04 giugno 2019
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Quel fastidio agli occhi
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Sintomi come prurito e bruciore possono essere dovuti alla sindrome dell'occhio secco e a una alterazione del film lacrimale, che perde così la propria funzione protettiva.
Definita come l'insieme di sintomi causati dall'alterazione del film lacrimale, è una sindrome di cui soffre il 90% della popolazione femminile over 45. Il film lacrimale è composto per il 90 per cento di acqua e per il 10 per cento di sostanze grasse che serve anche a nutrire la cornea, in sé priva di vasi sanguigni.
L'occhio per mantenersi in salute infatti deve trovarsi in un ambiente acquoso; il film lacrimale assolve a questo scopo e protegge la superficie oculare da polvere, agenti esterni e disidratazione. In assenza di lacrime l'occhio non sarebbe in grado di muoversi e permettere una visione piena.
Fra le cause più frequenti del problema rientrano:
I sintomi più comuni della sindrome dell'occhio secco sono: bruciore e prurito insistente, lacrimazione irregolare, scatenata soprattutto da agenti atmosferici o ambientali, necessità di strofinarsi continuamente gli occhi, presenza di secrezioni.
Un problema, quello della Sindrome dell'Occhio Secco che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna. Le statistiche epidemiologiche rilevano che ne soffrono 9 donne su 10 della popolazione femminile over 45, a fronte di un 25% di uomini over 50. Si tratta di una patologia in grado di limitare la vita sociale e professionale di chi ne è colpito.
Oggi, grazie alla ricerca scientifica, il medico oculista può diagnosticare in maniera precisa e veloce le alterazioni del film lacrimale, disponendo di strumenti diagnostici d'avanguardia in grado di individuare in maniera personalizzata per ciascun paziente la terapia più appropriata.
Per fare la diagnosi è necessario accertare la natura del disturbo; quindi l'oculista può analizzare la quantità e la qualità del liquido lacrimale. Esistono a tal fine diversi test, uno di questi consiste nell'inserire delle striscioline di carta millimetrata assorbente per qualche minuto nell'occhio e misurare in seguito la quantità di carta che risulta inumidita.
Un altro test è il BUT (break up time) che indica il tempo di rottura del film lacrimale. Viene eseguito attraverso un biomicroscopio e serve per osservare e misurare quanti secondi il velo di lacrime sulla superficie della cornea impiega a interrompersi, togliendo protezione e lubrificazione alla stessa. Nessuno di questi due test altera la capacità visiva.
Come si cura
Con le cosiddette lacrime artificiali, colliri a base di sostanze che possiedono la stessa azione detergente, lubrificante e umettante delle lacrime naturali. A queste si aggiungono altre strategie terapeutiche, che comunque vanno sempre personalizzate in base alla storia del paziente e alla severità della malattia. Eccone alcune.
Sostituti lacrimali biologici. Favoriscono maggiormente il mantenimento della morfologia e la proliferazione delle cellule epiteliali corneali umane rispetto ai sostituti lacrimali artificialiTerapia antinfiammatoria mirata. Le armi principali nell'ambito della terapia anti-infiammatoria per l'occhio secco sono i corticosteroidi topici, le tetracicline e, novità della ricerca più recente, la ciclosporina in collirio.
Probing. Consiste nella pulizia delle ghiandole di Meibomio con un'apposita cannula. È un trattamento ambulatoriale non invasivo che si pratica con una sola goccia di collirio anestetico e risolve efficacemente la disfunzione delle ghiandole.
Lipiflow. È uno strumento che ha rivoluzionato il trattamento dell'occhio secco causato da meiboniti e che migliora immediatamente non solo i sintomi, ma risolve quasi sempre la patologia.
Luce Pulsata (Ipl). Questo dispositivo di ultima generazione stimola le ghiandole di Meibomio a riprendere il loro normale funzionamento.
Occlusione dei puntini lacrimali. Serve a bloccare il drenaggio lacrimale al fine di trattenere le lacrime sulla superficie oculare il più a lungo possibile. L'occlusione può essere ottenuta mediante tappi in collagene, silicone, gelatina, oppure mediante cauterizzazione o laser.
Dieci consigli per riconoscere e curare la sindrome dell'occhio secco »
Occhio secco e pollini
La primavera non è solo la stagione delle allergie. Con il risveglio di fiori e piante infatti aumenta la concentrazione di pollini nell'aria e in parallelo aumentano anche le diagnosi di sindrome dell'occhio secco, che i ricercatori guidati da Anat Galor, professore di oftalmologia clinica all'Università di Miami, pensano possano essere associate proprio alle allergie.
