Papilloma virus: il vaccino in gravidanza non nuoce al feto

11 aprile 2017
Aggiornamenti e focus

Papilloma virus: il vaccino in gravidanza non nuoce al feto



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L'esposizione accidentale al vaccino quadrivalente contro il papilloma virus umano (Hpv) in gravidanza, ovvero quella cui una donna va incontro prima di scoprire di essere già incinta, non crea particolari problemi di salute al bambino. Sono questi in estrema sintesi i risultati di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista New England journal of medicine da un gruppo di ricercatori guidati da Anders Hviid, ricercatore allo Statens serum institute di Copenhagen, in Danimarca.

«Il vaccino quadrivalente anti-Hpv è raccomandato a tutte le ragazze e le donne tra i 9 e i 26 anni di età» esordisce l'autore, che poi aggiunge: «Data la fascia di età delle destinatarie della vaccinazione, è possibile che qualche donna si vaccini quando è già in corso una gravidanza ma la futura mamma ancora non ne è a conoscenza». E dal momento che i dati relativi alla sicurezza della vaccinazione nei primi mesi di gravidanza sono davvero molto scarsi, Hviid e colleghi hanno portato a termine uno studio ad hoc, coinvolgendo tutte le donne che avevano partorito in Danimarca tra ottobre 2006 e novembre 2013, per un totale di oltre 540.000 gravidanze.

«In 1665 casi le donne si sono sottoposte inavvertitamente alla vaccinazione quando il periodo gestazionale era già cominciato» affermano gli autori, che hanno confrontato gli esiti delle gravidanze in queste donne con quelli in donne non esposte al vaccino durante i nove mesi di gestazione. E a conti fatti i risultati dimostrano che la vaccinazione non intenzionale con il vaccino quadrivalente non causa problemi gravi alla nascita.

«Non abbiamo osservato differenze tra i due gruppi in termini di frequenza di aborti spontanei, parti prematuri, basso peso alla nascita, bambini piccoli per l'età gestazionale o nati morti» dice Hviidricordando che, nonostante i risultati dello studio, è comunque preferibile non vaccinarsi in gravidanza. E in un editoriale di accompagnamento Kathryn Edwards, della Vanderbilt university school of medicine di Nashville (Usa) commenta: «Questi dati sono rassicuranti, ma resta il fatto che il periodo migliore per la vaccinazione è quello che precede l'inizio dell'attività sessuale».

Fonte: N Engl J Med. 2017 Mar 30;376(13):1223-1233. doi: 10.1056/NEJMoa1612296.



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