16 ottobre 2017
Aggiornamenti e focus
La procreazione assistita è anche una scelta socio-culturale
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Le convinzioni culturali, gli schemi sociali e le influenze religiose hanno un ruolo di primo piano nel guidare le scelte delle coppie che non riescono ad avere figli riguardo le tecniche di fecondazione assistita. È quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Human reproduction da Patrick Präg e Melinda Mills, dell'Università di Oxford, nel Regno Unito, che nel loro lavoro hanno valutato quanto i fattori economici, sociali e culturali influenzassero il ricorso alla fecondazione assistita in Europa.
«Una coppia su otto ha problemi di infertilità e molte fanno ricorso a tecniche di fecondazione assistita, ma l'utilizzo di queste metodologie varia molto nei diversi paesi europei» affermano gli autori che hanno confrontato i dati sulla prevalenza della fecondazione assistita in 35 paesi europei, guardando in particolare al numero di cicli di fecondazione per milione di donne in età fertile, ovvero tra 15 e 44 anni. E le analisi dimostrano che, sebbene i fattori economici e la ricchezza della nazione siano importanti, non sono gli unici a determinare il riscorso a tali tecniche. «Piuttosto i trattamenti sono più utilizzati in quei Paesi dove sono ritenuti culturalmente e moralmente accettabili» precisano gli autori riportando alcuni esempi significativi.
Ecco allora che la Repubblica Ceca, 51esima in una classifica mondiale di ricchezza nazionale, mostra una prevalenza di ricorsi alla fecondazione assistita praticamente identica a quella della più ricca Danimarca (37esima nella classifica). Anche la religione ha un peso, come dimostra la forte correlazione emersa tra dimensione dei gruppi religiosi protestanti, cattolici, ortodossi e musulmani con l'uso della fecondazione assistita: una maggior proporzione di protestanti spiega in buona parte il maggior ricorso a queste tecniche.
Secondo quanto riportato nello studio inglese, in Italia il ricorso alla fecondazione assistita è piuttosto basso rispetto a quello di altri paesi europei, anche nel caso di paesi con reddito più basso o livello di benessere inferiore.
Per avere informazioni dettagliate e aggiornate su queste tematiche a livello nazionale è stato istituito ormai da oltre 10 anni il Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita (Pra), finanziato dall'Istituto superiore di sanità e nato con lo scopo principale di "determinare quali siano le tecniche di riproduzione assistita più efficaci e sicure che offrano i migliori risultati alle coppie".
Disponibili sul sito del web centro anche gli elenchi dei centri Pma sul territorio nazionale e informazioni utili per le coppie relative alla fertilità, agli eventuali problemi di infertilità e alle normative vigenti. «Il registro ha anche funzioni scientifiche più complesse, come raccogliere in maniera centralizzata attraverso il filtro delle regioni i dati sull' efficacia e sicurezza ed esiti delle tecniche per consentire il confronto tra i centri; consentire a tutti i cittadini scelte consapevoli riguardo ai centri ed ai trattamenti, eseguire studi e valutazioni scientifiche e molto altro ancora, inclusa la conduzione di analisi epidemiologiche per monitorare in modo continuo la situazione e la sua evoluzione e poterla paragonare alla situazione generale europea» spiegano gli esperti.
Fonte: Human reproduction 2017. Doi: 10.1093/humrep/dex298
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«Una coppia su otto ha problemi di infertilità e molte fanno ricorso a tecniche di fecondazione assistita, ma l'utilizzo di queste metodologie varia molto nei diversi paesi europei» affermano gli autori che hanno confrontato i dati sulla prevalenza della fecondazione assistita in 35 paesi europei, guardando in particolare al numero di cicli di fecondazione per milione di donne in età fertile, ovvero tra 15 e 44 anni. E le analisi dimostrano che, sebbene i fattori economici e la ricchezza della nazione siano importanti, non sono gli unici a determinare il riscorso a tali tecniche. «Piuttosto i trattamenti sono più utilizzati in quei Paesi dove sono ritenuti culturalmente e moralmente accettabili» precisano gli autori riportando alcuni esempi significativi.
Ecco allora che la Repubblica Ceca, 51esima in una classifica mondiale di ricchezza nazionale, mostra una prevalenza di ricorsi alla fecondazione assistita praticamente identica a quella della più ricca Danimarca (37esima nella classifica). Anche la religione ha un peso, come dimostra la forte correlazione emersa tra dimensione dei gruppi religiosi protestanti, cattolici, ortodossi e musulmani con l'uso della fecondazione assistita: una maggior proporzione di protestanti spiega in buona parte il maggior ricorso a queste tecniche.
Secondo quanto riportato nello studio inglese, in Italia il ricorso alla fecondazione assistita è piuttosto basso rispetto a quello di altri paesi europei, anche nel caso di paesi con reddito più basso o livello di benessere inferiore.
In Italia: il registro nazionale della procreazione medicalmente assistita
Per avere informazioni dettagliate e aggiornate su queste tematiche a livello nazionale è stato istituito ormai da oltre 10 anni il Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita (Pra), finanziato dall'Istituto superiore di sanità e nato con lo scopo principale di "determinare quali siano le tecniche di riproduzione assistita più efficaci e sicure che offrano i migliori risultati alle coppie".
Disponibili sul sito del web centro anche gli elenchi dei centri Pma sul territorio nazionale e informazioni utili per le coppie relative alla fertilità, agli eventuali problemi di infertilità e alle normative vigenti. «Il registro ha anche funzioni scientifiche più complesse, come raccogliere in maniera centralizzata attraverso il filtro delle regioni i dati sull' efficacia e sicurezza ed esiti delle tecniche per consentire il confronto tra i centri; consentire a tutti i cittadini scelte consapevoli riguardo ai centri ed ai trattamenti, eseguire studi e valutazioni scientifiche e molto altro ancora, inclusa la conduzione di analisi epidemiologiche per monitorare in modo continuo la situazione e la sua evoluzione e poterla paragonare alla situazione generale europea» spiegano gli esperti.
Fonte: Human reproduction 2017. Doi: 10.1093/humrep/dex298
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