08 agosto 2017
Aggiornamenti e focus
Contro la demenza: attenzione alla persona e attività sociali
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Formare gli infermieri e gli operatori sanitari e coinvolgere direttamente il paziente nelle decisioni e nella gestione delle proprie terapie può rappresentare una soluzione semplice ma efficace per migliorare la salute della persona e quella delle casse del sistema sanitario. È quanto emerso nel corso della conferenza internazionale annuale della Alzheimer' association, durante la quale sono stati presentati i dati di uno studio che ha coinvolto circa 800 persone ricoverate in 69 case di cura inglesi.
«Gli anziani con demenza che vivono in strutture residenziali di cura sono tra le più vulnerabili della nostra società» spiega Clive Ballard, della University of Exeter medical school, coordinatore della ricerca che poi aggiunge: «E anche se difficile da credere, dei 170 manuali di formazione oggi disponibili solo 4 sono basati su dati che dimostrano che questi programmi funzionano davvero».
Per verificare l'efficacia di interventi specifici sulla qualità della vita delle persone anziane con demenza, Ballard e colleghi hanno condotto un programma di formazione della durata di pochi giorni per gli operatori sanitari i quali poi hanno messo in atto semplici misure di interazione con i pazienti come coinvolgerli in chiacchierate sui loro interessi e sulle decisioni che riguardano la loro salute. «Abbiamo notato che se combinati con solo un'ora a settimana di interazione sociale per i pazienti, questo approccio è efficace per migliorare la qualità della vita e ridurre l'agitazione negli anziani ricoverati nelle case di cura».
E se i benefici sulla salute non fossero sufficienti, gli autori della ricerca fanno notare anche i vantaggi economici di questa strategia. «Sappiamo che un approccio basato sulla persona che metta al centro i suoi interessi, le sue qualità e capacità può migliorare l'efficacia delle terapie» dice Doug Brown, direttore della ricerca alla Alzheimer's society, che poi conclude: «Questo studio dimostra che così facendo si raggiunge anche quella riduzione dei costi di cui i sistemi sanitari hanno sempre bisogno».
Fonte: Alzheimer's association international conference 2017 (Aaic)
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«Gli anziani con demenza che vivono in strutture residenziali di cura sono tra le più vulnerabili della nostra società» spiega Clive Ballard, della University of Exeter medical school, coordinatore della ricerca che poi aggiunge: «E anche se difficile da credere, dei 170 manuali di formazione oggi disponibili solo 4 sono basati su dati che dimostrano che questi programmi funzionano davvero».
Per verificare l'efficacia di interventi specifici sulla qualità della vita delle persone anziane con demenza, Ballard e colleghi hanno condotto un programma di formazione della durata di pochi giorni per gli operatori sanitari i quali poi hanno messo in atto semplici misure di interazione con i pazienti come coinvolgerli in chiacchierate sui loro interessi e sulle decisioni che riguardano la loro salute. «Abbiamo notato che se combinati con solo un'ora a settimana di interazione sociale per i pazienti, questo approccio è efficace per migliorare la qualità della vita e ridurre l'agitazione negli anziani ricoverati nelle case di cura».
E se i benefici sulla salute non fossero sufficienti, gli autori della ricerca fanno notare anche i vantaggi economici di questa strategia. «Sappiamo che un approccio basato sulla persona che metta al centro i suoi interessi, le sue qualità e capacità può migliorare l'efficacia delle terapie» dice Doug Brown, direttore della ricerca alla Alzheimer's society, che poi conclude: «Questo studio dimostra che così facendo si raggiunge anche quella riduzione dei costi di cui i sistemi sanitari hanno sempre bisogno».
Fonte: Alzheimer's association international conference 2017 (Aaic)
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