12 settembre 2013
Aggiornamenti e focus
Una scoperta oculistica made in Italy per fermare il cheratocono
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Bastano 15 minuti e un semplice intervento ambulatoriale senza alcuna controindicazione e, grazie a una nuova tecnica italiana, si può risolvere il cheratocono, una malattia degenerativa della cornea fortemente invalidante che colpisce una persona su 500 con un'incidenza maggiore tra giovani, adolescenti e bambini. Ed è un disturbo che, se non diagnosticato tempestivamente, può portare al trapianto di cornea.
«Il cheratocono» spiega Alberto Bellone, oculista di Torino specializzato in chirurgia refrattiva e microchirurgia oculare «riduce notevolmente la qualità della vita e ha un pessimo effetto psicologico: è molto invalidante perché comporta l'inizio di un iter di visite, occhiali, lenti a contatto senza una vera terapia, con un peregrinare del paziente che può durare anni fino al trapianto della cornea».
Ma qual è questa nuova tecnica per risolvere il problema?
Si chiama cross linking corneale trans epiteliale mediante iontoforesi: dietro il nome roboante si cela una tecnica molto semplice che fa assorbire il farmaco all'interno dei tessuti oculari con la corrente elettrica a basso voltaggio, ed è, di fatto, l'evoluzione di una metodologia in uso da tempo. L'importante è diagnosticare la malattia in modo precoce.
I sintomi?
Solitamente c'è una graduale perdita della vista, astigmatismo e miopia, aloni notturni e sfregamento agli occhi. La causa del disturbo è ancora sconosciuta, si sa che c'è una predisposizione genetica (rilevata nel 10-15 per cento dei casi) e che di solito colpisce entrambi gli occhi (85 per cento), mentre la gravità è diversa da paziente a paziente.
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