Crisi di panico: dai sintomi alla cura
Le crisi di panico (o attacchi di panico) si registrano quando un forte e diffuso senso di paura e di ansia manifesta in assenza di reali motivi di pericolo. Sono crisi improvvise, imprevedibili e ricorrenti. Non hanno una durata prolungata: da pochi secondi a qualche minuto (fino a 10-15 minuti). Ma per la loro intensità sembrano, per chi ne soffre, non avere fine.
Velocemente si scatenano paure ataviche come quella di morire, impazzire, perdere totalmente il controllo, depersonalizzare quanto sta accadendo, fuggire dal luogo dove si sta manifestando il disturbo. La paura esterna diventa una paura interna e mette in dubbio la propria sopravvivenza mentale e fisica. Ma le crisi di panico non sono pericolose e quando vengono diagnosticate e trattate bene si risolvono nel 90% dei casi.
Crisi di panico: riconoscere i sintomi
La diagnosi di disturbo di panico (si chiamano così quando le crisi di panico sono ricorrenti e influenzano negativamente la vita della persona) è codificata dal DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). L'attacco deve rispondere a precisi criteri. Per essere inserito nella categoria disturbo da panico, deve presentare un carattere cronico superiore ai 6 mesi e la paura, per almeno 1 mese, che si ripresenti la crisi).
La prima crisi può presentarsi già nel periodo della tarda adolescenza e ha una incidenza maggiore nelle donne. La crisi di panico mette in moto le reazioni del sistema somatico e cognitivo. Alcuni disturbi li abbiamo già anticipati. Ma sono importanti alcuni sintomi o sensazioni somatiche:
sensazione di perdita dei sensi
arrossamento del viso
ritmo cardiaco accelerato con sensazione di dolore al torace
palpitazioni
vertigini
formicolii a viso, mani, piedi
nausea
crisi di pianto
azzeramento della salivazione
senso di soffocamento, fame d'aria
iperventilazione
sensazione di sbandamento
sudorazione o brividi
tremori
Crisi di panico: come si curano
Il trattamento delle crisi di panico è codificato da linee guida internazionali, contenute nel NICE, National Institute for Health and Clinical Excelence. Si tratta in particolare di tecniche di rilassamento e protocolli di psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale. Come abbiamo visto, il pericolo non è reale: bisogna dunque lavorare sull'atteggiamento del paziente. Per esempio, aiutandolo a capire le reazioni del suo corpo in specifiche situazioni, individuando e riducendo le situazioni di stress, supportandolo nella prevenzione delle ricadute.
Possono essere prescritte anche terapie farmacologiche a base di antidepressivi (non provocano dipendenza) e di ansiolitici come le benzodiazepine (possono portare ad una dipendenza e vengono normalmente utilizzati solo all'inizio della terapia).
Carla De Meo
Riferimenti bibliografici:
- Rovetto, F.,Panico. Origini, dinamiche, terapie. Milano: McGraw Hill, 2003
- Taylor, S. (2006).Disturbi di panico. Monduzzi
- Claudia Dario, Riccardo Saba, Luana Testa,Attacchi di panico, L'asino d'oro, 2017
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