29 aprile 2004
Aggiornamenti e focus
Mal da colleghi
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''Il terrore psicologico o mobbing lavorativo consiste in una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo che, a causa del mobbing, è spinto in una posizione in cui è privo di appoggio e di difesa e lì costretto per mezzo di continue attività mobbizzanti. Queste azioni si verificano con una frequenza piuttosto alta (almeno una volta la settimana) e su un lungo periodo di tempo (una durata di almeno sei mesi)'', è questa la definizione che del mobbing dà Heinz Leymann, il primo a studiarlo come violenza psicologica nel luogo di lavoro e responsabile di patologie per chi lo subisce. La parola, in realtà, è presa in prestito dalletologia, to mob (assalire con violenza), infatti, è lespressione introdotta da Konrad Lorenz per indicare il comportamento aggressivo di alcune specie di uccelli nei confronti dei loro contendenti che tentano di assalire il nido.
Dal nido al lavoro
Gli studiosi del settore pongono laccento sulla gradualità della manifestazione del mobbing. Si individuano, così, 6 fasi che nella realtà non sono ben distinte e possono intrecciarsi o confondersi reciprocamente.
Conflitto mirato
Si manifesta qualora si addossino alla stessa persona le colpe per i ritardi, gli errori, gli inconvenienti, che si verificano nel normale svolgimento aziendale.
Pretesti
E' la fase nella quale si creano le occasioni per isolare ulteriormente la vittima.
Problemi psicosomatici
Al mobbizzato compaiono i primi problemi consistenti nellinsonnia, nodo alla gola, tremore alle gambe, sfinimenti, iniziale depressione, mal di schiena, vomiti.
Caso aziendale
Il caso varca le soglie dellufficio di appartenenza e viene portato alla conoscenza dellintera azienda.
Direzione del personale
La direzione del personale convoca ripetutamente il mobbizzato, con eventuale minaccia di sanzioni disciplinari in caso di persistenza del suo comportamento.
Uscita dal mondo del lavoro
Le cause sono varie: prepensionamento per malattia professionale, licenziamento, dimissioni, suicidio.
Il mobbing causa conseguenze negative sia per chi ne è vittima sia per la collettività. Si va da gastriti e ulcere gastriche da stress a cattiva digestione, dallansia accompagnata da tachicardia alla cefalea ricorrente, dai disturbi intestinali (coliti spastiche) agli eritemi cutanei ricorrenti (esantema neurogeno). Un lungo elenco di disturbi che aggravano la tendenza all'isolamento della persona colpita. Dal canto loro le organizzazioni aziendali soffrono ingenti danni economici e lintera collettività si deve fare carico dei costi diretti e indiretti conseguenti alla malattia. Ma chi sono i più colpiti dal mobbing?
Un fenomeno in crescita
In Italia, secondo gli ultimi dati Ispesl, i casi dichiarati sono 1500 negli ultimi dieci anni. E se nelle piccole aziende i mobbizzati sono aumentati del 2% in questo decennio, nelle grandi imprese laumento tocca punte del 39%. Ed è solo la punta delliceberg perchè esiste una vastissima area di sommerso che, secondo una stima generale, potrebbe riguardare altri due lavoratori ogni cento. I luoghi a rischio mobbing sono università, industria ma anche esercito, scuola e sanità. Perchè? Luniversità- come descritto da Emilia Costa, direttore del Servizio speciale di Psicologia clinica e psicofarmacologia della Sapienza di Roma, in un recente convegno - è la culla del mobbing per la rigida gerarchia tradizionale. La gestione delle cattedre universitarie, infatti, determina lassoluta monarchia del cattedratico: dal momento che quello che dice il capo è legge, tutti obbediranno perseguitando il malcapitato. Lindustria,dal canto suo, con le privatizzazioni, le fusioni, le ristrutturazioni, le recessioni, il processo di globalizzazione, e' costretta a scelte strategiche e nuova organizzazione del lavoro che non consentono il rispetto delle regole precedenti e, troppo spesso, anche del personale dipendente. La scuola, invece, è a rischio soprattutto per le continue riforme che inducono a frequenti cambiamenti nell'organizzazione e nei programmi di non facile gestione. Chi non si allinea può diventare il capro espiatorio di turno. In sanità le continue riforme del sistema sanitario, la decentralizzazione e la centralizzazione, gli accorpamenti o gli scorpori delle Asl o degli ospedali, l'introduzione del direttore manager. Sono tutte situazioni di instabilità e incertezza che favoriscono il mobbing. Infine lesercito è caratterizzato in quasi tutti i corpi dalla rigidità del sistema e della gerarchia che possono essere di per sè mobbizzanti perchè favoriscono il sadismo, tipicamente espresso nel nonnismo e in maltrattamenti gratuiti e comportamenti ingiustificatamente punitivi. Questi comportamenti possono portare a strategie di espulsione dal sistema ed essere di ostacolo alla carriera.
I rimedi ci sono
La situazione, però, si può affrontare. Ciò che è più importante, è scegliere una via sicura di risoluzione. Ovvero, più che improntare strategie rivendicative di offesa verso il ''bullo'' (collega o superiore che sia) è meglio avere dei punti di riferimento. I mezzi e gli specialisti ci sono e secondo gli psicologi che si basano sulla terapia cognitivo-comportamentale, la strada vincente è quella di fare tesoro anche di un'esperienza negativa per riprendere il proprio posto; magari cercando d'identificare in se stessi, e prima possibile, i segni dello stress ricorrente, il desiderio di isolarsi dai colleghi o peggio ancora la voglia di scatenare una rabbia a lungo repressa. Ma anche la legge viene in aiuto. Larticolo 2087 del Codice Civile parla chiaro e richiama il datore di lavoro alle sue responsabilità, quelle cioè di adottare le misure necessarie a tutelare lintegrità fisica e la personalità morale dei lavoratori. E se lo dice la legge...
