21 gennaio 2019
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana
Quando estrarre un dente del giudizio
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I denti cosiddetti del giudizio, o denti del senno, sono i terzi molari permanenti che spuntano intorno ai diciotto anni; da qui il loro nome, coincidente con una fase della vita della persona che dovrebbe portare a una nuova coscienza di sé.
L'evoluzione della specie umana sembra poter fare a meno di questi denti poiché circa un terzo della popolazione non ha almeno uno di questi denti; il problema sarebbe troppo grande da spiegare in questo contesto.
Rimane però un fatto molto serio: non poche volte i giovani ventenni sperimentano un'algia, più o meno marcata, nella zona dei denti del giudizio.
In altri casi l'esperienza è accompagnata a gonfiori molto dolorosi e imponenti che obbligano il paziente a ricorrere all'uso degli antibiotici. Perché quindi tenere questi denti che possono solo generare noie e pochi vantaggi da un punto di vista della masticazione?
È una domanda legittima. Purtroppo, non si ha una risposta univoca, poiché non sono univoche le situazioni cliniche in cui ci si imbatte.
Date queste premesse, possiamo comunque affermare che l'estrazione di un dente del giudizio non porta un danno consistente alla funzionalità masticatoria, in ogni caso. Nei giovani che hanno dentizioni molto sane, l'opportunità di conservarli è molto relativa. Nei pazienti più anziani sono spesso dei denti che non consento una corretta igiene e, pertanto, fungono da ricettacolo di placca batterica che prolifera e si espande per tutta la bocca. Quanto hanno patologie cariose, queste sono difficilmente curabili per la posizione infelice che questi denti hanno in bocca.
Eliminiamoli tutti? Se l'intervento fosse sempre senza conseguenze si potrebbe azzardare un sì; considerate le possibili complicanze si può affermare, in modo condivisibile, che se danno fastidio farne a meno non è un peccato mortale!
A cura di:
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche presso l'Università degli Studi di Milano
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L'evoluzione della specie umana sembra poter fare a meno di questi denti poiché circa un terzo della popolazione non ha almeno uno di questi denti; il problema sarebbe troppo grande da spiegare in questo contesto.
Dente del giudizio, dolore e complicazioni
Rimane però un fatto molto serio: non poche volte i giovani ventenni sperimentano un'algia, più o meno marcata, nella zona dei denti del giudizio.
In altri casi l'esperienza è accompagnata a gonfiori molto dolorosi e imponenti che obbligano il paziente a ricorrere all'uso degli antibiotici. Perché quindi tenere questi denti che possono solo generare noie e pochi vantaggi da un punto di vista della masticazione?
È una domanda legittima. Purtroppo, non si ha una risposta univoca, poiché non sono univoche le situazioni cliniche in cui ci si imbatte.
Estrazione dente del giudizio, spesso è utile
Date queste premesse, possiamo comunque affermare che l'estrazione di un dente del giudizio non porta un danno consistente alla funzionalità masticatoria, in ogni caso. Nei giovani che hanno dentizioni molto sane, l'opportunità di conservarli è molto relativa. Nei pazienti più anziani sono spesso dei denti che non consento una corretta igiene e, pertanto, fungono da ricettacolo di placca batterica che prolifera e si espande per tutta la bocca. Quanto hanno patologie cariose, queste sono difficilmente curabili per la posizione infelice che questi denti hanno in bocca.
Eliminiamoli tutti? Se l'intervento fosse sempre senza conseguenze si potrebbe azzardare un sì; considerate le possibili complicanze si può affermare, in modo condivisibile, che se danno fastidio farne a meno non è un peccato mortale!
A cura di:
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche presso l'Università degli Studi di Milano
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