18 dicembre 2020
Aggiornamenti e focus
Malattie infiammatorie croniche dell'intestino: parte la campagna "Fatti più in là"
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In Italia sono circa 250.000 le persone che soffrono di malattie infiammatorie croniche dell'intestino (Mici) e oggi le fasi acute possono essere tenute lontane per un periodo sempre più lungo, con importanti benefici fisiologici e psicologici per i pazienti. Con l'obiettivo di favorire l'informazione e la sensibilizzazione su queste patologie, nasce la campagna "Fatti più in là - Allontaniamo insieme Malattia di Crohn e Colite ulcerosa", promossa da Janssen Italia in collaborazione con Amici Onlus e Ig-Ibd (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Diseases). Testimonial della campagna sarà il conduttore radiofonico e televisivo Rudy Zerbi.
«Colite ulcerosa e malattia di Crohn hanno un forte impatto sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono e rendono difficili tanto le relazioni personali e più intime, quanto quelle lavorative e sociali - spiega Salvo Leone, direttore generale Amici Onlus -. Inoltre, queste malattie hanno delle importanti ricadute dal punto di vista economico, sia per il Sistema sanitario nazionale che per le persone che ne sono affette.
Secondo un'indagine che Amici Onlus ha condotto con Altems, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ogni anno i costi sostenuti da un paziente con malattie infiammatorie croniche dell'intestino sono pari mediamente a 750 euro, e se consideriamo inoltre le perdite di produttività e i costi variabili, quali quello per esempio di essere accompagnati a visita da un familiare si arriva a circa 2.250 euro annui. Per questi motivi è molto importante portare avanti campagne di sensibilizzazione che possano rompere il silenzio su queste patologie e creare delle reti di sostegno e collaborazione virtuosa intorno ai pazienti e alle loro famiglie».
Le malattie infiammatorie croniche dell'intestino si manifestano prevalentemente in una fascia di età compresa tra i 15 e i 40 anni, tanto negli uomini quanto nelle donne; si stima che in Italia circa 250.00 persone ne siano affette. Le cause scatenanti sono ad oggi sconosciute, ma si ritiene che siano dovute a diversi co-fattori tra la genetica e i fattori ambientali. «Queste malattie, proprio per l'impatto che hanno sulla quotidianità dei pazienti, sono associate a numerose comorbilità fisiche e psicologiche, come la depressione e lo stress. Riunioni di lavoro, la pianificazione della giornata, stare a tavola con la famiglia possono essere attività incredibilmente difficili per chi ne soffre, che non di rado rischia il posto di lavoro o un demansionamento a causa della malattia», aggiunge Marco Daperno, segretario generale IG-Ibd.
La campagna "Fatti più in là" sarà promossa sulle pagine Facebook e Instagram di Mici360 e sull'omonimo sito internet all'interno del quale pazienti e caregiver troveranno informazioni e consigli su tanti aspetti della convivenza con la malattia: dalla vita di coppia alle abitudini alimentari, passando per lavoro, viaggi e sport. «Sono felicissimo di aver aderito a questo progetto, perché credo sia fondamentale raccontare il più possibile. Spesso queste malattie colpiscono soggetti davvero molto giovani e io ho subito pensato a loro, che possono essere i più fragili e, probabilmente, anche i più in imbarazzo nel parlare delle problematiche che devono affrontare», afferma Rudy Zerbi.
«L'impegno di Janssen è quello di lavorare ogni giorno per un mondo in cui le malattie siano un ricordo del passato. Lo facciamo grazie alla ricerca e all'innovazione che ci hanno permesso di mettere a disposizione dei pazientiil primo trattamento biologico impiegato in quest'area e ci consentiranno, in futuro, di arrivare ai pazienti con soluzioni sempre più efficaci», conclude Loredana Bergamini, direttore medico Janssen Italia.
Fonte: Doctor33
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«Colite ulcerosa e malattia di Crohn hanno un forte impatto sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono e rendono difficili tanto le relazioni personali e più intime, quanto quelle lavorative e sociali - spiega Salvo Leone, direttore generale Amici Onlus -. Inoltre, queste malattie hanno delle importanti ricadute dal punto di vista economico, sia per il Sistema sanitario nazionale che per le persone che ne sono affette.
Secondo un'indagine che Amici Onlus ha condotto con Altems, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ogni anno i costi sostenuti da un paziente con malattie infiammatorie croniche dell'intestino sono pari mediamente a 750 euro, e se consideriamo inoltre le perdite di produttività e i costi variabili, quali quello per esempio di essere accompagnati a visita da un familiare si arriva a circa 2.250 euro annui. Per questi motivi è molto importante portare avanti campagne di sensibilizzazione che possano rompere il silenzio su queste patologie e creare delle reti di sostegno e collaborazione virtuosa intorno ai pazienti e alle loro famiglie».
Le malattie infiammatorie croniche dell'intestino si manifestano prevalentemente in una fascia di età compresa tra i 15 e i 40 anni, tanto negli uomini quanto nelle donne; si stima che in Italia circa 250.00 persone ne siano affette. Le cause scatenanti sono ad oggi sconosciute, ma si ritiene che siano dovute a diversi co-fattori tra la genetica e i fattori ambientali. «Queste malattie, proprio per l'impatto che hanno sulla quotidianità dei pazienti, sono associate a numerose comorbilità fisiche e psicologiche, come la depressione e lo stress. Riunioni di lavoro, la pianificazione della giornata, stare a tavola con la famiglia possono essere attività incredibilmente difficili per chi ne soffre, che non di rado rischia il posto di lavoro o un demansionamento a causa della malattia», aggiunge Marco Daperno, segretario generale IG-Ibd.
La campagna "Fatti più in là" sarà promossa sulle pagine Facebook e Instagram di Mici360 e sull'omonimo sito internet all'interno del quale pazienti e caregiver troveranno informazioni e consigli su tanti aspetti della convivenza con la malattia: dalla vita di coppia alle abitudini alimentari, passando per lavoro, viaggi e sport. «Sono felicissimo di aver aderito a questo progetto, perché credo sia fondamentale raccontare il più possibile. Spesso queste malattie colpiscono soggetti davvero molto giovani e io ho subito pensato a loro, che possono essere i più fragili e, probabilmente, anche i più in imbarazzo nel parlare delle problematiche che devono affrontare», afferma Rudy Zerbi.
«L'impegno di Janssen è quello di lavorare ogni giorno per un mondo in cui le malattie siano un ricordo del passato. Lo facciamo grazie alla ricerca e all'innovazione che ci hanno permesso di mettere a disposizione dei pazientiil primo trattamento biologico impiegato in quest'area e ci consentiranno, in futuro, di arrivare ai pazienti con soluzioni sempre più efficaci», conclude Loredana Bergamini, direttore medico Janssen Italia.
Fonte: Doctor33
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