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Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Che cos’è la sindrome dell’occhio secco
Definita come l'insieme di sintomi causati dall'alterazione del film lacrimale, è una sindrome di cui soffre il 90% della popolazione femminile over 45. Il film lacrimale è composto per il 90 per cento di acqua e per il 10 per cento di sostanze grasse che serve anche a nutrire la cornea, in sé priva di vasi sanguigni.
L'occhio per mantenersi in salute infatti deve trovarsi in un ambiente acquoso; il film lacrimale assolve a questo scopo e protegge la superficie oculare da polvere, agenti esterni e disidratazione. In assenza di lacrime l'occhio non sarebbe in grado di muoversi e permettere una visione piena.
Fra le cause più frequenti del problema rientrano:
- stili di vita e alimentari non corretti;
- disfunzioni metaboliche e ormonali;
- malattie autoimmuni;
- inquinamento atmosferico;
- aumento delle temperature medie ambientali;
- età avanzata;
- farmaci;
- attività al computer o altri dispositivi elettronici;
- uso di lenti a contatto;
- stress.
Sintomi
I sintomi più comuni della sindrome dell'occhio secco sono: bruciore e prurito insistente, lacrimazione irregolare, scatenata soprattutto da agenti atmosferici o ambientali, necessità di strofinarsi continuamente gli occhi, presenza di secrezioni.
Un problema, quello della Sindrome dell'Occhio Secco che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna. Le statistiche epidemiologiche rilevano che ne soffrono 9 donne su 10 della popolazione femminile over 45, a fronte di un 25% di uomini over 50. Si tratta di una patologia in grado di limitare la vita sociale e professionale di chi ne è colpito.
Oggi, grazie alla ricerca scientifica, il medico oculista può diagnosticare in maniera precisa e veloce le alterazioni del film lacrimale, disponendo di strumenti diagnostici d'avanguardia in grado di individuare in maniera personalizzata per ciascun paziente la terapia più appropriata.
Per fare la diagnosi è necessario accertare la natura del disturbo; quindi l'oculista può analizzare la quantità e la qualità del liquido lacrimale. Esistono a tal fine diversi test, uno di questi consiste nell'inserire delle striscioline di carta millimetrata assorbente per qualche minuto nell'occhio e misurare in seguito la quantità di carta che risulta inumidita.
Un altro test è il BUT (break up time) che indica il tempo di rottura del film lacrimale. Viene eseguito attraverso un biomicroscopio e serve per osservare e misurare quanti secondi il velo di lacrime sulla superficie della cornea impiega a interrompersi, togliendo protezione e lubrificazione alla stessa. Nessuno di questi due test altera la capacità visiva.
Come si cura
Con le cosiddette lacrime artificiali, colliri a base di sostanze che possiedono la stessa azione detergente, lubrificante e umettante delle lacrime naturali. A queste si aggiungono altre strategie terapeutiche, che comunque vanno sempre personalizzate in base alla storia del paziente e alla severità della malattia. Eccone alcune.
Sostituti lacrimali biologici. Favoriscono maggiormente il mantenimento della morfologia e la proliferazione delle cellule epiteliali corneali umane rispetto ai sostituti lacrimali artificialiTerapia antinfiammatoria mirata. Le armi principali nell'ambito della terapia anti-infiammatoria per l'occhio secco sono i corticosteroidi topici, le tetracicline e, novità della ricerca più recente, la ciclosporina in collirio.
Probing. Consiste nella pulizia delle ghiandole di Meibomio con un'apposita cannula. È un trattamento ambulatoriale non invasivo che si pratica con una sola goccia di collirio anestetico e risolve efficacemente la disfunzione delle ghiandole.
Lipiflow. È uno strumento che ha rivoluzionato il trattamento dell'occhio secco causato da meiboniti e che migliora immediatamente non solo i sintomi, ma risolve quasi sempre la patologia.
Luce Pulsata (Ipl). Questo dispositivo di ultima generazione stimola le ghiandole di Meibomio a riprendere il loro normale funzionamento.
Occlusione dei puntini lacrimali. Serve a bloccare il drenaggio lacrimale al fine di trattenere le lacrime sulla superficie oculare il più a lungo possibile. L'occlusione può essere ottenuta mediante tappi in collagene, silicone, gelatina, oppure mediante cauterizzazione o laser.
Dieci consigli per riconoscere e curare la sindrome dell'occhio secco »
Occhio secco e pollini
La primavera non è solo la stagione delle allergie. Con il risveglio di fiori e piante infatti aumenta la concentrazione di pollini nell'aria e in parallelo aumentano anche le diagnosi di sindrome dell'occhio secco, che i ricercatori guidati da Anat Galor, professore di oftalmologia clinica all'Università di Miami, pensano possano essere associate proprio alle allergie.
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