Menopausa e terapia ormonale: molti benefici e pochi rischi

09 dicembre 2013
Interviste

Menopausa e terapia ormonale: molti benefici e pochi rischi



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La domanda è semplice e secca: «È vero o falso che la terapia ormonale sostitutiva per le donne in menopausa è gravida di rischi?». Da tempo infatti c'è un acceso dibattito intorno a questo quesito e, per fare chiarezza una volta per tutte, abbiamo girato l'interrogativo a Nicola Surico, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia.
«Il rischio principale» ci risponde «è che si possa sviluppare il tumore mammario. Un rischio che è stato molto enfatizzato dai mass media e che ha indotto parecchie donne ad abbandonare la terapia ormonale sostitutiva».

Ma hanno ragione i mass media e le donne che hanno deciso di abbandonare la terapia o no?
«Se si fa un bilancio tra rischi e benefici, possiamo senz'altro dire che sono nettamente maggiori i benefici. Vero è che abbiamo un'incidenza di un tumore mammario ogni cento di aumento, ma il rischio viene dimezzato se si usano bassi dosaggi e per periodi limitati di tempo, tra i tre e i cinque anni».

E i benefici?
«Diamo per scontati quelli sui sintomi della menopausa. Oltre a quelli abbiamo tra i vantaggi la riduzione al 50 per cento del rischio di tumore al colon, e soprattutto viene ridotto anche il rischio vascolare. Va tenuto presente che con la menopausa il rischio di infarto per la donna diventa uguale a quello dell'uomo, e la terapia abbassa questo pericolo. Poi ci sono i benefici nella prevenzione della osteoporosi, quelli sui tessuti, quelli sui connettivi, e ancora sulla pelle con l'attenuazione delle rughe. La terapia poi aiuta a prevenire il prolasso, e previene l'attenuazione dell'assottigliamento delle mucose, la cosiddetta distrofia che non è soltanto vaginale ma può interessare anche la mucosa vescicale ed essere causa di cistiti ricorrenti a batteriche. Vede che benefici ce ne sono parecchi...».

Come è nata l'idea che la terapia fosse così rischiosa?
«Purtroppo c'è stato quel famoso lavoro di 7/8 anni fa che ha fatto grande scalpore sull'aumento del tumore mammario. Uno studio che poi è stato molto criticato perché è stato condotto su donne anziane, mentre la terapia è efficace se viene iniziata in prossimità della menopausa e protratta per un breve periodo. Se invece viene iniziata da donne di 60 anni, che già di per se sono più esposta a un tumore di qualsiasi tipo non solo a quello della mammella, è ovvio che gli effetti sono ben diversi...».

Ma escludendo il tumore alla mammella, non ci sono altri pericoli?
«No, anzi ci sono altri vantaggi: la prevenzione di altri tumori ginecologici come il tumore dell'endometrio. Se la terapia è bilanciata ha un effetto protettivo, infatti i dati ci dicono che nelle donne che fanno la terapia sostitutiva l'incidenza è leggermente inferiore rispetto alla popolazione di controllo. Tanto che nell'età fertile la terapia estroprogestinica, ovvero la pillola anticoncezionale, ha un effetto protettivo e riduce del 40/50 per cento l'incidenza del tumore dell'ovaio. Se tutte le giovani donne se facessero più uso della pillola sarebbe più protette da questo tumore».

Lei quindi sostiene che non ci sono controindicazioni.
«No, per esempio alle donne che hanno avuto un melanoma la terapia non va assolutamente prescritta, come alle donne che soffrono di otosclerosi perché questa patologia può essere aggravata enormemente dalla terapia. Altre controindicazioni assolute non c'è ne sono. Per il diabete non ci sono problemi così come per l'ipertensione, tranne in casi di ipertensione grave. Ecco in questo caso meglio non aggiungere ulteriore danno».

Basta polemiche quindi. Qualche consiglio a chi volesse avvicinarsi alla terapia?
«L'unica vera attenzione è che la terapia va sempre personalizzata. Adesso c'è la tendenza a usare la terapia sostitutiva soltanto nelle donne sintomatiche, cioè quelle che hanno una sintomatologia vasodilatatoria, le vampate di calore, insonnia, tachicardia... altrimenti se la paziente sta bene ed è asintomatica, nemmeno c'è l'indicazione di prescrivere la terapia. Ecco, io la consiglierei comunque, proprio per i benefici che se ne possono trarre a patto che sia con dosaggi minimi e limitata nel tempo. E la consiglierei anche a quelle donne che hanno una menopausa precoce».



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