Tosse, per curarla va cercata la causa

03 febbraio 2012
Interviste

Tosse, per curarla va cercata la causa



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Malanno tipicamente invernale, la tosse si accompagna a comuni raffreddori e influenze di stagione, ma può diventare anche il segnale di patologie più serie e che necessitano di maggiore attenzione. La differenza la fa la durata: nel primo caso di risolve in una settimana o due, nel secondo può andare avanti anche per mesi, come accade nel 14% degli italiani che, in un'indagine, dichiara di soffrirne quotidianamente più di tre mesi all'anno. Dica33 ha intervistato Roberto W. Dal Negro, direttore della Uoc di Pneumologia dell'azienda Ulss22 di Bussolengo, Verona, e coordinatore dell'indagine, per capire meglio questo disturbo e trovarne la soluzione o la cura.

Quali sono le tipologie di tosse più comuni?
Quando la tosse non produce secrezioni, diventa stizzosa con dolore toracico dovuto allo sforzo e non da tregua si definisce tosse secca. La causa è una virosi delle vie respiratorie e in genere esordisce con sintomi influenzali, febbre, sintomi sistemici. Il virus aggredisce la superficie epiteliale delle vie respiratorie alte, lasciando scoperti i recettori della tosse. I recettori esposti danno origine alla tosse secca, che permane per alcuni giorni, il tempo necessario affinché si riformi il tessuto epiteliale. A quel punto la tosse diventa grassa, con produzione di catarro. Esiste anche una tossa secca persistente che non segue questo decorso è legata a patologie specifiche che vanno conosciute e curate. La tosse grassa caratterizza fin da subito le bronchiti acute e croniche e il colore delle secrezioni da indicazioni sulla tipologia di infezione in corso. La tosse produttiva compare spesso nei bambini più piccoli, non ancora capaci di liberare il naso soffiandolo. Il gocciolamento posteriore, soprattutto di notte quando sono distesi, provoca accessi di tosse.

Quando una tosse deve destare il sospetto di problemi di salute più importanti?
Può essere un sintomo di tantissime malattie, e non una malattia, come invece molti pensano, e bisogna porre la diagnosi per poterla risolvere. Può essere provocata da sinusite, polipi, fibrosi cistica, pleurite, asma, laringite, reflusso gastroesofageo, solo per nominare le più comuni. Il dubbio deve sollevarsi quando diventa una cronica e persistente da almeno 3 settimane, perché si possono escludere cause come influenza o raffreddamento che in 15-20 giorni si risolvono. In genere, per le persone adulte, è il convivente che solleva il dubbio e spinge affinché si vada a controllarsi per avere una diagnosi. Ed è questo l'unico modo per curarla poiché non esistono rimedi per la tosse, ma si può curare se si cura la causa.

Quindi sciroppi, pastiglie e mucolitici non risolvono nulla?
In genere i pazienti dopo 3 giorni, anziché andare dal medico, chiedono direttamente consiglio al farmacista, spendendo fino a 20 euro e pensando che la tosse abbia un rimedio. In Italia si spendono 250 milioni di euro all'anno di caramelle, sciroppi, acque di varie provenienze, che hanno costi elevati, ma nessuno è rimborsata dal Ssn proprio perché non ci sono prove di efficacia superiore all'effetto di un cucchiaio di miele. In realtà, non esistono farmaci sintomatici efficaci e non esiste una cura. Sui farmaci mucolitici, detti anche mucoregolatori, va chiarito che l'effetto non è istantaneo, ma impiega alcuni giorni, quindi se si ha un miglioramento dopo 6-7 giorni è perché la tosse secca si è già evoluta in tosse grassa e va risolvendosi spontaneamente, non tanto per azione del farmaco. Si tratta di farmaci che agiscono con meccanismi diversi, i più efficaci sono quelli che hanno anche un'azione antinfiammatoria.

Anche l'ambiente in cui si abita o si vive può influenzare l'andamento o l'insorgenza della tosse?
Dando per scontato il fumo come fattore di rischio, non va sottovalutato nemmeno il fumo passivo, dal momento che la prevalenza di tosse, ma anche di asma, aumenta tra le persone che vivono con fumatori. Negli ambienti domestici ci sono anche le polveri ambientali e le formaline e le formaldeidi presenti negli arredamenti e nelle rifiniture e liberate nell'aria. L'aria all'interno di case e uffici non dovrebbe essere né troppo secca altrimenti disidrata e stimola i recettori della tosse, né troppo umida, e va cambiata periodicamente aprendo le finestre. Va valutato, però, in che zona ci si trova, poiché aprendo le finestre, altri inquinanti e polveri sottili possono entrare. In questi casi è meglio usare filtri per il ricambio dell'aria. È stato dimostrato dagli epidemiologi che esiste una progressione tra il rischio di malattie respiratorie e la distanza da strade trafficate.

Simona Zazzetta



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