Ipotiroidismo e nuove formulazioni terapeutiche. Intervista a Vincenzo De Geronimo

25 ottobre 2021
Aggiornamenti e focus, Speciale Tiroide

Ipotiroidismo e nuove formulazioni terapeutiche. Intervista a Vincenzo De Geronimo



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Una nuova formulazione terapeutica che consente di migliorare l'aderenza alla terapia


L'ipotiroidismo è una disfunzione della tiroide che colpisce circa il 5% della popolazione italiana, con una frequenza 10 volte superiore nelle donne tra i 55 e i 64 anni. Nonostante l'elevata diffusione, l'innovazione terapeutica nel campo per la cura della tiroidite è piuttosto limitata. Da poco è, però, disponibile una nuova formulazione di levotiroxina sodica (LT-4) che consente di migliorare l'aderenza alla terapia garantendo un maggiore controllo nel tempo della malattia. Abbiamo chiesto al dottor Vincenzo De Geronimo, Coordinatore della Commissione Farmaci dell'Associazione Medici Endocrinologi (AME) di spiegarci nel dettaglio cos'è l'ipotiroidismo e quali sono i vantaggi di questa nuova formulazione.

Cosa si intende per ipotiroidismo?
Si parla di ipotiroidismo quando la quantità di ormoni prodotti dalla tiroide è inferiore alle esigenze del nostro organismo. L'ipotiroidismo può essere lieve e in questo caso non presentare sintomi, oppure presentare un insieme di sintomi più o meno ricco. Tra questi la cute secca e con tendenza all'esfoliazione, può esservi una maggiore sensazione di freddo; il battito cardiaco può divenire irregolare e può comparire una sintomatologia ascrivibile ad una sindrome ansioso-depressiva. Le mestruazioni possono subire modificazioni nel loro ritmo, nella durata e intensità di flusso. Le abitudini dell'alvo possono modificarsi e può comparire una stipsi insolita. Le forme più gravi sono caratterizzate anche da modificazioni della voce: il timbro diviene più "grave".

Ci sono altri segnali meno conosciuti, che possono essere spia di ipotiroidismo?
Alcuni segnali devono far pensare ad un ipotiroidismo anche con sintomi lievi, per esempio alcune alterazioni degli esami del sangue come: l'ipercolesterolemia, l'aumento dell'enzima CPK, l'ipertransaminasemia, l'iponatremia e l'iperprolattinemia. Inoltre, una condizione clinica alla quale normalmente non si fa particolare attenzione è la sindrome del tunnel carpale.

Come avviene la diagnosi?
La diagnosi, sebbene generalmente semplice, può nascondere delle insidie. L'Ipotiroidismo è caratterizzato, dal punto di vista degli esami di laboratorio, da un incremento del valore di TSH (la Tireotropina, l'ormone ipofisario che stimola la tiroide a produrre i suoi ormoni) ed una riduzione del valore di T3 e T4 (la Triiodotironina e la Tiroxina). Esistono, però, anche forme definite subcliniche. In questo caso il valore di TSH è aumentato mentre il valore di T3 e T4 (meglio valorizzate dalla misura delle loro frazioni libere: FT3 ed FT4) rimane all'interno dell'intervallo di riferimento. Infine, seppur raramente, una riduzione della produzione degli ormoni tiroidei può essere conseguente ad una patologia dell'ipofisi e non della tiroide.

Qual è il trattamento di riferimento per l'ipotiroidismo?
Il trattamento si basa sulla somministrazione dell'ormone tiroideo T4. Il nostro organismo possiede, infatti, alcune proteine ad azione enzimatica - dette desiodasi - che sono in grado di convertire la T4 in T3, che è l'ormone attivo. La levotiroxina è disponibile in commercio in formulazioni in compressa, in formulazioni liquide ed infine in formulazioni softgel. Le formulazioni liquide sono "soluzioni" contenenti piccole quantità di etanolo e glicerolo, oppure metilparaidrossibenzoato, oppure le più recenti a base di glicerolo. Inoltre, le formulazioni liquide possono presentarsi anche in dosaggi precostituiti monodose (12 differenti), da 13 microgrammi, fino a 200 microgrammi. Ciò garantirebbe una maggiore facilità nell'assumere la corretta posologia del farmaco.

Quali vantaggi offre la formulazione liquida della tiroxina?
Le formulazioni liquide presentano due ordini di vantaggi. Il primo è che diversamente da quelle solide, le formulazioni liquide non necessitano di dissoluzione, essendo il farmaco già in soluzione, e la velocità di assorbimento è maggiore rispetto a quella della formulazione solida. Inoltre, sebbene la scheda tecnica di queste formulazioni di levotiroxina mantenga una serie di raccomandazioni in relazione al distanziamento dell'assunzione del farmaco rispetto alla colazione e all'assunzione di una serie di altri farmaci e sali minerali, è noto che queste subiscono generalmente meno l'interferenza di tutte quelle condizioni che rallentano lo scioglimento della compressa a livello dello stomaco. Ciò rende più facile e sicura per il paziente l'assunzione di queste formulazioni di levotiroxina anche nel caso di impegni di vita quotidiana per i quali non è possibile attendere 30 minuti per la colazione dopo la somministrazione di levotiroxina. Questo di solito si traduce anche in una maggiore aderenza alla terapia.

Come viene personalizzata la terapia?
Ci sono due considerazioni da fare in relazione alla personalizzazione della terapia. La prima è relativa al tipo di paziente che abbiamo di fronte, con il carico della malattia/fragilità, il tipo di vita, e quanti altri farmaci assume. D'altra parte ci sono le indicazioni prodotte dalle società scientifiche che regolano quali sono gli obiettivi terapeutici e in che tempi vanno raggiunti a seconda delle caratteristiche del paziente. L'obiettivo terapeutico, inteso come raggiungimento di un determinato valore di TSH e/o FT3 ed FT4 varia in relazione all'età, comorbilità, ad una eventuale storia di cancro della tiroide, oppure ad una eventuale gravidanza. Una volta stabilita la posologia iniziale di farmaco da somministrare la correttezza di questa viene rivalutata a distanza di 6-8 settimane, o se serve anche dopo solo 4 settimane, attraverso la determinazione di TSH ed FT4 (opzionalmente solo TSH oppure TSH, FT3 ed FT4). In base al racconto del paziente, alla valutazione della sua capacità di assumere correttamente il farmaco, all'esame clinico e ai risultati degli esami di laboratorio il trattamento impostato precedentemente potrà essere confermato o modificato.

Tutto questo basta per una cura personalizzata?
Dal mio punto di vista una delle domande più importanti da fare alla persona che ritorna alla valutazione clinica dopo la prescrizione di un farmaco è apparentemente banale, ovvero «Come sta?». Se il medico è disponibile all'ascolto, dalla risposta a questa domanda emergeranno numerose informazioni che non potranno mai essere desunte dalla sola osservazione degli esami clinici. Il paziente racconterà di star bene, di sentirsi meglio, oppure di avere paura della terapia che sta assumendo. Potrebbe riferire dei cambiamenti nella qualità del sonno o nel tono dell'umore. Una volta raccolte le informazioni personali e cliniche, dopo aver valutato gli esami bioumorali, le nostre decisioni terapeutiche potranno essere prese e divenire oggetto della prescrizione.

Chiara Romeo



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