Dieta, flora batterica intestinale e terapie oncologiche
Ciò che mangiamo potrebbe influire sull'esito della chemioterapia grazie agli effetti a catena che iniziano nel nostro intestino, secondo uno studio firmato dai ricercatori dell'Università della Virginia. «Semplici componenti della dieta come gli aminoacidi possono aumentare o diminuire efficacia e tossicità dei farmaci anticancro» spiegano i ricercatori, sottolineando che queste osservazioni potrebbero avere importanti implicazioni non solo nel dosare la cura e controllarne meglio gli effetti collaterali, ma anche nello spiegare in tutto o in parte le differenze osservate nelle risposte dei pazienti.
«Osservando per la prima volta che l'aggiunta di un singolo aminoacido alla dieta poteva trasformare in tossica la dose innocua di un farmaco non credevamo ai nostri occhi» esordisce Eyleen O'Rourke, del Centro di Ricerca cardiovascolare alla Virginia University, aggiungendo che le modifiche innescate dalla dieta sul microbioma intestinale possono aumentare fino a 100 volte la tossicità della chemioterapia. «I dati raccolti usando il nuovo modello di laboratorio che abbiamo messo a punto con i nematodi mostrano che singoli cambiamenti nella dieta possono modificare il metabolismo dei batteri intestinali e di conseguenza ridurre o addirittura ripristinare la risposta dell'ospite a un farmaco» si legge nell'articolo su Nature Communications. «In breve, ciò significa che non mangiamo solo per noi stessi ma anche per le oltre 1.000 specie di microrganismi che vivono all'interno di ognuno di noi e che il modo in cui li nutriamo ha un profondo effetto sulla nostra salute e sulla risposta alle cure. Un giorno i medici potranno consegnare ai pazienti non solo prescrizioni, ma linee guida dietetiche personalizzate perché la cura raggiunga il massimo dell'efficacia» riprendono gli autori. E O'Rourke conclude: «Il potenziale per sviluppare farmaci in grado di migliorare i risultati del trattamento modulando il microbioma intestinale è enorme, ma la complessità delle interazioni tra dieta, microbi, terapie e ospite scoperta in questo studio è scoraggiante. Per capire come sfruttare appieno il potenziale terapeutico dei nostri microbi giungendo a risultati applicabili nella pratica clinica la strada è ancora lunga».
Fonte: Doctor33
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