07 ottobre 2013
Aggiornamenti e focus
In menopausa è rischiosa la terapia ormonale sostitutiva per fini preventivi
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Due studi inclusi nella Women's Health Initiative americana e messi a confronto da un team del Brigham and Women Hospital di Boston portano a una "sentenza" di condanna: "L'uso della terapia ormonale sostitutiva in menopausa non può essere raccomandato a fini preventivi perché il bilancio rischio-beneficio non è abbastanza favorevole".
I ricercatori hanno tenuto sotto controllo (per un periodo molto lungo compreso tra i 10 e i 15 anni, cosa che dà un importante valore scientifico agli studi) l'impiego di diverse forme di terapia ormonale sostitutiva su 27mila donne tra i 50 e i 79 anni divise in due gruppi.
Il primo studio riguardava il gruppo delle donne a cui non era stato tolto l'utero e sottoposte a terapia estro-progestinica.
Nel secondo studio, invece, le donne che si erano sottoposte a isterectomia hanno ricevuto terapia solo estrogenica.
Conclusione: i rischi della terapia estro-progestinica nel corso del trattamento sono superiori ai benefici, dato l'incremento di casi di casi di coronaropatia, carcinoma mammario, ictus, tromboembolismo polmonare, demenza (dopo i 65 anni) e incontinenza urinaria.
Gli autori ci tengono, comunque, a sottolineare che la terapia porta anche benefici come la riduzione di fratture dell'anca, diabete e sintomi vasomotori. E che in genere i rischi - tranne quello di cancro al seno - scompaiono con il termine del trattamento. Considerazione finale del team di ricerca americano: la terapia ormonale può essere utile per gestire i sintomi della menopausa in donne sane, ma, in base a questi studi questi trattamenti non possono essere raccomandati per la prevenzione delle malattie croniche.
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