Alzheimer, la forma più frequente di demenza

15 ottobre 2021
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Alzheimer, la forma più frequente di demenza



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La malattia di Alzheimer è la forma più frequente di demenza. La malattia, che colpisce le cellule del sistema nervoso centrale è caratterizzata dalla morte di cellule cerebrali, particolarmente in quelle aree del cervello deputate alla memoria e alle altre funzioni cognitive. Nelle ultime fasi della malattia la progressiva povertà cellulare si traduce macroscopicamente in atrofia della corteccia cerebrale, cioè in un assottigliamento del tessuto cerebrale visibile anche alla TAC e alla Risonanza Magnetica. Nella stragrande maggioranza dei casi è sporadica, cioè non ereditaria. In una piccola percentuale (meno del 5%) è invece ereditaria. Non è nota la causa della forma sporadica, ma si ritiene che fattori ambientali a tutt'oggi ignoti, interagiscano con una predisposizione genetica, determinando la malattia.

La situazione in Italia


L'Alzheimer è la terza causa di morte tra gli over 65 in Europa occidentale e una delle principali cause di disabilità nella popolazione over 60 a livello mondiale. In Italia si stimano oggi circa 700.000 malati di Alzheimer. Le proiezioni, da qui ai prossimi decenni, vedranno un incremento notevole di questo numero soprattutto per via del processo di invecchiamento della popolazione italiana.

Il peso della malattia sulle donne è ingente: tra i 3 caregiver che secondo le stime in ogni nucleo familiare si fanno carico dell'assistenza al malato, la maggioranza sono donne e sostengono il carico maggiore del lavoro di cura, con conseguenze sociali importanti. Le donne sono inoltre anche in media più colpite dalla patologia. L'eterogeneità delle scelte regionali e l'assenza di un monitoraggio stabile e costante degli esiti sulla salute delle persone affette da malattia di Alzheimer rendono l'offerta e i modelli di cura non solo diversi, ma anche vettori di opportunità differenziate a fronte del medesimo bisogno.

Molte sono le famiglie che gestiscono la domanda di salute intervenendo nella cura della persona con il finanziamento dei servizi necessari. Se i costi attribuiti alla malattia sono 15,6 miliardi, quelli sostenuti dalle famiglie sono circa l'80%.

I primi segni e lo sviluppo


La malattia di Alzheimer inizia in maniera subdola e insidiosa, tanto che spesso nemmeno i familiari si accorgono del suo apparire. I primi sintomi sono solitamente piccoli disturbi della memoria, spesso associati a sintomi di tipo depressivo e ansioso.

L'evoluzione della malattia può essere suddivisa, con molta approssimazione, in tre fasi. La prima è caratterizzata da una leggera perdita della memoria e da una progressiva incapacità di imparare nuovi concetti e nuove tecniche, nonché da difficoltà a esprimersi e a comprendere. Nel malato si notano modificazioni del carattere e della personalità, difficoltà nei rapporti con il mondo esterno, diminuzione delle capacità percettive visuo-spaziali. In una fase successiva le caratteristiche del malato di Alzheimer sono quelle date dal peggioramento delle difficoltà già presenti: come conseguenza le azioni della vita quotidiana diventano, per il malato, molto problematiche. La progressiva perdita di memoria spiega la maggior parte delle difficoltà che il malato si trova a dover affrontare ogni giorno: la mancanza di memoria autobiografica, e quella relativa alle attività manuali più comuni, rendono il paziente perennemente insicuro e incerto. La cosiddetta terza fase è caratterizzata da una completa dipendenza dagli altri.

Una malattia da non dimenticare: 7 proposte di pazienti e medici

In occasione della Giornata Mondiale Alzheimer, AIMA - Associazione italiana malattia di Alzheimer e la Società Italiana di Neurologia (SIN) hanno presentato 7 buone proposte per non dimenticare l'Alzheimer.
  • Un piano di interventi strutturali per colmare le lacune del sistema
  • La prossimità nella gestione dell'Alzheimer, portare in prossimità le competenze specialistiche (neurologiche e geriatriche) oltre che i servizi assistenziali nelle Case della Comunità previste nel PNRR
  • Gli ospedali di comunità anche per le esigenze dei pazienti Alzheimer
  • Infermiere di famiglia e di comunità a supporto dei pazienti affetti da Alzheimer
  • Assistenza domiciliare dedicata all'Alzheimer
  • Prendere in considerazione in modo diretto la figura del caregiver dando piena attuazione alle disposizioni di legge che già negli anni scorsi hanno previsto uno stanziamento in questo senso
  • Offrire formazione a caregiver professionali e sostegno al caregiver familiare

Chiara Romeo



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