03 maggio 2018
Aggiornamenti e focus
Allarme obesità in Italia. Il 19 maggio la giornata europea
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«Il tema dell'obesità sta diventando un tema da giornali di divulgazione più di quanto non sia sentito come una vera problematica sanitaria, ma al di là del fattore estetico e delle difficoltà di autostima per l'individuo, siamo di fronte a una vera emergenza di sanità nazionale». Così Andrea Lenzi, Presidente del Comitato per la Biosicurezza, le Biotecnologie e la Qualità di Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente dell'Health City Institute, a margine del Convegno Ibdo a Roma sottolinea, in vista dello European Obesity Day 2018, in programma per il 19 maggio, come l'obesità sia un vero e proprio allarme. «È uno degli indicatori di malattia della popolazione e il problema è anche conseguenza dell'urbanizzazione della maggior parte della popolazione» continua Lenzi, «che porta all'acuirsi di vita sedentaria e comportamenti e stili di vita patologici, con numeri che quindi nelle città vanno al di sopra di ogni ragionevolezza».
Una parte del problema, sottolinea Lenzi, è legata al fatto che «deriviamo direttamente e con un tempo di adattamento troppo breve da una società precedente che aveva il problema dell'alimentazione, siamo figli dei nostri genitori del dopoguerra, quando si andava a pranzo fuori la domenica perché era il giorno di festa e negli altri giorni si mangiava normale. Una volta la dieta mediterranea era mezzo etto di pasta e una bistecca due volte a settimana, il resto erano uova, cereali, frutta e verdura. Oggi invece non troviamo più una regola. A questo si aggiungono cattivi stili di vita, cattiva educazione, cattiva cultura, che creano grandi disparità anche all'interno della stessa città. Un esempio è Roma, dove al centro c'è maggiore consapevolezza e l'obesità è molto meno grave che non nelle periferie, dove si mangia più cibo spazzatura e dove non si sa che il detto 'grassezza fa bellezza' non vale certo per l'obesità, eppure questa viene considerata quasi benessere».
Fonte: Doctor33
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Una parte del problema, sottolinea Lenzi, è legata al fatto che «deriviamo direttamente e con un tempo di adattamento troppo breve da una società precedente che aveva il problema dell'alimentazione, siamo figli dei nostri genitori del dopoguerra, quando si andava a pranzo fuori la domenica perché era il giorno di festa e negli altri giorni si mangiava normale. Una volta la dieta mediterranea era mezzo etto di pasta e una bistecca due volte a settimana, il resto erano uova, cereali, frutta e verdura. Oggi invece non troviamo più una regola. A questo si aggiungono cattivi stili di vita, cattiva educazione, cattiva cultura, che creano grandi disparità anche all'interno della stessa città. Un esempio è Roma, dove al centro c'è maggiore consapevolezza e l'obesità è molto meno grave che non nelle periferie, dove si mangia più cibo spazzatura e dove non si sa che il detto 'grassezza fa bellezza' non vale certo per l'obesità, eppure questa viene considerata quasi benessere».
Fonte: Doctor33
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