Allarme gastroenterologi: il 25% delle colonscopie e delle gastroscopie è inutile

30 marzo 2017
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Allarme gastroenterologi: il 25% delle colonscopie e delle gastroscopie è inutile



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Il 25-30 per cento delle gastroscopie e delle colonscopie che si fanno in Italia sono inutili. A lanciare l'allarme la Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige). I numeri forniti dai gastroenterologi sono inequivocabili: ogni anno vengono effettuate in Italia oltre 1,7 milioni di Esofagogastroduodenoscopie (Egds) e di colonscopie, in pratica quasi 29 procedure ogni 1.000 abitanti, quasi tutte per motivi diagnostici, cioè per individuare un'eventuale patologia (solo l'11,2 per cento rappresenta una proceduta terapeutica per trattare una malattia in atto). E le conseguenze sono pesanti per la salute dei pazienti e per le casse dello Stato.

«Due convinzioni assai diffuse - ma purtroppo in gran parte infondate - sono quella che la migliore prevenzione delle malattie si faccia eseguendo periodicamente esami di laboratorio o strumentali in assenza di qualunque sintomatologia o rischio specifico di malattia, e la seconda che ogni diagnosi debba essere supportata da esami approfonditi, anche quando la condizione è ovvia o la conferma del tutto inutile nel decidere la cura» sottolinea Antonio Craxì presidente della Sige. «Ambedue queste convinzioni generano richieste di esami inappropriati che originano ansia nei pazienti, anche perché spesso da marginali e innocenti anomalie di rilievo occasionale ha origine la richiesta di ulteriori e inutili approfondimenti. È dunque necessario che medici e pazienti abbiano chiaro il concetto di appropriatezza nella diagnosi e nella prescrizione di cure» conclude Craxì.

«Un numero enorme di esami che si traduce in una spesa notevole» sottolinea Gerardo Nardone, professore associato di gastroenterologia dell'Università Federico II di Napoli e componente del consiglio direttivo della Sige, «calcolando una media di 60 euro a esame endoscopico (può essere fatta solo una stima approssimativa in quanto il costo cambia da regione a regione) si arriva dunque alla ragguardevole cifra 102,7 milioni di euro. Di questa spesa ingente si stima che almeno 30 milioni di euro vadano bruciati per esami inutili».

Gli esami inutili


Egds di controllo dopo 12-24 mesi in pazienti giovani (<50 anni) per digestione difficile, gastrite cronica aspecifica, esofagite non erosiva, eradicazione infezione da Helicobacter pylori è una richiesta inutile, e che rischia di essere dannosa in assenza di sintomi di allarme (familiarità per neoplasie, anemia, vomito alimentare, dimagramento, emorragia). E lo stesso vale per colonscopie di controllo dopo 12-24 mesi in pazienti giovani (<50 anni) in assenza di familiarità per neoplasie e sintomi di allarme (anemia, rettorragia, dimagramento, masse addominali, brusche variazioni abitudini alvine) per colonpatie funzionali, diverticolosi, asportazione di polipi iperplastici.

Quando effettuare gli esami


Chi deve invece assolutamente sottoporsi ad esame endoscopico sono i pazienti che presentino i cosiddetti segni e sintomi d'allarme ovvero, dimagrimento, anemia, sanguinamento gastro-intestinale (emissione di sangue con le feci o con il vomito), vomito alimentare persistente, brusche variazioni delle abitudini alvine. In questi casi bisogna perdere tempo, ma eseguire urgentemente un esame endoscopico, gastroscopia o colonscopia in base ai sintomi, per effettuare una diagnosi corretta nel più breve tempo possibile.

La strategia cambia quando siamo in presenza di lesioni pre-cancerose, quali la gastrite cronica atrofica lieve o moderata, l'esofago di Barrett in assenza di displasia, un polipo del colon adenomatoso sub o peri centimetrico con displasia di basso grado. Queste lesioni, a seconda della tipologia, vanno monitorate nel tempo ma non in maniera ossessiva con controlli endoscopici che ogni tre anni.

Gli esami di prevenzione per il cancro del colon: se la prima colonscopia, in condizioni ottimali di pulizia, è negativa, l'esame può essere ripetuto anche a distanza di 7-10 anni, se non compaiono nuovi sintomi.

Ilaria Pedretti



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