle terapie cardiovascolari sono più numerose e, quindi, potenzialmente più frequenti. Lo ribadisce la Mayo clinic che pubblica un vademecum molto utile, soprattutto per i pazienti che seguono trattamenti cronici, come quelli con antipertensivi o medicinali per lo scompenso cardiaco. Secondo il riepilogo degli esperti, per esempio, ben 8 tra i 10 supplementi più utilizzati, per esempio, sono in grado d'interferire con l'anticoagulante warfarin: aglio, ginkgo, ginseng, iperico, salvia miltiorrhiza, angelica sinensis, oenothera. Nello specifico il ginseng riduce l'efficacia del warfarin mentre gli estratti di aglio e quelli di ginkgo interferiscono sia con il warfarin che con l'acido acetilsalicilico (l'aglio anche con clopidogrel) aumentando il rischio di sanguinamenti. Il biancospino selvatico (crataegus laevigata) interagisce con: i betabloccanti aumentando pressione arteriosa e ritmo cardiaco; nitrati e calcio antagonisti riducendo la pressione arteriosa; la digossina potenziandone l'effetto. La liquirizia diminuisce i livelli di warfarin. L'iperico riduce l'efficacia di calcioantagonisti, digossina, warfarin, dabigatran, rivaroxaban e statine. In conclusione, è meglio concordare sempre con il proprio medico eventuali integrazioni, consigliano gli esperti, in particolare quando si assumono supplementi vegetali insieme a terapie cardiovascolari prestare attenzione alla comparsa di palpitazione, ipoglicemia o modificazioni della pressione arteriosa.
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