Dalla ricerca contro i tumori un vademecum al femminile

10 maggio 2013
Interviste

Dalla ricerca contro i tumori un vademecum al femminile



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La ricerca sul cancro continua a produrre progressi: migliorano le cure, si affinano i test diagnostici e i dati epidemiologici ci dicono con sempre maggior precisione a quali rischi un paziente è più esposto. In Italia tutto ciò è sinonimo anche dell'instancabile impegno dei volontari dell'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) che la prossima domenica, come ogni anno, scenderanno nelle piazze italiane, affiancati da numerosi ricercatori e ricercatrici, per raccogliere fondi da destinare alla ricerca. In anteprima per Dica33 la dottoressa Lucia Del Mastro, oncologo medico presso l'ospedale San Martino Ist, Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, ci guida alla scoperta dello stato dell'arte dei tumori femminili.

Quali sono i tumori più frequenti nella donna?
In ordine decrescente d'incidenza, come sede d'insorgenza del tumore, abbiamo: mammella, colon-retto, tiroide, polmone, cervice uterina. Ogni anno in Italia si registrano 162.000 nuove diagnosi di tumore nelle donne, ma questi tumori sono quelli più frequenti con, rispettivamente, 46.ooo casi per i tumori della mammella, 22.000 per quelli colon-rettali, 10.000 per la tiroide, 10.000 il polmone, 2.200 alla cervice uterina.

Quali sono, oggi, i punti cardine della prevenzione?
Prima e indispensabile azione, per prevenire l'insorgenza della maggior parte dei tumori, è l'adozione di uno stile di vita corretto, vale a dire:dieta ricca di frutta e verdura, povera di carni rosse, poco alcol, niente fumo, sì ai cereali non raffinati e a una costante attività fisica. Il secondo passo, soprattutto quando non c'è un fattore causale (come il fumo) eliminabile, è la diagnosi precoce. Con un tumore diagnosticato precocemente, e prontamente rimosso, il paziente ha molte più probabilità di ottenere una guarigione completa.

Troppi test diagnostici non rischiano di generare ansie e falsi positivi?
Molti test diagnostici, in uso da diversi anni, si sono ulteriormente perfezionati grazie all'innovazione tecnologica, quindi siamo ancora più sicuri della loro sensibilità e specificità, e su questi, infatti, si basano i programmi di screening che molte regioni italiane promuovono. D'altra parte ci sono alcuni tumori come quello della tiroide e dell'ovaio per i quali non ci sono, ad oggi, test per la diagnosi precoce, quindi consiglio alle donne di aderire sempre quando ricevono una convocazione per uno screening oncologico.

Quali sono gli screening consigliati?
Per il tumore al seno le donne dai 50 anni d'età in poi devono effettuare una mammografia ogni 2 anni, da integrare eventualmente con una ecografia ma solo su parere medico. Per il carcinoma del colon-retto è necessario eseguire la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni 2 anni, dai 50 ai 74 anni d'età. Tra l'altro ora è sufficiente l'esame su un singolo campione e non sono più necessarie restrizioni dietetiche prima della prova. Non tutte le regioni hanno attivato questo screening, dove ciò non accade consiglio alle donne di eseguirlo spontaneamente. Infine il Pap test, a cui si deve gran parte del merito della bassa incidenza dei tumori al collo dell'utero, va eseguito quando inizia l'attività sessuale, o comunque intorno ai 25 anni e fino ai 64 anni d'età, ogni 3 anni.

Per i tumori della tiroide?
Non ci sono test per la diagnosi precoce, tuttavia essendo la tiroide un organo superficiale, esposto a livello del collo, è facile che le alterazioni della ghiandola (noduli) risultino visibili anche allo stesso paziente, o che provochino disturbi facilmente intercettabili dal medico di famiglia. Fortunatamente poi i tumori della tiroide godono di tassi di guarigione elevatissimi.

Note dolenti i tumori di polmone e ovaio?
Per il polmone purtroppo gli studi sui possibili screening non hanno dato esiti positivi e il tumore viene spesso diagnosticato quando non è più localizzato. Tuttavia ci sono state di recente novità sul fronte terapeutico che permettono di prolungare la sopravvivenza anche quando la malattia è metastatica. Discorso simile per l'ovaio, che comunque è un tumore piuttosto raro, anche se dagli Stati Uniti si era richiamata l'attenzione su alcuni sintomi che potrebbero suggerire l'opportunità di una indagine ecografica. I sintomi cui prestare attenzione, se prolungati nel tempo, sono: gonfiore addominale unito a dolore pelvico e disturbi a urinare.

Ci sono novità terapeutiche anche per gli altri tumori?
Certo per i tumori della mammella proprio quest'anno sono state introdotte tre nuove molecole per il trattamento di forme metastatiche, nel complesso comunque le cure disponibili garantiscono percentuali di guarigione introno all'80%. Per il tumore del colon-retto anche nuovi farmaci hanno ridotto la mortalità e prolungato la sopravvivenza. Per la tiroide, come detto sopra, le terapie sono già ottimali.

Elisabetta Lucchesini



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