Marco Malagutti
Fonti
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Dal nido al lavoro
Gli studiosi del settore pongono laccento sulla gradualità della manifestazione del mobbing. Si individuano, così, 6 fasi che nella realtà non sono ben distinte e possono intrecciarsi o confondersi reciprocamente.
Conflitto mirato
Si manifesta qualora si addossino alla stessa persona le colpe per i ritardi, gli errori, gli inconvenienti, che si verificano nel normale svolgimento aziendale.
Pretesti
E' la fase nella quale si creano le occasioni per isolare ulteriormente la vittima.
Problemi psicosomatici
Al mobbizzato compaiono i primi problemi consistenti nellinsonnia, nodo alla gola, tremore alle gambe, sfinimenti, iniziale depressione, mal di schiena, vomiti.
Caso aziendale
Il caso varca le soglie dellufficio di appartenenza e viene portato alla conoscenza dellintera azienda.
Direzione del personale
La direzione del personale convoca ripetutamente il mobbizzato, con eventuale minaccia di sanzioni disciplinari in caso di persistenza del suo comportamento.
Uscita dal mondo del lavoro
Le cause sono varie: prepensionamento per malattia professionale, licenziamento, dimissioni, suicidio.
Il mobbing causa conseguenze negative sia per chi ne è vittima sia per la collettività. Si va da gastriti e ulcere gastriche da stress a cattiva digestione, dallansia accompagnata da tachicardia alla cefalea ricorrente, dai disturbi intestinali (coliti spastiche) agli eritemi cutanei ricorrenti (esantema neurogeno). Un lungo elenco di disturbi che aggravano la tendenza all'isolamento della persona colpita. Dal canto loro le organizzazioni aziendali soffrono ingenti danni economici e lintera collettività si deve fare carico dei costi diretti e indiretti conseguenti alla malattia. Ma chi sono i più colpiti dal mobbing?
Un fenomeno in crescita
In Italia, secondo gli ultimi dati Ispesl, i casi dichiarati sono 1500 negli ultimi dieci anni. E se nelle piccole aziende i mobbizzati sono aumentati del 2% in questo decennio, nelle grandi imprese laumento tocca punte del 39%. Ed è solo la punta delliceberg perchè esiste una vastissima area di sommerso che, secondo una stima generale, potrebbe riguardare altri due lavoratori ogni cento. I luoghi a rischio mobbing sono università, industria ma anche esercito, scuola e sanità. Perchè? Luniversità- come descritto da Emilia Costa, direttore del Servizio speciale di Psicologia clinica e psicofarmacologia della Sapienza di Roma, in un recente convegno - è la culla del mobbing per la rigida gerarchia tradizionale. La gestione delle cattedre universitarie, infatti, determina lassoluta monarchia del cattedratico: dal momento che quello che dice il capo è legge, tutti obbediranno perseguitando il malcapitato. Lindustria,dal canto suo, con le privatizzazioni, le fusioni, le ristrutturazioni, le recessioni, il processo di globalizzazione, e' costretta a scelte strategiche e nuova organizzazione del lavoro che non consentono il rispetto delle regole precedenti e, troppo spesso, anche del personale dipendente. La scuola, invece, è a rischio soprattutto per le continue riforme che inducono a frequenti cambiamenti nell'organizzazione e nei programmi di non facile gestione. Chi non si allinea può diventare il capro espiatorio di turno. In sanità le continue riforme del sistema sanitario, la decentralizzazione e la centralizzazione, gli accorpamenti o gli scorpori delle Asl o degli ospedali, l'introduzione del direttore manager. Sono tutte situazioni di instabilità e incertezza che favoriscono il mobbing. Infine lesercito è caratterizzato in quasi tutti i corpi dalla rigidità del sistema e della gerarchia che possono essere di per sè mobbizzanti perchè favoriscono il sadismo, tipicamente espresso nel nonnismo e in maltrattamenti gratuiti e comportamenti ingiustificatamente punitivi. Questi comportamenti possono portare a strategie di espulsione dal sistema ed essere di ostacolo alla carriera.
I rimedi ci sono
La situazione, però, si può affrontare. Ciò che è più importante, è scegliere una via sicura di risoluzione. Ovvero, più che improntare strategie rivendicative di offesa verso il ''bullo'' (collega o superiore che sia) è meglio avere dei punti di riferimento. I mezzi e gli specialisti ci sono e secondo gli psicologi che si basano sulla terapia cognitivo-comportamentale, la strada vincente è quella di fare tesoro anche di un'esperienza negativa per riprendere il proprio posto; magari cercando d'identificare in se stessi, e prima possibile, i segni dello stress ricorrente, il desiderio di isolarsi dai colleghi o peggio ancora la voglia di scatenare una rabbia a lungo repressa. Ma anche la legge viene in aiuto. Larticolo 2087 del Codice Civile parla chiaro e richiama il datore di lavoro alle sue responsabilità, quelle cioè di adottare le misure necessarie a tutelare lintegrità fisica e la personalità morale dei lavoratori. E se lo dice la legge...
Marco Malagutti
Fonti
- Lyn Quine Workplace bullying in NHS community trust: staff questionnaire survey. The British Medical Journal; 1999; 318: 228-232
- Lenciclopedia del mobbing di Leymann
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