I probiotici amici della pelle
Dalla nascita, infatti, la pelle dei neonati viene a contatto con i microbi vaginali della madre (se il parto è naturale) o di quelli delle pelle delle persone che assistono all'evento (nel caso di parto cesareo).
Stiamo parlando di una vera colonia di virus, batteri, funghi e acari che popola la nostra cute - praticamente 10 milioni di batteri per centimetro quadrato di pelle -, che formano un ecosistema che regola molte funzioni, compresa la produzione di molecole di difesa e antibiotici naturali. Alcuni di questi batteri risiedono costantemente sulla pelle, altri rimangono poche ore e non sono nocivi nella misura in cui rispettiamo le condizioni di pulizia e igiene.
Ci sono diversi tipi di batteri che amano abitare le diverse parti del corpo umano. Le principali sono: le specie di Propionibatteri e di Stafilococchi che sono predominanti nei siti sebacei o grassi; le specie di Corinebatteri che predominano nei siti umidi, sebbene siano presenti anche Stafilococchi e, infine, una popolazione mista di batteri che risiede nei siti secchi, con una maggiore prevalenza di â-Proteobatteri e Flavobacteriales.
Ma cosa accomuna il microbiota intestinale a quello cutaneo e cosa ha a che fare questo con la bellezza della pelle? In pratica hanno la stessa funzione di difesa: quello intestinale contro malattie e virus, quello cutaneo contro lesioni, allergie e invecchiamento della pelle.
L'importanza della salute della barriera cutanea
Ecco perché nel mondo alimentare e cosmetico si stanno sviluppando strategie che utilizzano ingredienti e integratori alimentari che vantano la capacità di ridurre il rischio di disturbi della pelle o di alleviare l'invecchiamento cutaneo. Fra gli attivi più recenti ci sono proprio i probiotici, oltre a macronutrienti come potassio, magnesio, calcio, omega 3, vitamine e minerali o sostanze fitochimiche. Questi elementi fanno parte della moderna categoria dei Nutraceutici.
Il tutto nasce da alcune ricerche che hanno messo in evidenza come alcuni batteri, crescendo in modo eccessivo, possano contribuire a specifiche malattie della pelle: per esempio come lo Staphylococcus aureus nella dermatite atopica o come il Cutibacterium acnes nel caso dell' acne. Chi è affetto da psoriasi, mostra anche bacilli alterati nel proprio intestino.
Il consumo orale di microorganismi bioterapeutici (probiotici), quindi, potrebbe ridurre la sensibilità della pelle supportando la sua funzione immunitaria.
In presenza di patologie della pelle come dermatite atopica e acne è stato dimostrato che ceppi probiotici selezionati possono inibire selettivamente i batteri che causano queste malattie contribuendo al ripristino del normale effetto barriera. Una barriera che è fondamentale per proteggerci dall'aumento del pH cutaneo e dallo sviluppo di manifestazioni allergiche.
Luisella Acquati
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