Identità di genere: negli adolescenti spesso non è quella che sembra

30 maggio 2021
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Identità di genere: negli adolescenti spesso non è quella che sembra



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Secondo uno studio pubblicato su Pediatrics l'identità di genere degli adolescenti è spesso diversa da quanto appare. Tant'è che in un sondaggio su oltre 3.000 studenti delle scuole superiori gli autori dell'articolo hanno scoperto che quasi il 10% era di genere diverso rispetto a quello del certificato di nascita. Spesso gli intervistati si definivano transgender, ma molti si consideravano non binari, né maschi né femmine.

Transgender, non binario o un’altra identità


«Il tasso del 10% è di molto superiore alle stime precedenti» esordisce la coautrice Kacie Kidd del Center for Adolescent & Young Adult Health all'Università di Pittsburgh, ricordando che un dato ampiamente citato viene da un sondaggio del 2017 sugli studenti delle superiori, in cui l'1,8% si dichiarava transgender. «Ma quell'indagine chiedeva solo se i partecipanti fossero transgender, mentre questo studio offre agli studenti più opzioni, chiedendo loro di selezionare i termini che meglio li descrivono: ragazza, ragazzo, ragazza trans, ragazzo trans, non binario o un'altra identità» riprende la ricercatrice. E oltre il 9% ha scelto una o più opzioni non in linea con il genere di nascita: il 39% si identificava come trans femminile, mentre il 30% era trans maschile. Un altro 31% affermava di non sentirsi né maschio né femmina. Ma non solo: la diversità di genere era più comune tra gli adolescenti non caucasici, con una prevalenza di poco superiore al 14% tra gli ispanici e del 10% tra gli afro-americani rispetto al 7% dei caucasici. E Michelle Forcier, direttrice della programmazione di genere e giustizia riproduttiva presso Open Door Health a Providence, Rhode Island, scrive in un editoriale di commento: «Questi dati suggeriscono che molti bambini delle minoranze etniche non ricevono cure che affermano il genere, nonostante siano vulnerabili».

Attesa vigile per la disforia di genere fino a dopo la pubertà


Molti studi dimostrano i benefici dei bloccanti della pubertà e dagli ormoni sessuali incrociati, ma in Arkansas, per esempio, sono stati vietati sotto i 18 anni e vi sono divieti in agenda in molti altri stati. Anche il Regno Unito li ha vietati dopo che una donna ha fatto causa con successo al Gender Identity Development Service del Tavistock e al Portman National Health Service Foundation Trust per aver facilitato la transizione di cui in seguito si è pentita. Il Regno Unito ora raccomanda la terapia e l'attesa vigile per la disforia di genere fino a dopo la pubertà. Anche il Karolinska Hospital in Svezia ha smesso di offrire bloccanti della pubertà e/o ormoni sessuali incrociati sotto i 18 anni a persone con disforia di genere. E pure la Finlandia ha limitato gli interventi medici. «Abbiamo molti sforzi legislativi in questo momento che prendono di mira questi adolescenti, arrecando forse danni ulteriori a giovani che trarrebbero beneficio dalle cure» conclude Kidd.

Fonte: Doctor33

Riferimenti bibliografici:



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