07 marzo 2019
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"Proteggi il tuo cervello" con dieta, sonno e movimento
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"Proteggi il tuo cervello" è lo slogan della nuova edizione della Settimana mondiale del cervello, che si celebra in 80 paesi del mondo dall'11 al 17 marzo. Sette giorni dedicati a incontri e appuntamenti per conoscere meglio l'organo più complesso del corpo umano.
E come ogni anno, gli specialisti della SIN, Società italiana di neurologia, individuano quelle aree nelle quali è opportuno acquisire consapevolezza per contrastare lo sviluppo delle malattie neurologiche, sottolineando inoltre l'importanza della figura del neurologo come riferimento al quale rivolgersi senza timori. Anche per il cervello la diagnosi precoce può fare la differenza.
Dieta, sonno attività fisica. Sono questi i capisaldi sui quali basare uno stile di vita che possa contrastare l'insorgenza delle malattie neurologiche.
Ci sono evidenze scientifiche che confermano il ruolo protettivo di alcuni nutrienti nello sviluppo di patologie di tipo neurodegenerativo, cerebrovascolare e infiammatorio. La dieta mediterranea, per il suo basso contenuto di sodio e di grassi saturi di origine animale e perché ricca di acidi grassi polinsaturi -omega 3 e omega 6, presenti nel pesce azzurro, nell'olio d'oliva e nei legumi- e di antiossidanti -polifenoli come il resveratrolo, presente nel vino rosso, o antocianine presenti in frutta e verdura- sarebbe in grado di svolgere un ruolo protettivo nei confronti delle malattie neurologiche. La diminuzione del rischio è stata evidenziata per malattia di Parkinson, di Alzheimer e per l'ictus ischemico.
Sempre più evidente anche il ruolo protettivo del sonno. Studi e ricerche hanno infatti stabilito come la frammentazione del sonno, provocata da risvegli notturni, faciliti la formazione di placche arteriosclerotiche.
Tra i disturbi del sonno, le apnee ostruttive si associano a un elevato rischio cardio-cerebrovascolare con possibilità di ictus ischemico.
I disturbi motori notturni nella fase REM (Rapid Eye Movement, la fase in cui si sogna) sono infine riconosciuti come un indice predittivo della comparsa di malattia di Parkinson.
Non ultima l'attività fisica. Almeno tre ore alla settimana di attività fisica aerobica sarebbero in grado di migliorare le prestazioni cognitive, sia nei soggetti in salute, sia in quelli con deficit cognitivi. Ma contano anche l'allenamento mentale e la socializzazione. Incontrarsi, ballare, camminare: ogni attività fisica socialmente gratificante va a vantaggio della preservazione delle capacità cognitive.
Stefania Cifani
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...e inoltre su Dica33:
E come ogni anno, gli specialisti della SIN, Società italiana di neurologia, individuano quelle aree nelle quali è opportuno acquisire consapevolezza per contrastare lo sviluppo delle malattie neurologiche, sottolineando inoltre l'importanza della figura del neurologo come riferimento al quale rivolgersi senza timori. Anche per il cervello la diagnosi precoce può fare la differenza.
Le tre armi della prevenzione
Dieta, sonno attività fisica. Sono questi i capisaldi sui quali basare uno stile di vita che possa contrastare l'insorgenza delle malattie neurologiche.
Ci sono evidenze scientifiche che confermano il ruolo protettivo di alcuni nutrienti nello sviluppo di patologie di tipo neurodegenerativo, cerebrovascolare e infiammatorio. La dieta mediterranea, per il suo basso contenuto di sodio e di grassi saturi di origine animale e perché ricca di acidi grassi polinsaturi -omega 3 e omega 6, presenti nel pesce azzurro, nell'olio d'oliva e nei legumi- e di antiossidanti -polifenoli come il resveratrolo, presente nel vino rosso, o antocianine presenti in frutta e verdura- sarebbe in grado di svolgere un ruolo protettivo nei confronti delle malattie neurologiche. La diminuzione del rischio è stata evidenziata per malattia di Parkinson, di Alzheimer e per l'ictus ischemico.
Sempre più evidente anche il ruolo protettivo del sonno. Studi e ricerche hanno infatti stabilito come la frammentazione del sonno, provocata da risvegli notturni, faciliti la formazione di placche arteriosclerotiche.
Tra i disturbi del sonno, le apnee ostruttive si associano a un elevato rischio cardio-cerebrovascolare con possibilità di ictus ischemico.
I disturbi motori notturni nella fase REM (Rapid Eye Movement, la fase in cui si sogna) sono infine riconosciuti come un indice predittivo della comparsa di malattia di Parkinson.
Non ultima l'attività fisica. Almeno tre ore alla settimana di attività fisica aerobica sarebbero in grado di migliorare le prestazioni cognitive, sia nei soggetti in salute, sia in quelli con deficit cognitivi. Ma contano anche l'allenamento mentale e la socializzazione. Incontrarsi, ballare, camminare: ogni attività fisica socialmente gratificante va a vantaggio della preservazione delle capacità cognitive.
Stefania Cifani
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