18 febbraio 2018
Aggiornamenti e focus
Alimentarsi correttamente, convegno a Milano
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La ricerca scientifica in campo nutrizionale non è mai stata tanto avanti come in questi anni, ma siamo più che mai alla ricerca del peso perduto, con elevati tassi di obesità diffusa, che spesso è causa delle più gravi malattie del nostro tempo. Cosa c'è che non va?
La domanda è stata lo spunto di approfondite riflessioni di scienziati, nutrizionisti e psicologi intervenuti di recente a Milano al Convegno A tavola per prevenire/A tavola per guarire - Il cibo nella prevenzione e cura delle patologie oncologiche, promosso dalla onlus Salute allo specchio e dai più autorevoli Istituti Scientifici di Ricerca e Cura milanesi che lavorano sul tema dell'alimentazione applicata all'oncologia, dall'Ospedale San Raffaele Turro al Policlinico San Donato all'Istituto Nazionale dei Tumori.
Basterebbe poco per alimentarsi in maniera corretta. Oltre a evitare gli eccessi in termini di calorie, per prevenire sovrappeso e obesità, da cui scaturiscono le patologie oggi più diffuse, dal diabete all'ipertensione, dall'infarto ai tumori, bisognerebbe nutrirsi con più frutta e verdura, scegliere cereali integrali, condimenti vegetali, consumare poche proteine animali e tanti legumi. E poi fare movimento in modo costante. Semplice, no?
Come ha ribadito polemicamente Franco Berrino, studioso, ricercatore, direttore per oltre 40 anni del Dipartimento di prevenzione dell'Istituto dei Tumori di Milano nonché uno dei massimi esperti in materia: «Oggi sappiamo che ci sono cocktail vegetali coi quali possiamo agire addirittura sui geni e sulla mente, ma la notizia può forse essere che devi mangiare legumi come si faceva una volta?
Il vero problema è che perfino negli ospedali vengono serviti cibi ad alto indice glicemico e raffinati, che la ricerca ha ampiamente dimostrato essere tra i primi responsabili di morbilità. Perché allora non mettiamo in pratica quanto sappiamo?». Tutto concorre a "farci sgarrare", insomma. E il facile accesso a un'informazione diffusa produce paradossalmente disinformazione o, peggio, un'informazione distorta dei progressi compiuti in materia di sana nutrizione o, più in generale, di uno stile di vita corretto.
Per gli esperti, l'approccio giusto è nell'equilibrio dei nutrienti, nel rispetto dell'alimento, nell'educazione impartita ai più giovani, magari con esempi pratici, e nella consapevolezza con cui ci si documenta sul cibo sano. Una grande sfida, evocata da tutti i partecipanti attraverso il racconto di esperienze come le scuole di cucina nei centri di cura, che consiste nell'applicare all'alimentazione del benessere anche la costante ricerca del gusto.
«Non possiamo ignorare la stretta correlazione tra stati emotivi e cibo. Una nutrizione sana non può essere coercitiva, ma dura nel tempo e ha un'efficacia preventiva se salvaguarda il gusto» ha concluso Stefano Erzegovesi, psichiatra responsabile del Centro per i disturbi del comportamento alimentare del San Raffaele. «Perché palato e cervello di fronte a una radice scondita non se la sentono di ripetere l'esperienza».
Corriamo dunque ai ripari, anzi ai fornelli!
A cura di:
Gloria Brolatti - Emoticibo
In evidenza:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
La domanda è stata lo spunto di approfondite riflessioni di scienziati, nutrizionisti e psicologi intervenuti di recente a Milano al Convegno A tavola per prevenire/A tavola per guarire - Il cibo nella prevenzione e cura delle patologie oncologiche, promosso dalla onlus Salute allo specchio e dai più autorevoli Istituti Scientifici di Ricerca e Cura milanesi che lavorano sul tema dell'alimentazione applicata all'oncologia, dall'Ospedale San Raffaele Turro al Policlinico San Donato all'Istituto Nazionale dei Tumori.
Basterebbe poco per alimentarsi in maniera corretta. Oltre a evitare gli eccessi in termini di calorie, per prevenire sovrappeso e obesità, da cui scaturiscono le patologie oggi più diffuse, dal diabete all'ipertensione, dall'infarto ai tumori, bisognerebbe nutrirsi con più frutta e verdura, scegliere cereali integrali, condimenti vegetali, consumare poche proteine animali e tanti legumi. E poi fare movimento in modo costante. Semplice, no?
Come ha ribadito polemicamente Franco Berrino, studioso, ricercatore, direttore per oltre 40 anni del Dipartimento di prevenzione dell'Istituto dei Tumori di Milano nonché uno dei massimi esperti in materia: «Oggi sappiamo che ci sono cocktail vegetali coi quali possiamo agire addirittura sui geni e sulla mente, ma la notizia può forse essere che devi mangiare legumi come si faceva una volta?
Il vero problema è che perfino negli ospedali vengono serviti cibi ad alto indice glicemico e raffinati, che la ricerca ha ampiamente dimostrato essere tra i primi responsabili di morbilità. Perché allora non mettiamo in pratica quanto sappiamo?». Tutto concorre a "farci sgarrare", insomma. E il facile accesso a un'informazione diffusa produce paradossalmente disinformazione o, peggio, un'informazione distorta dei progressi compiuti in materia di sana nutrizione o, più in generale, di uno stile di vita corretto.
Per gli esperti, l'approccio giusto è nell'equilibrio dei nutrienti, nel rispetto dell'alimento, nell'educazione impartita ai più giovani, magari con esempi pratici, e nella consapevolezza con cui ci si documenta sul cibo sano. Una grande sfida, evocata da tutti i partecipanti attraverso il racconto di esperienze come le scuole di cucina nei centri di cura, che consiste nell'applicare all'alimentazione del benessere anche la costante ricerca del gusto.
«Non possiamo ignorare la stretta correlazione tra stati emotivi e cibo. Una nutrizione sana non può essere coercitiva, ma dura nel tempo e ha un'efficacia preventiva se salvaguarda il gusto» ha concluso Stefano Erzegovesi, psichiatra responsabile del Centro per i disturbi del comportamento alimentare del San Raffaele. «Perché palato e cervello di fronte a una radice scondita non se la sentono di ripetere l'esperienza».
Corriamo dunque ai ripari, anzi ai fornelli!
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Gloria Brolatti - Emoticibo
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